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Banca Carige, i conti dei primi 9 mesi dell’anno. Il piano di patrimonializzazione

Il board di Banca Carige ha approvato i conti dei primi 9 mesi del 2018 e dato il suo ok alle misure di patrimonializzazione

di Mauro Introzzi 12 nov 2018 ore 17:37

banca-carige-logoIl board di Banca Carige ha approvato i conti dei primi 9 mesi del 2018 e dato il suo ok alle misure di patrimonializzazione.

 

BANCA CARIGE: I CONTI DEI PRIMI 9 MESI DEL 2018

Banca Carige ha chiuso i primi nove mesi del 2018 con un margine operativo lordo, ossia la differenza tra proventi e oneri operativi core, positivo e in crescita del 65,8% su base annua a 36,7 milioni di euro.

Il rapporto cost/income (ossia tra costi ed entrate) è stato pari al 90,2%, migliore rispetto al 94,5% dei primi nove mesi del 2017.

Il periodo si è chiuso con una perdita di 188,9 milioni di euro. Il bilancio è stato condizionato dal costo del rischio, che sconta il recepimento, nel terzo trimestre, della verifica effettuata sul portafoglio creditizio e la cessione, nonché il saldo e stralcio di posizioni deteriorate, che hanno determinato la contabilizzazione di 256,5 milioni di euro tra perdite e rettifiche di valore su crediti. Nello stesso periodo dell’anno scorso il rosso fu pari a 210,4 milioni di euro.

 

BANCA CARIGE, AGGREGATI PATRIMONIALI A FINE SETTEMBRE 2018

A fine settembre la provvista globale, che include la raccolta diretta e i debiti verso banche, ammontava a 21,1 miliardi di euro, in calo dell’1,7% rispetto alla fine del 2017.

I crediti deteriorati lordi per cassa alla clientela erano pari a fine settembre 2018 a 4,8 miliardi, stabili rispetto a dicembre 2017 ma in diminuzione del 23,6% su base annua rispetto ai 6,3 miliardi del 30 settembre 2017. Le sofferenze lorde erano pari a 1,8 miliardi e presentano un coverage pari al 74,2%, le inadempienze probabili lorde erano pari a 2,9 miliardi mentre le esposizioni scadute ascrivibili alla clientela, ammontavano a 84,1 milioni con un coverage pari al 18%.

 

CARIGE, RATIO PATRIMONIALI A FINE SETTEMBRE 2018

L’indicatore di solidità patrimoniale CET1 ratio phased-in era pari a fine settembre 2018 al 10,8%, superiore al limite regolamentare richiesto da BCE del 9,625% e inferiore alla soglia suggerita, inclusiva della guidance, dell’11,175%.

 

CARIGE, IL RAFFORZAMENTO PATRIMONIALE

Inoltre, il CdA di Banca Carige ha approvato una complessiva manovra di rafforzamento volta ad assicurare in tempi brevi il ripristino dei coefficienti patrimoniali.

L’operazione di rafforzamento patrimoniale si articola attraverso l’emissione di obbligazioni subordinate Tier 2 e in un successivo aumento di capitale.

Nel dettaglio, il CdA ha approvato l’emissione di obbligazioni subordinate per un ammontare complessivo compreso tra i 320 milioni e i 400 milioni. Le obbligazioni verranno sottoscritte per 320 milioni dallo Schema Volontario di Intervento del Fondo Interbancario di Garanzia, mentre i restanti bond per 80 milioni saranno collocati presso investitori privati (compresi eventuali attuali azionisti) che avranno, in caso di raccolta di manifestazioni di interesse per un ammontare complessivo superiore, la possibilità di sottoscrivere fino a massimi 200 milioni di euro (con conseguente possibile riduzione dell’impegno dello Schema Volontario di Intervento del fondo).

All’emissione delle obbligazioni farà seguito l’assemblea straordinaria degli azionisti della Banca per aumentare il capitale sino a un ammontare di 400
milioni di euro mediante emissione di nuove azioni ordinarie da offrire in opzione ai soci.

Le obbligazioni, oltre a prevedere il rimborso in denaro a scadenza, includeranno in caso di approvazione ed esecuzione dell’aumento di capitale, la possibilità che il rimborso abbia luogo in tutto o in parte mediante consegna di azioni ordinarie di Banca Carige in sede di esecuzione dell’aumento.

La sottoscrizione del bond subordinato di 320 milioni di euro consente a Banca Carige di raggiungere il 13,1% di Overall Capital Requirement. Ad aumento di capitale avvenuto il Total Capital Ratio (TCR) pro-forma è pari al 13,6%, il CET1 Ratio al 13,5%. Il rafforzamento, se incluso nell’esercizio di stress test condotto con la BCE, (pari a 4,3% phased-in nello scenario avverso al 2020) ne avrebbe sensibilmente migliorato l’esito.

I vertici di Banca carige hanno segnalato che queste operazioni consentiranno di completare il processo di derisking avviato negli ultimi mesi e di predisporre le condizioni utili per mettere la Banca in condizione di valutare, post aumento di capitale, le eventuali operazioni di aggregazione.

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