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Aumento capitale Popolare Emilia Romagna: cosa fare e come farlo

La Popolare dell’Emilia Romagna è l’ultima, dopo una serie di banche, a rafforzare il proprio capitale. Ma come si partecipa all’aumento di capitale? Cosa fare e come farlo?

di Mauro Introzzi 24 giu 2014 ore 13:47
Lo scritto seguente non intende fornire alcun consiglio d’investimento, ma indicare alcune modalità operative nell'ambito dell’operazione di aumento di capitale della Popolare dell’Emilia Romagna

In queste ore di lunedì 23 giugno è partito l’aumento di capitale da 750 milioni di euro di Banca Carige. Dopo il Banco Popolare, la Popolare di Milano, il Creval, Monte dei Paschi di Siena, la Popolare di Sondrio e Banca Carige tocca all’istituto emiliano-romagnolo rafforzare la propria patrimonializzazione. L’operazione della banca chiude questa serie di ricapitalizzazioni.

popolare-emilia-romagnaMa come funziona un’operazione di aumento di capitale? Per semplificare l’operazione proviamo a simularne una, immaginando le possibilità a disposizione di chi era già azionista a inizio aumento di capitale e a chi non lo era.

LEGGI ANCHE: Aumento capitale Popolare Emilia Romagna, caratteristiche dell'operazione

AUMENTO DI CAPITALE POPOLARE EMILIA ROMAGNA: COSA FARE SE SEI AZIONISTA
Per gli azionisti della Popolare dell’Emilia Romagna alla data di inizio della ricapitalizzazione la scelta dicotomica a disposizione è tra aderire all’aumento di capitale o meno.

PARTECIPARE ALL'AUMENTO DI CAPITALE DELLA POPOLARE EMILIA ROMAGNA DA AZIONISTA

Il primo giorno di aumento di capitale (lunedì 23 giugno) dal prezzo ufficiale dell’azione è stato “estratto” un diritto (quindi assegnato gratuitamente ai soci), che rappresenta l’opzione per l’azionista di partecipare all’aumento di capitale alle condizioni stabilite (la sottoscrizione di 7 azioni ogni 16 diritti a un prezzo unitario di 5,14 euro). Utilizzando questa opzione (bisogna comunicarlo al proprio istituto bancario) e versando quindi la somma per sottoscrivere le nuove azioni, l’azionista partecipa all’aumento di capitale.
In questo modo la quota del singolo azionista nel capitale dell’istituto non sarà soggetto a diluizione (nel senso che il peso della sua partecipazione in rapporto al totale del capitale non scenderà).

pop-emilia2L’AZIONISTA DELLA POPOLARE EMILIA ROMAGNA CHE NON VUOLE PARTECIPARE

L’azionista che non vuole partecipare all’operazione, invece, può cedere sul mercato i diritti che gli sono stati assegnati, in quanto sono contrattati come fossero una normale azione. A differenza di quest’ultima, però, un diritto scade (l’ultimo giorno di quotazione dei diritti, nell’ambito dell’aumento di capitale della Popolare dell’Emilia Romagna, è venerdì 11 luglio) ed è quindi importante che l’azionista ceda il suo diritto. Meglio non in prossimità degli ultimi giorni di quotazione del diritto stesso. Giornate caratterizzate da grandissima volatilità e quindi foriere di sorprese negative.

A proposito di diluizione, nel supplemento al prospetto informativo legato all’operazione Carige indica che gli azionisti che decidessero di non sottoscrivere la quota loro spettante, nel caso di mancato integrale esercizio dei diritti di opzione loro spettanti e di integrale sottoscrizione dell’aumento di capitale in opzione, subirebbero una riduzione massima della loro partecipazione, in termini percentuali sul capitale, pari al 30,41%.

All’interno di queste due opzioni (partecipare totalmente o vendere tutti i diritti) esistono poi, naturalmente, delle scelte intermedie, come quelle di vendere alcuni dei diritti e utilizzare la somma incassata per acquistare le nuove azioni, esercitando i diritti rimasti in portafoglio.

gruppobper3AUMENTO DI CAPITALE POPOLARE EMILIA ROMAGNA: QUALCHE SIMULAZIONE
Proviamo a chiarire ancora di più il quadro con esempi numerici.

Un investitore che venerdì 20 giugno aveva in carico 1.600 azioni della Popolare dell’Emilia Romagna a 7,35 euro (questo il prezzo di chiusura) si è trovato lunedì mattina con 1.600 azioni in carico a 6,675 euro e 1.600 diritti a 0,6725 euro.

Questo investitore, ora, potrebbe decidere di:
- partecipare integralmente all’operazione, utilizzando i propri 1.600 diritti per sottoscrivere 700 azioni di nuova emissione (i 1.600 diritti/16 * 7 a un prezzo di 5,14 euro l’una e quindi con una spesa aggiuntiva pari a 3.598 euro);
- vendere tutti i propri diritti, non sottoscrivere l’aumento di capitale e diluire la sua quota nell’azionariato;
- optare per soluzioni intermedie utilizzando un po’ di denaro derivante dalla cessione dei diritti per partecipare all’aumento. Ad esempio vendere 800 diritti ed utilizzare i restanti 800 per sottoscrivere 350 nuove azioni. In questo modo una parte della spesa di 1.799 euro (350 * 5,14 euro) può essere coperta con la somma incassata dalla vendita dei diritti.

La discriminate, in questi casi, è legata alla fiducia che l’investitore riserva all’azienda e al suo piano di sviluppo.

PARTECIPARE A UN AUMENTO DI CAPITALE DA NON AZIONISTA

Per chi non era azionista della Popolare dell’Emilia Romagna all’avvio dell’aumento di capitale ma che in questi giorni si è convinto della possibilità di diventare un socio della banca appare indifferente (dal punto di vista economico) acquistare diritti e sottoscrivere azioni (nel medesimo modo in cui fanno gli azionisti) o acquistare direttamente titoli sul mercato. Gli arbitraggi sul titolo, almeno in questi primi giorni di aumento di capitale, hanno lavorato per mantenere allineati i corsi dei due strumenti. Tuttavia non è così, visto che, come già segnalato, la disponibilità delle azioni sarà piena solo a fine operazione. In altre parole, chi sottoscrive ora scommette che a fine aumento di capitale il prezzo dell’azione sia maggiore rispetto a quello di oggi.
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