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Azioni, quale strategia per il 2012?

I rendimenti intorno al 2% dei bond governativi di molti paesi sviluppati spingono gli investitori ad assumersi qualche rischio, questo dando per scontato che vogliano battere l’inflazione

di Redazione Soldionline 12 gen 2012 ore 11:51
Articolo a cura di Ad van Tiggelen, Senior Strategist di ING Investment Management

I rendimenti intorno al 2% dei bond governativi di molti paesi sviluppati spingono gli investitori ad assumersi qualche rischio, questo dando per scontato che vogliano battere l’inflazione. I mercati azionari saranno quindi sicuramente una delle opzioni per allocare parte dei propri investimenti, a patto di avere le cinture di sicurezza ben allacciate. Anche se l’equity offre sicuramente valore, la volatilità sarà elevata anche nel 2012. Ma soprattutto, quali saranno i settori più interessanti?

Se guardiamo al passato recente, gli investitori avrebbero dovuto investire sui difensivi (food e pharma) nel 2008 e sui ciclici (industriali e materie prime) nel 2009 e nel 2010. Lo scorso anno, considerata la crisi dell’eurozona, la bassa crescita economica e un inizio di credit crunch, sono tornati in auge i difensivi. Quindi per il 2012 qual è la scelta più indicata? Continuare a puntare sui difensivi oppure dare fiducia ai ciclici?

Non credo che quest’anno sarà così semplice fare una netta distinzione tra le due categorie, come avvenuto in precedenza. Due sono i motivi: non ci sono settori nettamente sotto o sopravvalutati rispetto alle medie storiche, con l’eccezione dei beni di consumo non ciclici, che sembra leggermente caro; nel 2012 l’andamento economico non avrà un trend ben definito tale per cui sia possibile privilegiare con sicurezza porti sicuri o asset rischiosi. I politici statunitensi sosterranno probabilmente una modesta crescita almeno fino alle elezioni, e nell’eurozona si cercherà invece di evitare una pesante recessione, seppur con un approccio reattivo invece che proattivo. L’inflazione dovrebbe diminuire leggermente e l’economia dei mercati emergenti sosterrà i prezzi delle materie prime al livello attuale.

Alla luce di questo scenario, guardiamo con favore a titoli e settori che abbiano alcune caratteristiche:
- diversificazione internazionale con una buona presenza sui mercati emergenti;
- dimensione e posizionamento solidi e tali da garantire l’accesso al mercato dei capitali e con limitata dipendenza dal settore bancario;
- dividendi interessanti, con un focus sulla loro crescita piuttosto che sul livello previsto per l’anno corrente;
- dipendenza dal ciclo delle materie prime piuttosto che dai capitali e dagli investimenti

Di conseguenza, siamo più propensi per i settori difensivi, con una preferenza per farmaceutico e beni di consumo non ciclici. Sebbene questi titoli non siano proprio a buon mercato, rispondono ad almeno tre dei quattro criteri suindicati. Se invece guardassimo ai ciclici, il nostro favore andrebbe alle società che operano nel settore delle materie prime, sia in ambito energetico sia in quello dei materiali di base. Quest’ultimo è il settore che ha riportato la peggior performance del 2011, peggio addirittura dei financials, ma riteniamo che abbia buone prospettive per i prossimi mesi. Da ultimo, continuiamo ad apprezzare il settore dei tecnologici, con molte società che combinano crescita strutturale, bilanci solidi e valutazioni interessanti.

Due settori difensivi che hanno performato relativamente bene nel 2011 sono stati le telecomunicazioni e le utilities. I dividendi di queste società sono molto alti, ma le aspettative sono più per una loro diminuzione, piuttosto che per un incremento. Queste società di norma sono carenti per quanto riguarda la diversificazione del business e hanno debiti elevati. Sul fronte dei ciclici, così come per il 2011, manteniamo una certa cautela sui titoli industriali e sui beni di consumo, eccetto il settore del lusso e alcuni produttori di auto.

Uno dei settori più difficili da valutare rimane quello dei finanziari. Nessun altro settore dipende dalle decisioni politiche come questo, specialmente in Europa. Recentemente abbiamo adottato una posizione neutrale su questi titoli, considerato che il rischio sovrano sembrerebbe bilanciato dalle basse valutazioni e dalla proattività delle banche centrali. Queste sono le azioni per cui il segnale di “allacciate le cinture” è sempre acceso.
Per concludere, suggeriamo agli investitori di adottare un approccio bilanciato, con una quota di portafoglio su titoli “noiosi” come i farmaceutici e i beni di consumo non ciclici e una parte in titoli di settori più legati al ciclo economico, come le materie prime e i tecnologici.
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