Aumento capitale Cattolica Assicurazioni: rischi dell'operazione
Tra i rischi relativi alla società da citare quelli legati all'acquisizione FATA e ai covenants, tra quelli del settore il quadro normativo e gli stress test EIOPA
di Mauro Introzzi 21 nov 2014 ore 11:14Anche il prospetto che correda l’aumento di capitale di Cattolica Assicurazioni, come ogni documento legato a questa tipologia di operazioni, contiene una corposissima sezione legata ai rischi. L’argomento è delicato e nei prospetti informativi si pecca spesso e volentieri – per ovvi motivi - di molta prudenza. Ai limiti dell’eccesso.
Come al solito il prospetto evidenzia diverse tipologie di rischi: quelli legati all’emittente e quelli connessi al settore in cui l’emittente opera. Analizziamo quelli maggiormente degni di nota.
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FATTORI DI RISCHIO RELATIVI ALL’EMITTENTE: ACQUISIZIONE FATA, CRESCITA ESTERNA E COVENANTS
Tra i rischi relativi all’emittente la stessa Cattolica Assicurazioni cita quelli legati all’acquisizione di FATA, compagnia assicurativa con fortissima presenza nel settore agricolo rilevata da Generali e finita sotto il cappello della società nel mese di giugno 2014 a fronte del pagamento di un prezzo pari a 194,7 milioni di euro circa. Il gruppo segnala, a tal proposito, che la profittabilità dell’operazione dipenderà dalla capacità di integrare FATA nel gruppo in maniera efficiente e di conseguire potenziali sinergie ed economie di scala. Un insuccesso dell’integrazione rappresenta quindi un rischio per i conti del gruppo
Un altro rischio riguarda la strategia di crescita per linee esterne. Se il gruppo, con le risorse rinvenienti dell’aumento di capitale, dovesse effettuare acquisizioni, joint venture o investimenti senza riuscire ad integrare con successo le nuove realtà produttive, l’attività, i risultati operativi o la situazione finanziaria del gruppo potrebbero subire effetti negativi significativi.
Alcuni rischi sono poi legati a particolari clausole che assistono taluni contratti di finanziamento di cui è parte l’emittente.
Il controvalore dei contratti di finanziamento del gruppo (inteso come valore di erogato per i contratti di finanziamento e valore di utilizzato con riferimento alle linee di credito) al 30 settembre 2014 è pari complessivamente a 350 milioni di euro, di cui la percentuale di incidenza sugli stessi dei contratti finanziari caratterizzati da clausole che comportano limiti all’utilizzo di risorse finanziarie (covenant, negative pledge, events of default) è pari al 37,7%. Il mancato rispetto di queste clausole potrebbe portare anche all’obbligo di rimborso anticipato dei prestiti che l’emittente ha in essere.
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FATTORI DI RISCHIO RELATIVI AL SETTORE IN CUI CATTOLICA ASSICURAZIONI OPERA: EVOLUZIONE NORMATIVA, CICLICITA' DEL SETTORE, STRESS TEST EIOPA
Tra i principali rischi di settore il gruppo cita quello relativo all’evoluzione del quadro normativo e della regolamentazione. Il gruppo opera in settori altamente regolamentati e vigilati. L’emanazione di nuove disposizioni legislative o regolamentari, anche in ambito fiscale, nonché eventuali modifiche, a livello comunitario, nazionale e/o locale, del quadro normativo e/o degli orientamenti giurisprudenziali, nonché l’eventuale insorgere di procedimenti conseguenti alla violazione di disposizioni di legge e regolamentari, potrebbero avere effetti anche rilevanti sull’organizzazione, la struttura della società oltre che sulla reputazione e sull’attività e sulla situazione economica, patrimoniale e finanziaria del gruppo.
Un altro rischio è quello legato alla ciclicità del settore. Il prospetto spiega che il settore delle assicurazioni è, soprattutto con riferimento al settore assicurativo Ramo Danni, tendenzialmente un settore ciclico, che storicamente è stato oggetto di notevoli fluttuazioni reddituali dovute principalmente a eventi imprevedibili e incerti quali la concorrenza, la frequenza e la gravità di disastri naturali e catastrofi e altri fattori. Gli effetti di tale particolare ciclicità, dei cambiamenti nelle aspettative dei consumatori sull’entità dei premi assicurativi, sulla frequenza e sull’entità delle richieste di indennizzo o sugli altri fattori che possono incidere sul settore delle assicurazioni, potrebbero pertanto influire negativamente sulla situazione economica, patrimoniale e finanziaria del gruppo.
Nel prospetto sono poi citati i rischi inerenti gli stress test dell’EIOPA, la European Insurance and Occupational Pensions Authority. In data 30 aprile 2014 l’ente continentale ha predisposto un’analisi sulle maggiori compagnie di assicurazioni europee con la finalità di acquisire informazioni sull’attuale vulnerabilità del settore assicurativo europeo rispetto a scenari avversi del mercato.
Questo stress test è stato condotto sulle compagnie europee anche avendo riguardo ai requisiti patrimoniali che dovrebbero essere richiesti da Solvency II una volta che siano definite le specifiche di dettaglio, a partire dal 1° gennaio 2016.
Cattolica Assicurazioni scrive che alla data del prospetto non è possibile prevedere gli esiti degli stress test EIOPA sul mercato assicurativo europeo e non si può quindi escludere che ad esito di tali test, le autorità di vigilanza assumano iniziative volte a far adottare alle compagnie assicurative interventi idonei a modificare i profili di rischio delle stesse quali, a titolo esemplificativo, specifiche attività gestionali finalizzate a ridurre il profilo di rischio delle compagnie (ad esempio, incremento del ricorso alla riassicurazione), cessione di attivi ovvero iniziative di ripatrimonializzazione, con possibili conseguenti effetti negativi sulla situazione economica, patrimoniale e finanziaria del gruppo.