Banche, Bruxelles cambia. Sì alle bad bank nazionali per gestire i prestiti a rischio (Corriere della Sera)
di Redazione Lapenna del Web 25 set 2020 ore 07:27 Le news sul tuo SmartphoneSecondo quanto riportato da un articolo di Fabrizio Massaro del Corriere della Sera, la Commissione UE starebbe cercando il modo migliore per affrontare l'opzione bad bank. Ecco perché sarebbe nata la proposta per varare bad bank nazionali, finanziate dagli stati, e un network di banche a livello europeo per affrontare eventuali fallimenti provocati dal Covid-19, con i crediti deteriorati che ne conseguiranno.
Se è recessione quella che ci si aspetta, bisogna cambiare atteggiamento, soprattutto in prospettiva della fine delle moratorie sui crediti. L'UE apre così alle "asset management company" (Amco), ovvero società controllate dagli stati, che acquistano sul mercato crediti deteriorati alle banche in crisi. Ebbene, questi istituti dovrebbero però essere regolati da un sistema omogeneo in UE che possa dare vita anche a una rete di bad bank nazionali operanti nei paesi dell'Unione.
Oggi, la Commissione UE presenterà un quadro d'insieme per discutere dell'utilità delle bad bank pubbliche, già dimostrata nei tempi non sospetti della crisi 2012. Dopo aver riconosciuto che la crisi economica è grave, Valdis Dombrovskis ha spiegato che l'UE ha già aperto a una maggiore flessibilità all'interno delle regole esistenti sugli npl, ma che dovranno essere presentate altre proposte. Obiettivo: che lo Stato intervenga solo in caso di fallimento delle banche, senza far concorrenza ai privati nella pulizia dei crediti deteriorati.
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