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Aumento di capitale Unicredit: i motivi dell’operazione

L’EBA (European Banking Authority, l’Autorità Bancaria Europea) aveva stimato in circa 8 miliardi di euro il fabbisogno di capitale complessivo per la banca italiana

di Edoardo Fagnani 10 gen 2012 ore 11:55
Unicredit ha fornito qualche indicazione su come impiegherà i proventi derivanti dall’aumento di capitale.

CONSULTA LE CARATTERISTICHE DELL'OPERAZIONE

Prima di tutto nel prospetto informativo i vertici dell’istituto hanno precisato che i proventi netti derivanti dall’operazione, in caso di integrale sottoscrizione delle azioni offerte, al netto delle spese, sono stimati pari a circa 7,25 miliardi di euro, rispetto a un ammontare lordo di 7,5 miliardi. Di conseguenza, il totale delle spese, inclusivo delle commissioni del consorzio bancario che garantirà la sottoscrizione dei diritti che resteranno inoptati, è stimato in 250 milioni di euro.


Sempre nel prospetto informativo, il management di Unicredit ha precisato che l’aumento di capitale è destinato a rafforzare la struttura del capitale regolamentare della banca ai fini di un posizionamento favorevole nell’ambito di un contesto macroeconomico molto complesso.
Inoltre, l’operazione consentirà a Unicredit di adeguarsi al nuovo contesto della normativa regolamentare del settore bancario e finanziario, tenendo anche in considerazione i requisiti richiesti per le istituzioni finanziarie di importanza sistemica globale. Unicredit ha ricordato che nell’ottobre 2011 l’EBA (European Banking Authority, l’Autorità Bancaria Europea), in collaborazione con le competenti autorità, aveva stimato in circa 8 miliardi di euro il fabbisogno di capitale complessivo per la banca italiana, sulla base dei dati al 30 settembre 2011. Questa mossa non ha l’obiettivo di coprire perdite causate dal rischio sovrano, bensì di rassicurare i mercati in merito alla capacità delle banche di resistere a una serie di situazioni di shock mantenendo un capitale adeguato. L’adeguamento a questo fabbisogno deve essere realizzato entro giugno di quest’anno.

In particolare, secondo i vertici di Unicredit, l’impatto positivo pro-forma sul Core Tier 1 Ratio – considerando gli effetti derivanti dall’aumento di capitale a titolo gratuito mediante utilizzo della riserva sovrapprezzo in riferimento alle azioni sottostanti i CASHES, pari a 50 punti base – è pari a 161 punti base al 30 settembre 2011, portando il Core Tier 1 Ratio dall’8,74% al 10,35%.
L’impatto positivo pro-forma sul Common Equity ratio – assumendo la piena applicazione delle previsioni di Basilea 3 e la piena sottoscrizione della ricapitalizzazione – è stimato pari a 142 punti base al 30 settembre 2011, portando il Common Equity ratio dal 7,39% (percentuale che include gli effetti derivanti dall’aumento di capitale a titolo gratuito mediante utilizzo della riserva sovrapprezzo in riferimento alle azioni sottostanti i CASHES, pari a 44 punti base) all’8,81%.
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