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FTSEMib: un po’ di storia sul movimento laterale

Approfittiamo del laterale dei prezzi per ripassare la storia degli ultimi movimenti al fine di comprendere gli inesorabili movimenti futuri.

di Fabio Pioli 5 ott 2020 ore 10:30

Di Fabio Pioli, trader professionista e fondatore di CFI Consulenza Finanziaria Indipendente (www.cfionline.it)

 

digital-graphApprofittiamo del laterale dei prezzi per ripassare la storia degli ultimi movimenti al fine di comprendere gli inesorabili movimenti futuri.

Diciannove settimane di laterale (Figura 1) contano per due settimane intere di trend, una volta usciti dal laterale stesso.

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Fig 1. Future Ftse Mib – Grafico settimanale

 

Ma qual è la storia di questo laterale? Perché, ricordiamoci, dal passato dipendono presente e futuro.

Il movimento primario (quello che comanda) è quello del febbraio-marzo 2020, che ha portato i prezzi del future italiano da 25.490 a 14.045 punti. Il movimento secondario (il cosiddetto rintracciamento) è quello iniziato il 17 marzo scorso e che ha portato il prezzi ad un massimo di 21.125 punti esattamente il 21 luglio 2020 (Figura 2). Ciò si deduce dalle forme dei movimenti e dalle dimensioni relative.

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Fig 2. Future Ftse Mib – Grafico settimanale

 

Questo significa che siamo ancora in un trend ribassista, fino a prova contraria, e che si dovrebbe andare quindi sotto i 14.045 punti di minimo precedente. Bene.

Ma si andrà subito o si andrà poi, dopo avere, ad esempio, fatto una figura tipo quella di Figura 3?

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Fig 3. Future Ftse Mib – Grafico settimanale

 

A mio avviso, dal punto di vista grafico, secondo l’analisi di Elliott, tutto dipende da cos’è l’onda in Figura 4. Perché se questa è un’onda 1, come graficato, allora si dovrà andare per forza giù adesso (con “adesso” intendo non necessariamente in termini di tempo, ma senza fare un massimo superiore a 21.125).

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Fig 4. Future Ftse Mib – Grafico settimanale

 

Quanto scritto basta per fare un piano di azione che scongiuri l’eventualità di perdite catastrofiche o, se si vuole dire diversamente, smodate o, ancora, se si desidera, incontrollate.

Infatti, a noi stessi, che ci auguriamo di predicare bene e razzolare bene, i concetti scritti in precedenza ci sono serviti per non incorrere nelle perdite cui alcuni nostri clienti avrebbero incorso su titoli (non consigliati da noi in precedenza ma da altri) come ENI, UniCredit, IntesaSanpaolo, Telecom Italia TIM, Generali e altri; anzi di beneficiare dalla loro discesa.

Questo è importante perché oggigiorno i gestori di fondi e i “professionisti” bancari, a mio avviso, pensano ancora che i titoli possano oscillare solo all’ insù e che la sola “differenziazione” serva a evitare rischi oltre misura. Invece, ovviamente, le direzioni dei mercati sono due (ciò deriva da domanda e offerta) e bisogna prevedere cosa si farebbe anche in caso di oscillazione negativa.

 

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