Il bisogno di informazioni e la loro interpretazione
Sapere quello che gli altri non sanno può farci vincere. Ma l’enorme flusso di informazioni reso possibile dalle moderne tecnologie ne rende difficile la selezione. Gli effetti psicologici della frenesia informativa
di Daniele ValsecchiIl mercato finanziario è un'organizzazione complessa continuamente alla ricerca di notizie. La notizia è il bene scarso per eccellenza all'interno di questa realtà, dato che risulta decisiva nelle operazioni finanziarie. Conoscere un'informazione prima della massa degli investitori permette di accumulare una fortuna, precedendo l'andamento del mercato.
Numerosi sono gli esempi di persone che si sono arricchite grazie alla gestione oculata di una notizia giunta in loro possesso prima degli altri.
Con l'avanzare delle tecnologie e la globalizzazione dell'informazione, è diventato sempre più difficile mantenere riservata una conoscenza, per cui la continua ricerca di novità è ancor più frenetica e produce interessanti effetti psicologici.
Un effetto che riguarda il mercato nel suo insieme è il rumor. Si parla di questo fenomeno quando tra gli investitori si diffondono notizie che hanno una rilevanza pratica attraverso il passaparola ed il colloquio, e che non sono verificabili ma neppure falsificabili. Sono rumor le voci di morti o malattie di importanti personaggi, scoppi di guerre o tumulti, disastri naturali, accordi segreti tra aziende.
Questo tipo di notizie è verosimile, e contiene spesso una parte di verità. In un ambiente come quello sopra descritto, perennemente avido di informazioni, i rumor si diffondono con estrema facilità: questo perché la capacità critica è bassa, mentre è alto il desiderio di avere in mano delle conoscenze che permettano di agire in anticipo sui concorrenti.
Il rumor ha una forza irresistibile di diffusione, nonostante non sia sostenuto da prove od appaia addirittura assurdo ad una riflessione più attenta. La propagazione epidemica annulla le capacità critiche del singolo, nel quale si creano ansia ed il timore di non cogliere le giuste occasioni al momento opportuno.
La facilità di diffusione di notizie non attendibili nasce dal costante squilibrio tra la necessità di informazioni e la loro reale disponibilità. Il quadro cognitivo, sempre incompleto, viene riempito con qualunque tipo di conoscenza, anche non corretta: a livello psicologico è comunque preferibile al non potere avere certezze, per cui si afferrano e si fanno proprie con inconscia tenacia quelle che in realtà sicurezze non sono.
A livello individuale è difficile gestire l'enorme mole di informazioni che giungono sia dall'esterno che dall'interno (variazioni del listino) del mercato. L'informazione 'utile' è un bene scarso, anche perché l'investitore viene continuamente bombardato da un flusso di notizie, che non è possibile elaborare in un insieme razionale nella loro totalità.
La disponibilità di masse di dati in tempo reale crea l'impressione di poter cogliere le variazioni di brevissimo periodo del mercato; l'orizzonte temporale si restringe all'immediato, non esiste più la visione di lungo periodo. Già nel 1926 Harper trattava questo atteggiamento, denominandolo tickerite (dalla telescrivente o ticker tape).
Solo professionisti molto preparati riescono a volte a cogliere le micro variazioni del listino ed a lucrare su di esse, anticipando così la massa degli investitori. Questa operazione è molto difficile e legata ad una buona dose di fortuna: più spesso si rischia di perdere la cognizione delle proprie strategie nel tentativo di modificarle di continuo al fine di renderle vincenti nel brevissimo periodo.
Abbiamo visto come l'organizzazione cognitiva del singolo si muova tra due poli opposti: da un lato è alla ricerca costante di informazioni per completare un quadro per sua stessa natura incompleto, dall'altro deve selezionare le informazioni utili tra un numero pressoché infinito.
Come funziona quest'ultimo processo mentale? Numerosi studiosi fanno notare come la difficoltà di agire con un numero così elevato di cognizioni, ma la necessità di agire comunque ed in fretta, mettano in atto strategie psicologiche tese al risparmio di energie mentali, in contrasto con il principio di razionalità che dovrebbe guidare quest'importante operazione.
L'investitore tende a selezionare l'informazione in base alle proprie convinzioni profonde, verificando in questo modo le proprie aspettative, con evidenti benefici per quanto riguarda ansia ed autostima, ma non sempre altrettanto evidenti riscontri economici. Più spesso di quel che si creda, poi, ci si basa su valutazioni affettive nella scelta dei titoli: si tende a giudicare positivamente titoli che hanno dato soddisfazioni in passato, proiettando l'esperienza precedente sul futuro.
Daniele Valsecchi
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