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Banco Popolare, dividendo inaspettato?

Tra i titoli del settore bancario, che rimbalza con forza, è in grande evidenza il Banco Popolare. La banca è alle prese con rumors legati all'imminente aumento di capitale

di Mauro Introzzi 12 gen 2011 ore 11:47
Rimbalza con grande forza tutto il comparto bancario. E tra i titoli del settore è in grande evidenza il Banco Popolare (quotazione Banco Popolare), alle prese con l'imminente aumento di capitale ma anche con alcuni rumors.

Secondo quanto scrive il Sole24Ore l’istituto guidato da Pierfrancesco Saviotti potrebbe assegnare il dividendo relativo all’esercizio 2010 anche alle azioni emesse nell’ambito della ricapitalizzazione da 2 miliardi di euro che dovrebbe partire nei prossimi giorni. Una pratica, tra l’altro, già prevista da altri player bancari in operazioni analoghe.
Secondo il quotidiano, ma anche secondo altri organi di stampa, l’operazione potrebbe partire anche il prossimo lunedì 17 gennaio, dato che sarebbe vicino il via libera della Consob alla pubblicazione del prospetto informativo. Nelle prossime ore, intanto, dovrebbe riunirsi il consiglio di amministrazione della banca, che dovrà fissare il prezzo delle azioni in emissione.

Ma l’operazione di aumento di capitale potrebbe essere caratterizzata anche da una ridefinizione di alcuni equilibri nei rapporti tra Fondazioni bancarie e istituti di credito. Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, infatti, la Fondazione Cariverona starebbe pensando di alleggerire la sua quota in Unicredit (quotazioni Unicredit), ora al 4,639%, a favore della partecipazione all’aumento di capitale del Banco Popolare. La Fondazione di Paolo Biasi, che non ha fatto mai segreto di voler occupare un ruolo di peso nell’ambito dell’istituto sorto dalle ceneri della Popolare di Lodi, potrebbe riunire il suo consiglio d’amministrazione il prossimo 27 gennaio proprio per parlare della prossime mosse.
Tuttavia, sullo sfondo, rimane il problema legato ai tetti di possesso azionario per le Fondazioni nel capitale degli istituti popolari, ora posto allo 0,5%. Nei giorni scorsi si parlava di un emendamento al decreto “Milleproroghe” per superare questo limite, ma le sue sorti sembrano avere alterne fortune.

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