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Banche tra diktat (di BankItalia) e alert (di Eba e Abi)

Le indicazioni di questi ultimi giorni, arrivate prima dalla Banca d’Italia e poi dall’Eba, hanno gettato nuove ombre sul comparto bancario. Ma dal Parlamento Europeo una buona notizia

di Mauro Introzzi 20 mar 2013 ore 12:29

Le indicazioni di questi ultimi giorni, arrivate prima dalla Banca d’Italia e poi dall’Eba, hanno gettato nuove ombre sul comparto bancario. Il diktat di Via Nazionale, che le banche sembrano avere recepito in pieno visti i bilanci diffusi in questi giorni, aveva richiamato gli istituti italiani sulle loro politiche di bilancio e di remunerazione dei soci, ribadendo che gli istituti in perdita o con un coefficiente patrimoniale Core Tier 1 inferiore all'obiettivo fissato dalla Vigilanza non dovrebbero distribuire dividendi.
La posizione dell’istituto di Ignazio Visco è netta: BankItalia non sembra intenzionata a fare sconti al sistema e ha più volte ribadito che occorrono politiche di bilancio rigorose sugli accantonamenti a fronte di crediti in difficoltà e che occorre un'opera di pulizia radicale sulle garanzie reali dei prestiti.

Nella giornata di ieri l’allarme dell’Eba (la European Banking Authority). Secondo l’associazione le 44 principali banche europee avrebbero avuto bisogno, lo scorso mese di giugno, di ulteriori 112,3 miliardi di euro per raggiungere la soglia minima di Basilea3, ossia un ratio patrimoniale (Common equity tier 1 capital ratio) del 7%. L’Eba ha anche dichiarato che le successive 110 banche di minori dimensioni avrebbero invece bisogno di 17,9 miliardi di euro.
Va ricordato che le regole di Basilea3 avrebbero dovuto entrare in vigore il primo gennaio 2013, ma la loro partenza è stata rinviata visto che manca un accordo a livello europeo.

Un allarme anche dall’Abi, l’Associazione Bancaria Italiana. Secondo l’ente degli istituti di credito le sofferenze lorde, a gennaio, sono salite a quota 126,1 miliardi di euro.

Ma per le banche non ci sono diktat e warning. Nella giornata di ieri il Parlamento europeo ha annunciato di aver approvato il trasferimento della vigilanza bancaria alla Banca Centrale Europea. L’istituto guidato da Mario Draghi avrà così, una volta che l’accordo sarà approvato da Ecofin e l'assemblea parlamentare, la vigilanza diretta su 150 istituti di credito di primaria importanza.
La mossa si rende necessaria per il funzionamento del Meccanismo Europeo di Stabilità, che potrebbe spingersi fino alla ricapitalizzazione diretta delle banche in difficoltà.

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