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Bancari contrastati: Unicredit -3,5%

di Edoardo Fagnani 11 feb 2015 ore 17:47 Le news sul tuo Smartphone

Bancari protagonisti di giornata.
Unicredit ha lasciato sul terreno il 3,46% a 5,3 euro. La banca guidata da Federico Ghizzoni ha chiuso il 2014 registrando un utile netto pari a 2 miliardi di euro dopo la perdita miliardaria dell'anno precedente. Il dato è stato inferiore alle stime degli analisti che indicavano un utile netto di 2,02 miliardi di euro. A fine 2014 Il common equity Tier 1 ratio transitional era pari a 10,41% mentre il common equity Tier 1 ratio fully loaded aveva toccato il 10,02%, in aumento di 66 punti base rispetto a 12 mesi prima. Il consiglio di amministrazione propone all'assemblea dei soci lo stacco di uno scrip dividend (ossia l'assegnazione di utili ai soci mediante l'attribuzione di azioni di nuova emissione) pari a 12 centesimi per azione, con un payout ratio (la percentuale di utili distribuiti) del 35%. Nel corso della conference call a commento dei risultati preliminari, il numero uno di Unicredit, Federico Ghizzoni, ha puntualizzato che la banca non necessita di alcun aumento di capitale, in quanto a fine settembre i coefficienti patrimoniali dell'istituto sono scesi principalmente a causa della svalutazione del rublo.
Discreta performance per IntesaSanpaolo (+0,39% a 2,6 euro). Non si sono fatte attendere le indicazioni delle banche d’affari, dopo la diffusione dei risultati preliminari. Kepler Cheuvreux e Deutsche Bank hanno incrementato il prezzo obiettivo sull’istituto, portandolo rispettivamente a 2,85 euro a 3 euro. Gli esperti delle due banche d’affari hanno confermato il giudizio “Buy” (acquistare). Indicazione simile da RBC Capital e dal Credit Suisse, che hanno aumentato rispettivamente a 2,9 euro e a 3 euro per azione la valutazione su IntesaSanpaolo. Le due banche d’affari hanno ribadito il rating “Outperform” (farà meglio del mercato). Sulla stessa lunghezza d’onda Banca Akros, che ha aumentato da 2,7 euro a 2,9 euro il prezzo obiettivo sull’istituto. Gli esperti hanno ribadito l’indicazione di accumulare le azioni in portafoglio. Anche Jp Morgan e Nomura hanno aumentato il target price su IntesaSanpaolo, portandolo rispettivamente a 2,7 euro e a 2,5 euro. Gli esperti delle due banche d’affari hanno confermato il giudizio “Neutrale”. Stessa indicazione da S&P Equity e da Equita sim, che hanno alzato a 2,7 euro e a 3 euro il prezzo obiettivo sull’istituto. Le due banche d’affari hanno ribadito l’indicazione di mantenere le azioni in portafoglio.
Segno meno per il Monte dei Paschi di Siena. L’istituto toscano ha ceduto l’1,31% a 0,4292 euro. In giornata si è riunito il management della banca per l’esame dei risultati preliminari dell’esercizio 2014. Intanto, dalle comunicazioni giornaliere fornite dalla Consob si apprende che Altair Investment Management Limited ha aumentato la posizione corta sul Monte dei Paschi di Siena, portandola dallo 0,82% allo 0,93%.
In rialzo la Popolare dell’Emilia Romagna (+0,99% a 6,615 euro). La banca ha comunicato i risultati preliminari del 2014, esercizio chiuso con un utile netto (escluse le quote di terzi) di 14,8 milioni di euro, più del doppio rispetto ai 7,18 milioni ottenuti nell’esercizio precedente. A fine 2014 il Common Equity Tier 1 era pari al 10,9%, mentre il total capital ratio si attestava al 12,24%. Inoltre, l'istituto ha approvato il nuovo piano industriale per il triennio 2015-2017. Il business plan prevede un utile netto consolidato d’esercizio a 400 milioni di euro al 2017, mentre a fine piano il Common Equity Tier 1 ratio è stimato al 12%. Nel corso del triennio il management punta a distribuire sottoforma di dividendo oltre il 30% dell'utile netto.
Seduta positiva per la Popolare di Milano (+1,05% a 0,7715 euro). L’istituto ha chiuso il 2014 con un utile netto pari a 232,3 milioni di euro, in decisa crescita rispetto ai 29,6 milioni contabilizzati nell’esercizio precedente. Su basi omogene l’utile netto normalizzato sarebbe pari a 141,7 milioni contro i 78,5 milioni nel 2013. I vertici proporranno la distribuzione di un dividendo pari a 0,022 euro per azione. Non si sono fatte attendere le indicazioni delle banche d’affari, dopo la diffusione dei risultati preliminari. Gli analisti di Société Générale hanno peggiorato il giudizio sull’istituto, portandolo da “Buy” (acquistare) a “Hold” (mantenere), in seguito alla riduzione delle stime sull’utile per azione per il biennio 2016/2017. Tuttavia, gli esperti hanno incrementato da 0,7 euro a 0,75 euro il prezzo obiettivo. Al contrario, Deutsche Bank e Kepler Cheuvreux hanno aumentato a 0,7 euro e a 0,73 euro il target price sulla Popolare di Milano. Le due banche d’affari hanno confermato il rating “Hold”. Intanto, dalle comunicazioni giornaliere diffuse dalla Consob si apprende che il 5 febbraio Norges Bank è diventato uno dei maggiori azionisti della Popolare di Milano con una quota del 2,048%.
Mediobanca è scesa dell’1,21% a 7,735 euro. Kepler Cheuvreux ha alzato da 7,5 euro a 8,75 euro il prezzo obiettivo sull’istituto di Piazzetta Cuccia, in seguito all’incremento della valutazione delle attività in portafoglio. Gli esperti hanno anche migliorato il giudizio e ora consigliano di acquistare le azioni. Indicazione simile da Equita Sim, che ha aumentato da 9 euro a 9,5 euro il target price su Mediobanca, in seguito al miglioramento della stima sull’utile per azione per l’esercizio 2014/2015. Gli esperti hanno confermato il giudizio “Buy” (acquistare).

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