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ASATI (Associazione Azionisti Telecom Italia) scrive a Enrico Letta

di Mauro Introzzi 23 ott 2013 ore 08:58 Le news sul tuo Smartphone
Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta che ASATI (Associazione Azionisti Telecom Italia) ha inviato al Presidente del Consiglio Enrico Letta e a numerosi altri esponenti del mondo economico e politico in vista dell'incontro del premier con i vertici di Telefonica

Egregio Presidente del Consiglio, on. Enrico Letta
Apprendiamo dalle notizie di stampa che sarebbe previsto un incontro del Presidente del Consiglio Letta con il Presidente di Telefonica Alierta.
I piccoli azionisti risparmiatori e le minorities che rappresentiamo e che, ribadiamo ancora una volta costituiscono la maggioranza del capitale della Società, con la presente sono a chiederLe,  Signor Presidente, che considerata l’attuale situazione molto critica di Telecom Italia, di emettere a valle dell’incontro un comunicato sugli esiti e sulla sostanza del colloquio, data  l’alta sensibilità del tema con inevitabili riflessi sul mercato.
E’ ormai noto che Telefonica infatti non apporterà, con il rinnovo dei patti Telco, tutti a favore del socio spagnolo, nessuna risorsa finanziaria, ma attuerà una dismissione delle attività di Tim Brasil, ridurrà sensibilmente gli investimenti in Italia con gravi ripercussioni anche sul livello occupazionale e sull’indotto: livelli che oggi vedono occupati in TI ancora 150.000 persone.
Tra l’altro il riconoscimento ai soci italiani di Telco di un valore di 1.1 euro ad azione ha gravemente danneggiato tutte le minorities. E’ una vergogna assistere impassibili  in questo momento ad azioni di pressing di Telefonica, che pur non avendo ancora  preso il controllo, preme per indirizzare nuovi piani di riduzione degli impegni in Italia e per impedire qualsiasi ulteriore opportunità tra cui l’ingresso di nuovi azionisti per investimenti nella rete NGN italiana.

Le chiediamo quindi a valle dell’incontro di conoscere i temi dell’agenda e i risultati ottenuti in difesa di quell’Agenda Digitale tanto sbandierata nel meeting di ieri alla Confindustria, che rimarranno parole al vento senza la leadership di TI, e ci preoccupa molto invece l’endorsement che lei nella stessa assise ha fatto a Telefonica.
La preghiamo infine di documentarsi molto più approfonditamente sullo scenario che si avvererà se TE continuerà questo progetto scellerato. Lei parla di consolidamento Europeo ed ha ragione ma questo si può solo realizzare non con una operazione ostile palese a tutti come quella attuale su l’Italia, ma facendo una fusione TE e TI carta contro carta riconoscendo, secondo tutti gli indici economico finanziari una valore di concambio almeno di 1.2 euro ad azione per TI. Una soluzione questa sicuramente osteggiata da TE che altrimenti l’avrebbe proposta dall’inizio invece di utilizzare leggi arcaiche da medioevo che regolano i patti nelle scatole di controllo fuori mercato e che fino ad oggi, dalla razza padana ai capitani coraggiosi hanno portato l’Azienda in queste condizioni drammatiche proprio utilizzando gli stessi meccanismi oggi in vigore.
Se questa che è l’unica soluzione valida nell’interesse del Paese che Lei ha il dovere di difendere e rappresentare non avverrà, dato che Telco ha di fatto il controllo e la direzione della società, Lei ha il dovere di rendere esecutivo al più presto (il 1 gennaio 2014 è alle porte) con un decreto legge  affinchè la Consob dia indicazioni per l’applicazione della doppia soglia dell’ OPA, proposta, approvata erichiesta dal Senato a grandissima maggioranza, in modo da rendere uguali di fronte al mercato sia i soci della scatola di controllo che tutte le minorieties che sono 500.000.  Perfino Standard Ethics ha messo nel mirino il possibile conflitto di interessi  Te e TI mettendo sotto la lente Telco: saranno valutate le soluzioni gestionali e di governance che tale passaggio comporterà per TI, scrive la societa’ del rating etico,  che potrebbe  avviare una eventuale revisione dello Standard Etchis Rating. Il rating del mercato ha già posto TI a titolo junk: ora anche questo declassamenteo: ma cosa dobbiamo aspettare, signor Presidente, forse il ricorso alla Corte Europea dei diritti dell’uomo?
Da ultimo ci preme sottolineare che una volta che TE avrà svenduto le ottime attività all’estero di TI, in Argentina e Brasile, TI diventerà una partecipata di TE con un valore insignificante.
Distinti saluti
Per Asati
Il Presidente
Ing. Franco Lombardi
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