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Api, un confronto con Erg

Il management ha anticipato a grandi linee quale sarà la politica dei dividendi dei prossimi anni. La società punta di distribuire una cedola pari al 25-50% dell’utile netto realizzato nell’esercizio. L’ammontare preciso sarà determinato sulla base delle opportunità di investimento che si renderanno disponibili.

di La redazione di Soldionline 13 giu 2006 ore 09:38

Previsioni
Come per tutte le aziende che si quotano, i vertici di Api non hanno potuto fornire stime puntuali per l'esercizio in corso.
Nel prospetto informativo il management si è limitato a prevedere per il 2006 un andamento simile a quello degli ultimi esercizi, ma solo in presenza di scenari di settori in linea con quelli stimati.
Il management di Api ricorda che nel 2005 il gruppo ha investito 115,4 milioni di euro, contro i 59,3 milioni dell'anno precedente. Per l'esercizio in corso sono stimati investimenti per 150 milioni di euro, che serviranno a completare il programma stilato per il biennio 2005/2006, finanziato quasi interamente dalla forte generazione di cassa. A regime gli investimenti dovrebbero ammontare tra i 55 e i 65 milioni di euro l'anno, ritornando sui livelli ordinari del 2004.
Nel corso di questo esercizio Api non ha ancora staccato il dividendo. Tuttavia, il management punta di distribuire una cedola pari al 25-50% dell'utile netto realizzato nell'esercizio. L'ammontare preciso sarà determinato sulla base delle opportunità di investimento che si renderanno disponibili. Nel 2005 Api ha staccato un dividendo di 60 milioni di euro, che corrisponde a circa 42 centesimi per azione sulla base delle 142,5 milioni di azioni del capitale sociale ante quotazione. L'ammontare della cedola corrisponde a un rendimento di quasi il 6% rispetto ai 7,25 euro del prezzo massimo di Api.


Strategia
Nel caso di sottoscrizione integrale delle nuove azioni e supponendo che il prezzo di collocamento coincida con i 7,25 euro del prezzo massimo, Api potrebbe raccogliere nuove risorse per circa 210 milioni di euro.
Nel prospetto informativo, il management del gruppo ha precisato che la liquidità incassata con il collocamento servirà per riequilibrare la struttura finanziaria del gruppo, che si è indebitato per vie delle recenti acquisizioni. Tuttavia, i manager non escludono di poter utilizzare queste risorse per finanziare eventuali acquisizioni.
La strategia futura di Api sarà focalizzata su quattro punti principali:
- Razionalizzazione e sviluppo della rete di distribuzione. L'obiettivo dei vertici di Api è di consolidare la presenza del gruppo sul territorio italiano, sfruttando la complementarietà dei marchi Api e IP. Ogni brand sarà gestito in maniera autonoma, ma saranno unificate le strategie commerciali. L'integrazione di IP verrà completata nel primo trimestre del 2007, mentre i primi risultati arriveranno dal 2008. Il management stima risparmi di costi per 10 milioni di euro l'anno per la rete di distribuzione appena acquisita.
- Sviluppo nel mercato extra rete. Api punta a sfruttare la complementarietà geografica di IP nei carbocombustibili, in particolare sviluppando la presenza del gruppo anche sul versante tirrenico della penisola. Inoltre, Api allargherà la capacità di lavorazione dei lubrificanti e punterà alla crescita nel segmento del Gpl.
- Opportunità di sviluppo delle attività di logistica e raffinazione. L'acquisizione di IP 'costringerà' i vertici di Api a potenziare le basi logistiche sull'Adriatico e acquisirne di nuove sulla fascia tirrenica. Il management ha ricordato che è allo studio il potenziamento del deposito di Barletta.
- Diversificazione nel settore energia. I vertici di Api intendono dare maggiore bilanciamento tra l'attività del settore oil e quello del settore energia. La società punterà inizialmente a rafforzare il complesso industriale di Falconara. Inoltre, è allo studio la costruzione di due impianti di produzione di energia elettrica, una a generazione a metano e l'altra a cogenerazione. Gli investimenti, in questo caso, sarebbero limitati, in quanto si sfrutterebbero gli impianti già in essere.
Nel corso della presentazione della società alla comunità finanziaria, i vertici di Api hanno anticipato che sono in corso delle trattative per l'acquisizione due reti di distribuzione da 10-15 punti vendita ciascuna. L'obiettivo è ufficializzare la loro acquisizione entro la fine dell'anno. Il management, invece, è più cauto su Tamoil, considerata non particolarmente a buon mercato.


Multipli
Marginalità in costante crescita per Api negli ultimi tre esercizi. L'Ebitda margin è passato dal 7,6% del 2003 al 9,8% dello scorso anno. Il dato proforma evidenzia una marginalità superiore all'11%. Stessa tendenza per L'Ebit margin cresciuto dal 3,9% del 2003 al 6,6% del 2005 (7% era il dato proforma). Tuttavia, il calo dei margini di raffinazione e lo stop per la manutenzione degli impianti di Falconara ha pesato sui margini del gruppo del primo trimestre. Nel periodo in esame l'Ebitda margin è sceso all'1,5%, contro il 12,7% degli stessi mesi del 2005. Addirittura l'Ebit margin era negativo. Per Erg, il principale concorrente italiano di Api, i due valori (riferiti al 2005) sono stati rispettivamente del 9,7% e dell'8%, mentre per Saras la marginalità è stata superiore di un paio di punti percentuali.
Sulla base del prezzo massimo indicato dai vertici della società (7,25 euro per azione) e supponendo la sottoscrizione integrale delle azioni offerte, la capitalizzazione iniziale di Api potrebbe arrivare a 1,24 miliardi di euro. Sulla base di questi numeri e dei risultati realizzati nel 2005 il rapporto tra prezzo e utile netto si attesta a 13 (12 se si considera l'utile netto proforma). Il rapporto tra Enterprise value (dato dalla somma tra capitalizzazione e posizione finanziaria netta stimata post quotazione) e margine operativo lordo del 2005 è pari a 7,4, mentre l'EV/Ebit è circa a 11. Sulla base della chiusura di borsa del 2 giugno, per Erg il p/e e l'Ev/Ebitda riferiti ai dati del 2005 sono pari a 6,1 e a 12,6.
Il rapporto tra posizione finanziaria netta e patrimonio netto al 31 marzo era pari a 2,3, superiore all'unità, considerata una prima soglia di attenzione per l'equilibrio finanziario di un'azienda. Nel caso Api dovesse incassare i 210 milioni di euro stimati al prezzo massimo di offerta, questo rapporto dovrebbe scendere a 1,7. Tuttavia, il valore non soddisfa i vertici di Api, che vogliono portare il rapporto tra indebitamento e patrimonio netto al di sotto dell'unità, per allinearsi ai valori dei principali concorrenti.


- I dati di bilancio
- L'attività
-
La caratteristiche dell'offerta

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