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I paradossi dell'agire economico: testa o croce?

Ci sono analogie tra i lanciatori di monete e gli investitori? Come distinguere tra fortuna e bravura? A prima vista può sembrare impossibile, ma vediamo cosa ne pensa un certo Warren Buffett

di Manuela Tagliani

In un abstract di conferenza tenuta da Warren Buffett alla Columbia University alcuni anni fa si legge: "Immaginiamo che venga indetta una gara nazionale di testa o croce. E che a ciascun cittadino americano, circa 268 milioni di persone, venga richiesto di giocarsi 100 dollari sulla sua abilità di indovinare quale faccia della moneta esca.”

Le regole del gioco prevedono che se un cittadino perde viene eliminato, mentre i vincitori ancora in gara dovranno a turno scontrarsi tra di loro mettendo in palio le proprie vincite.

Ciascuna persona ha il 50% delle probabilità di indovinare la faccia della moneta e, ad ogni lancio, la metà dei contendenti è destinato a uscire di gara. Dopo 10 lanci, resteranno in gara approssimativamente 260.000 persone.

Ognuno di loro, a quel punto, avrà vinto la strabiliante cifra di circa 100.000 dollari. E' prevedibile che la stampa farà di tutto per intervistarli, chiedendo loro di spiegare il segreto della propria abilità. Alcuni saranno tentati di trarre ulteriore profitto dalla propria fortuna scrivendo libri sul gioco del Testa o Croce, altri probabilmente attiveranno una linea telefonica o apriranno un sito internet, invieranno e-mail o newsletters, offriranno un servizio a pagamento, che metterà al corrente di chi lo desideri del loro segreto sistema di gioco. Ci sarà il business dei software inventati per simulare il gioco e le strategie di gioco, pubblicizzando il tutto su riviste che tratteranno solo di testa o croce.

Dopo 20 lanci resteranno in gara circa 260 persone, con una fortuna di circa 100 milioni di dollari: anche questi verranno invitati presso prestigiose università e fondazioni a tenere conferenze.

Dopo 28 lanci, ne resterà uno solo di giocatore, con l'incredibile cifra di circa 25 miliardi di dollari, poco meno del patrimonio attuale di Bill Gates (ndr. all'epoca della conferenza di Buffett).

Se supponiamo un lancio al giorno, avremo un nuovo re Mida in meno di un mese.

Sull'argomento ascoltiamo indirettamente Richard Thaler attraverso la consultazione del suo libro 'The winner's cursè, 1992 Princeton Ed.

Ci sono analogie tra i lanciatori di monete e gli investitori?

Ci sono milioni di investitori e di stock-piker che si basano solo sulle leggi delle probabilità che regolano il gioco a testa o croce. Molti magari avranno anche successo restando sul mercato per un gran numero di anni, il che non significa che vi sia in loro qualche particolare abilità.


Come distinguere, allora, tra fortuna e bravura?

A prima vista sembra impossibile. Buffett sostiene che è possibile solo se si intravedono particolari abilità, delle caratteristiche standard che accomunano i trader vincenti, individuati nettamente da coloro che perdono. Un modo per dire che le performance passate sono indispensabili, ma non sufficienti a convincerci della presunta bravura.

Quale criterio si deve adottare nelle difficili scelte dei nostri investimenti?

Qualunque sia lo strumento finanziario che vogliamo usare, titoli, fondi comuni o gestioni patrimoniali, l'importante è non fermarsi alla performance passata, ma indagare su come essa è stata ottenuta.

Solo con attente analisi è possibile individuare, tra tanti prodotti simili in commercio, quello che ci garantisce maggiori chanche di riprodurre buoni rendimenti nel futuro. Non fermarsi al fondo comune offerto dalla nostra banca, o dal promotore finanziario nostro conoscente, ma usare più metodi: dal leggere attentamente le tabelle comparative al valutare le performance con strumenti piu' evoluti ed efficaci della solita performance a 5 anni.

Infine è utile imparare l'uso del mitico indice di Sharpe, o meglio controllare attentamente svariati prospetti informativi nel tentativo di cogliere la filosofia d'investimento del singolo prodotto. Sono metodi utili ad accrescere la nostra cultura finanziaria.


Manuela Tagliani

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