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Aumento di capitale Banca Carige, come partecipare (o non partecipare)

Come funziona l'operazione di aumento di capitale di Banca Carige? Come partecipare? E invece cosa dovrebbe fare chi non intente aderire? E chi vuole invece diventare azionista?

di Mauro Introzzi 9 giu 2015 ore 14:13

Lo scritto seguente non intende fornire alcun consiglio d’investimento, ma indicare alcune modalità operative nell'ambito dell’operazione di aumento di capitale di Banca Carige

Come in operazioni analoghe diversi lettori ci hanno chiesto di spiegare come funziona l’aumento di capitale di Banca Carige. Per fornire una spiegazione dettagliata, riprendiamo analisi simili elaborate per altre ricapitalizzazioni e operiamo una simulazione sulla base delle possibilità a disposizione di chi era già azionista a inizio aumento di capitale e che si trova a dover scegliere tra aderire all’aumento di capitale o meno.

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carige2AUMENTO CAPITALE CARIGE: COME PARTECIPARE
Il primo giorno di aumento di capitale, lo scorso lunedì 8 giugno, dal prezzo ufficiale della società è stato staccato un diritto, che è stato assegnato gratuitamente agli azionisti. Questo “titolo” (perché come un titolo è scambiabile in borsa) rappresenta l’opzione - per l’azionista - di partecipare all’aumento di capitale alle condizioni stabilite (la sottoscrizione di 7 nuove azioni ogni diritto posseduto, a un prezzo unitario di 1,17 euro). In questo modo la quota del singolo azionista nel capitale dell’istituto non sarà diluita. In parole povere questa affermazione equivale a dire che il peso della partecipazione del socio in rapporto al totale del capitale non scenderà. A questo proposito, nel supplemento al prospetto informativo, MPS ha segnalato che gli azionisti che decidessero di non sottoscrivere l’offerta per la parte di loro competenza e nel caso di integrale sottoscrizione dell’aumento di capitale, subirebbero una diluizione massima della loro partecipazione pari al 87,5%.
Ad esempio (limitiamo il caso al possesso delle sole azioni ordinarie) un investitore che aveva in carico 1.000 azioni ordinarie di Banca Carige valorizzate 5,605 euro (prezzo di chiusura ufficiale di venerdì 5 giugno) si è trovato lunedì mattina con 1.000 azioni in carico a 1,724 euro e 1.000 diritti a 3,88 euro. Nel caso volesse partecipare in toto all’aumento di capitale dovrebbe utilizzare tutti i diritti per sottoscrivere 7.000 azioni a un prezzo unitario di 1,17 euro, che equivale a una spesa aggiuntiva di circa 8.190 euro. A fine aumento di capitale l’azionista avrà in portafoglio 8.000 azioni (le 1.000 iniziali più le 7.000 sottoscritte) con un valore di carico che sarà risultate dalla media ponderata dell’acquisto originario e dei denaro sborsato (8.190 euro, appunto) per partecipare all’operazione.

GUIDA: Gli aumenti di capitale e il diritto di opzione


AUMENTO CAPITALE CARIGE: COSA FARE PER NON PARTECIPARE

Logicamente chi non vuole incrementare il proprio impegno in Banca Carige può decidere di non partecipare all’aumento di capitale. In questo caso l’azionista può cedere sul mercato i diritti che gli sono stati assegnati. Questi titoli, infatti, sono contrattati come fossero un normale titolo azionario.
Tuttavia, a differenza delle azioni, i diritti hanno una scadenza. Nel caso di questo aumento di capitale 2015 di Carige l’ultimo giorno di contrattazione dei diritti è venerdì 19 giugno.
In questo caso gli operatori consigliano di vendere i diritti senza aspettare gli ultimi giorni di contrattazione degli stessi, sedute caratterizzate da volatilità molto elevata. E non va trascurato il fatto che il valore dei diritti negli ultimi giorni di contrattazioni potrebbe azzerarsi.

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carige4AUMENTO CAPITALE CARIGE: AZIONI INTERMEDIE
Ma esistono anche numerose opzioni intermedie. Ovvero si può vendere una parte dei diritti e utilizzare la somma incassata per acquistare nuove azioni, esercitando i diritti rimasti in portafoglio. Questa opzione comprende innumerevoli possibilità è può essere considerata la via di mezzo delle precedenti. Riprendendo i dati di partenza dell’esempio precedente un’alternativa, ad esempio, potrebbe essere quella di vendere 500 diritti ed esercitare i restanti 500 diritti, sottoscrivendo 3.500 nuove azioni. In questo modo una parte della spesa di 4.095 euro (3.500 x 1,17 euro) può essere coperta con la somma incassata dalla vendita dei diritti. In questo modo a fine aumento di capitale l’azionista avrà in portafoglio 4.500 azioni (le 1.000 iniziali più le 3.500 sottoscritte) ad un valore di carico che sarà risultate dalla media ponderata dell’acquisto originario e dei denaro sborsato per partecipare, parzialmente, all’operazione.

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CARIGE, DIVENTARE AZIONISTA DURANTE L’AUMENTO DI CAPITALE

Molti risparmiatori tengono sotto controllo gli aumenti di capitale perché spesso potrebbero presentarsi delle buone occasioni per diventare azionisti della società che sta rinforzando il proprio capitale. In questo caso la scelta è tra comprare le azioni direttamente sul mercato oppure acquistare i diritti ed esercitarli per sottoscrivere le azioni. I valori da confrontare per capire quale delle due alternative sia la più vantaggiosa sono il prezzo dell’azione da una parte e la somma tra denaro usato per comprare i diritti e quello per esercitarlo dall’altro.
Solitamente il mercato è efficiente e le forze che si contrappongono in esso portano le due opzioni in parità. Ma non sempre è così.

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