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Negli investimenti finanziari le donne sono meno intrappolate

Secondo uno studio condotto da Schroders, le donne sarebbero meno portate degli uomini a cadere nelle più tipiche trappole mentali che condizionano gli investimenti finanziari.

di Marco Delugan 12 giu 2014 ore 11:35
Le donne sono più attrezzate emotivamente per sfuggire alle trappole mentali che condizionano gli investimenti finanziari. Queste osservazioni nascono dai risultati del test di psicoeconomia che Schroders ha realizzato in collaborazione con Matteo Motterlini dell’Università Vita-Salute San Raffaele: Investimente.it.

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Dai più di 2mila test raccolti finora, risulta che:
[…] gli uomini sono più sicuri di sé al momento di prendere decisioni finanziarie e sono pertanto più soggetti rispetto al genere femminile a cadere nella trappola emotiva dell’Overconfidence (57% a fronte del 45%): una tendenza che induce a sopravvalutare la propria capacità di controllare gli eventi e che può pertanto facilmente portare a “farsi del male”, assumendo più rischi del necessario o movimentando il portafoglio in modo eccessivo e non coerente con la propria pianificazione finanziaria.
Gli uomini risultano anche più ottimisti delle donne, e quando si parla di investimenti finanziari l’ottimismo può non essere una cosa solo positiva, e anzi portare a quella che viene chiamata Optimism bias:
Si tratta di una trappola molto diffusa, che può portare a un’inefficace pianificazione – perché impedisce di considerare, nei diversi scenari possibili, anche quelli negativi – e alla formulazione di previsioni sistematicamente distorte a proprio vantaggio.
Ma, seppure meno ottimiste, le donne sembrano più capaci di guardare al futuro nella valutazione delle scelte di investimento mentre gli uomini resterebbero più legati a quanto accaduto nel passato; questo orientamento renderebbe le donne meno inclini a cadere nel cosiddetto Effetto disposizione, che si traduce nella:
[…] tendenza a vendere troppo presto gli investimenti in crescita, accontentandosi del guadagno già realizzato a prescindere dal potenziale di ulteriore upside, e a tenere troppo a lungo quelli in perdita, con il risultato di subirne una ancora maggiore.
Ma, come sempre, anche nel quadro di una maggiore capacità di svincolarsi dalle più tipiche trappole mentali, le donne mostrano un punto di debolezza, che le rende più portate alla così detta Avversione alle perdite:
[…] le donne non solo tendono a vivere le perdite in modo più traumatico, ma mostrano anche di soffrirne molto di più di quanto non gioiscano per i guadagni (22% a fronte di 16%).
In termini di scelte finanziarie questa specifica avversione dovrebbe indurre le donne e i consulenti finanziari che si trovassero ad assisterle, ad evitare gli investimenti ad alto rischio.
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