Aumento capitale Unicredit: cosa fare e come farlo
Unicredit punta a raccogliere circa 13 miliardi per rafforzare il suo patrimonio in via di una netta pulizia di bilancio. Ma cosa dovranno fare gli azionisti? Partecipare o meno? E come farlo?
di Mauro Introzzi 6 feb 2017 ore 08:39Parte l’operazione di aumento di capitale di Unicredit. L’istituto di Mustier punta a raccogliere circa 13 miliardi di euro per rafforzare il suo patrimonio in via di una netta pulizia di bilancio dai crediti non performanti. Ma cosa dovranno fare gli azionisti? Partecipare o meno? E come farlo?
In primis una premessa importantissima: lo scritto seguente non intende fornire alcun consiglio d’investimento, ma indicare alcune modalità operative nell'ambito dell’operazione di aumento di capitale di Unicredit.
Lunedì 6 febbraio è la data dell’avvio dell’aumento di capitale da 13 miliardi di euro di Unicredit. Ma come funziona questa operazione di aumento di capitale? Per semplificare proviamo a simularne una, immaginando le possibilità a disposizione di chi era già azionista a inizio aumento di capitale e a chi non lo era.
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AUMENTO DI CAPITALE UNICREDIT: COSA FARE SE SEI AZIONISTA
Per gli azionisti di Unicredit alla data di inizio della ricapitalizzazione la scelta dicotomica a disposizione è tra aderire all’aumento di capitale o meno.
PARTECIPARE ALL'AUMENTO DI CAPITALE UNICREDIT DA AZIONISTA
Il primo giorno di aumento di capitale (lunedì 6 febbraio) dal prezzo ufficiale dell’azione è stato “estratto” un diritto (quindi assegnato gratuitamente ai soci), che rappresenta l’opzione per l’azionista di partecipare all’aumento di capitale alle condizioni stabilite (la sottoscrizione di 13 azioni ordinarie o di risparmio ogni 5 diritti a un prezzo unitario di 8,09 euro). Utilizzando questa opzione (bisogna comunicarlo al proprio istituto bancario) e versando quindi la somma per sottoscrivere le nuove azioni, l’azionista partecipa all’aumento di capitale.
In questo modo la quota del singolo azionista nel capitale dell’istituto non sarà soggetto a diluizione (nel senso che il peso della sua partecipazione in rapporto al totale del capitale non scenderà).
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L’AZIONISTA UNICREDIT CHE NON VUOLE PARTECIPARE
L’azionista che non vuole partecipare all’operazione, invece, può cedere sul mercato i diritti che gli sono stati assegnati, in quanto sono contrattati come fossero una normale azione. A differenza di quest’ultima, però, un diritto scade (l’ultimo giorno di quotazione dei diritti, nell’ambito dell’aumento di capitale del Unicredit, è venerdì 17 febbraio) ed è quindi importante che l’azionista ceda il suo diritto. Meglio non in prossimità degli ultimi giorni di quotazione del diritto stesso. Giornate caratterizzate da grandissima volatilità e quindi foriere di sorprese negative.
A proposito di diluizione, nel supplemento al prospetto informativo legato all’operazione il Unicredit indica che gli azionisti che decidessero di non sottoscrivere la quota loro spettante, nel caso di mancato integrale esercizio dei diritti di opzione loro spettanti e di integrale sottoscrizione dell’aumento di capitale in opzione, subirebbero una riduzione massima della loro partecipazione, in termini percentuali sul capitale, pari al 72,22%.
All’interno di queste due opzioni (partecipare totalmente o vendere tutti i diritti) esistono poi, naturalmente, delle scelte intermedie, come quelle di vendere alcuni dei diritti e utilizzare la somma incassata per acquistare le nuove azioni, esercitando i diritti rimasti in portafoglio.
Proviamo a chiarire ancora di più il quadro con esempi numerici.
Un investitore che venerdì 3 febbraio aveva – ipotizziamo - in carico 100 azioni ordinarie Unicredit a 26,16 euro (questo il prezzo di chiusura) si è trovato lunedì mattina con 100 azioni ordinarie in carico a 13,11 euro e 100 diritti a 13,05 euro. Con una semplice operazione matematica è agevole comprendere come nell’istante del suo avvio l’operazione di aumento di capitale sia totalmente neutrale.
Questo investitore, ora, potrebbe decidere di:
- partecipare integralmente all’operazione, utilizzando i propri 100 diritti per sottoscrivere 260 azioni di nuova emissione (i 100 diritti/5 * 13) a un prezzo di 8,09 euro l’una e quindi con una spesa aggiuntiva pari a 2.103,4 euro. A fine dell’operazione l’azionista avrà in portafoglio complessivamente 360 azioni;
- vendere tutti i propri diritti, non sottoscrivere l’aumento di capitale e diluire la sua quota nell’azionariato;
- optare per soluzioni intermedie utilizzando un po’ di denaro derivante dalla cessione dei diritti per partecipare all’aumento. Ad esempio vendere 50 diritti ed utilizzare i restanti 50 per sottoscrivere 130 nuove azioni. In questo modo una parte della spesa di 1.051,7 euro (130 * 8,09 euro) può essere coperta con la somma incassata dalla vendita dei 50 diritti. L’entrata per questa operazione è però abbastanza incerta, considerando che l’esperienza dice che nelle prime ore le quotazioni di questi strumenti sono decisamente volatili.
La discriminante, in questi casi, è legata alla fiducia che l’investitore riserva all’azienda, al suo piano di rilancio e, nella fattispecie, alla sua opera di pulizia di bilancio.
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PARTECIPARE ALL'AUMENTO DI CAPITALE UNICREDIT DA NON AZIONISTA
Per chi non era azionista Unicredit all’avvio dell’aumento di capitale ma che in questi giorni si è convinto della possibilità di diventare un socio della banca appare indifferente (dal punto di vista economico) acquistare diritti e sottoscrivere azioni (nel medesimo modo in cui fanno gli azionisti) o acquistare direttamente titoli sul mercato. Gli arbitraggi sul titolo, almeno nei primi giorni di aumento di capitale, lavorano per mantenere allineati i corsi dei due strumenti. Tuttavia non è così, visto che la disponibilità delle azioni sarà piena solo a fine operazione. In altre parole, chi sottoscrive ora scommette che a fine aumento di capitale il prezzo dell’azione sia maggiore rispetto a quello di oggi.