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Dove finiranno i proventi dell'aumento di capitale del Banco Popolare

Come l’istituto impiegherà i proventi derivanti dall’aumento di capitale? Domanda importante per valutare se partecipare o meno alla ricapitalizzazione del Banco Popolare

di Mauro Introzzi 2 apr 2014 ore 15:03
Per valutare se partecipare o meno all’aumento di capitale del Banco Popolare è essenziale capire come l’istituto impiegherà i proventi derivanti dall’operazione.

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Per scoprirlo analizziamo cosa la banca di Pier Francesco Saviotti indica nel prospetto informativo. Secondo la documentazione che accompagna la ricapitalizzazione quest’ultima è volta a rafforzare la struttura patrimoniale del gruppo, garantendo al contempo la possibilità di posizionarsi in modo favorevole sul mercato e cogliere le opportunità derivanti dalla futura crescita economica.

PER APPROFONDIRE: Le caratteristiche dell'aumento di capitale del Banco Popolare

banco_popolare_2AUMENTO DI CAPITALE BANCO POPOLARE: COSA RECEPISCE
L’operazione, sempre secondo il prospetto, recepisce in primis le indicazioni formulate dal collegio dei supervisori del gruppo nello scorso mese di gennaio, nonché quelle dell’EBA (la European Banking Authority), che nel luglio 2013 suggeriva “di elevare la dotazione patrimoniale in modo da allinearla ai più elevati livelli di patrimonializzazione espressi dalle altre principali banche nazionali”.

A tal proposito la stessa banca specifica però che, a inizio 2014, i coefficienti patrimoniali dell’istituto risultano comunque superiori ai livelli minimi richiesti dalla nuova normativa prudenziale entrata in vigore a partire da tale data, le cosiddette "regole di Basilea 3”.

AUMENTO DI CAPITALE BANCO POPOLARE: LA DOTAZIONE PATRIMONIALE A FINE OPERAZIONE
Banco Popolare indica poi che l’ampio margine, in termini di dotazioni patrimoniali che si verrebbero a disporre all’esito dell’operazione consentirà al gruppo di affrontare anche gli eventuali impatti derivanti dalla Comprehensive Assessment promossa dalla Banca Centrale Europea a inizio novembre 2013 (la valutazione approfondita della solidità delle banche europee della durata di 12 mesi e condotta dalla stessa BCE in collaborazione con le autorità nazionali competenti) nonché gli eventuali impatti derivanti dall’Asset Quality Review e dal successivo Stress Test al quale tutte le banche destinate ad essere vigilate direttamente dalla BCE saranno sottoposte nel corso del corrente anno.

L’istituto indica poi che, sulla base dei dati di chiusura dell’esercizio 2013 e assumendo la sottoscrizione della ricapitalizzazione per l’intero ammontare di 1,5 miliardi di euro (inserendo anche gli impatti attesi dalle fusioni Credito Bergamasco e Italease), il gruppo esprimerebbe alla data dell’1 gennaio 2014 i seguenti ratios patrimoniali “pro-forma”:

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Fonte: prospetto informativo aumento di capitale del Banco Popolare

AUMENTO DI CAPITALE BANCO POPOLARE: ALTRI BENEFICI
Al di là degli impatti sugli indici patrimoniali, la banca indica che l’operazione consentirà, inoltre, di:
- migliorare il posizionamento competitivo del Banco Popolare all’interno del mercato finanziario nazionale,
- ridurre il proprio costo del funding grazie all’auspicato miglioramento del proprio rating,
- acquisire i margini di libertà necessari per poter programmare un significativo sviluppo delle tradizionali attività creditizie, preservando la propria tradizione di banca di matrice cooperativistica, vicina alle famiglie ed alle imprese
In tale ottica, evidenzia il prospetto informativo, “l’aumento di capitale si armonizza con gli obiettivi del nuovo piano industriale”.

AUMENTO DI CAPITALE BANCO POPOLARE: RISULTATI FINANZIARI
Sotto il profilo finanziario, infine, l’aumento di capitale (se sottoscritto per l’intero controvalore pari a 1,5 miliardi di euro) genererà un flusso addizionale di liquidità che permetterà di compensare il deflusso conseguente al rimborso integrale per cassa alla data di naturale scadenza (24 marzo 2014) del prestito obbligazionario convertibile denominato “Banco Popolare 2010/2014 4,75% convertibile con facoltà di rimborso in azioni” e, per la differenza, di fornire risorse finanziarie aggiuntive da utilizzare per lo sviluppo dell’attività del gruppo.
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