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Gennaio è sempre un mese generoso?

Che i mercati non vivano di sola razionalità sembra ormai cosa certa. Ma dove arriva il resto? Intuizioni, emozioni, momenti particolari, giorni e stagioni, davvero tutto questo conta?

di Daniele Valsecchi

Che non tutti i momenti siano uguali per vendere o comprare azioni è abbastanza evidente. Per una serie di diversi ordini di problemi: come l'importanza di avere per primi informazioni cruciali, o di agire più o meno tempestivamente rispetto ad altri investitori.

Ma è anche per altre ragioni, dettate sempre dal tempo, inteso come quello scandito dal calendario, che tentiamo di capire se il mese di gennaio è sempre un mese generoso, come sostengono alcuni studiosi sulla base dell'osservazione dei cicli. 

Spinti dalla convinzione che l'uomo non agisca solamente in base alla razionalità ed alla convenienza, ma anche in base a processi motivazionali e psicologici, cerchiamo di inquadrare anche 'emotivamente' il nuovo periodo storico.

Da sempre lo studio dei mercati si è affidato alla convinzione che il comportamento degli operatori sia efficiente e logico, ispirato dalla visione razionale e performante del guadagno.

L'Efficient Market Hypothesis prevede l'esistenza di mercati ideali (con parità di informazioni per tutti i partecipanti), guidati da ferree leggi.

Questa teoria ritiene gli agenti economici in grado di scontare, immediatamente ed in base alla massima efficienza, le informazioni. Gli operatori di Borsa sono assolutamente razionali, e diventano anche molto simili tra loro, agendo nello stesso momento in base agli stessi principi. Risulta chiaro come, in questo scenario, il ruolo della psicologia risulta sminuito, in molti casi completamente dimenticato.

Un caposaldo delle teorie efficientistiche dei mercati azionari è il random walk: si postula che l'andamento delle azioni segua un andamento casuale (random, appunto), e che sia quindi impossibile prevedere gli spostamenti futuri del mercato basandosi sulle serie storiche. L'efficienza dei mercati è tale da rendere le fluttuazioni casuali, senza possibilità per l'elemento umano di modificare la situazione.

La psicologia finanziaria si trova in una posizione completamente estranea rispetto alle teorie classiche sui mercati: lo scopo è quello di andare a trovare le motivazioni irrazionali che, più spesso di quel che si crede, guidano i decisori economici.

Numerosi studi empirici sulle attività borsistiche hanno dimostrato che le previsioni dell'Efficient Market Hypothesis hanno poco a che vedere con i comportamenti effettivi degli operatori.

In particolare, rispetto al random walk, studi sul lungo periodo hanno permesso di osservare delle regolarità nell'andamento dei titoli, in aperta contraddizione col random walk.

Possiamo individuare i momenti critici dell'attività borsistica, e costruire uno schema, forse semplicistico, di quando è bene e quando è male agire.

Il mese di gennaio sembra essere particolarmente "generoso": secondo Rozeff e Kinney (1976), in questo mese si ha circa un terzo del guadagno dell'intero anno. In Italia, come in altri paesi, il guadagno di questo mese sembra essere addirittura superiore a quello di tutto il resto dell'anno. Sono soprattutto i titoli di piccole aziende ( non il Dow Jones o il MIB30) a comportarsi in questo modo.


Il lunedì viene spesso definito un pessimo giorno, soprattutto sui mezzi pubblici la mattina presto, ma è risultato essere sgradito anche tra i frequentatori della Borsa. Numerosi studi hanno mostrato come i week-end producano un effetto negativo sulle performance dei titoli, effetto che tende a svanire con il passare delle ore: le perdite maggiori si hanno all'apertura, poi la situazione tende a normalizzarsi.

Le vacanze hanno un effetto opposto sugli investitori: nei giorni immediatamente precedenti le festività, i guadagni sono superiori alla media, come si è visto nel periodo precedente all'inizio del 2000.

Analizzando le singole giornate, Harris e Gurel hanno trovato che l'inizio e la fine della giornata sono i momenti di massimo scambio e guadagno. Lo stesso fenomeno è stato riscontrato anche in simulazioni di contrattazione, effettuate in una situazione sperimentale. D'altronde, chi ha giocato al Fantacalcio con gli amici, sa che gli scambi aumentano in modo esponenziale quando si avvicina la scadenza del calcio mercato.

Thaler, fa notare come le variazioni significative avvengano sempre in occasione di un passaggio: della settimana, della giornata, dell'anno o di secolo. Egli critica le spiegazioni efficientistiche dei fenomeni sopra descritti. Queste spiegazioni si basano infatti sull'esistenza di date fisse (scadenze fiscali, scadenze dei dividendi, il timing nell'arrivo di buone o cattive notizie) attorno alle quali si modellerebbe il comportamento degli operatori.

Le scadenze fisse non esistono nelle situazioni sperimentali, eppure i pattern di comportamento sono risultati essere gli stessi, avvalorando l'idea che i processi stagionali ed abitudinari abbiano radici profonde ed inconsce. Alla luce di quanto detto da Thaler non è da sottovalutare il timore e l'ansia degli uomini per la transizione al nuovo secolo appena entrato, un fatto che va appunto considerato anche 'emotivamente'.

E' in effetti difficile cogliere i reali motivi del comportamento osservando col cannocchiale delle leggi matematico-finanziarie, molto spesso il microscopio della psicologia permette di far emergere situazioni in cui si osserva che l'homo economicus è tanto uomo quanto economico.

Prendere l'uomo nella sua interezza serve a comprendere il suo comportamento sempre in bilico tra le emozioni del cuore e le sue stesse ragioni che il cuore stesso non può conoscere.


Daniele Valsecchi


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