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Donne, uomini e rischio finanziario

Differenze di genere e stili di investimento. Uguali mai

di Federica Grazioli
Articolo a cura dell’Università Vita-Salute San Raffaele

La letteratura scientifica degli ultimi trent’anni si è focalizzata sulle differenze di genere nella percezione e gestione del rischio, senza giungere ad oggi ad una posizione univoca ed ampiamente accettata. Diversi autori, infatti, nell’affrontare questo tema hanno messo in evidenza non trascurabili differenze tra gli uomini e le donne nell’approcciarsi al rischio ed alle scelte finanziarie, senza però riuscire a chiarire ruoli e comportamenti in maniera esauriente.

La percezione del rischio e l’assunzione dello stesso in ambito finanziario sembrano essere aspetti decisionali fortemente influenzati dalle differenze di genere tra maschi e femmine.

Innanzitutto, è bene ricordare che i mercati finanziari sono più popolati dagli uomini che dalle donne (Merrill Lynch, 1996).

In linea generale, sembra che le donne si percepiscano come investitori maggiormente conservative e che, di conseguenza, vengano loro proposti dai consulenti finanziari prodotti meno rischiosi rispetto a ciò che viene solitamente proposto agli investitori uomini (Wang, 1994; Jianakoplos e Bernasek, 1996; Merrill Lynch, 1996).

Un lavoro in tal senso è stato condotto da Eckel e Grosmann nel 2001, i quali hanno evidenziato come le donne si descrivano, e siano descritte anche dagli uomini, come meno inclini al rischio, e quindi maggiormente “risk averse”.

Ai soggetti valutati, infatti, veniva ad esempio chiesto di scegliere all’interno di un vasto panorama di alternative economiche, connesse a differenti quantità di rischio, la situazione che meglio si confaceva loro. E’ qui emersa una significativa differenza tra le scelte effettuate dagli uomini e quelle effettuate dalle donne: queste ultime sceglievano costantemente quegli scenari che prevedevano un minor rischio.

In effetti, la percezione del rischio legato agli investimenti sembra essere molto diversa se il giudizio è fornito da un investitore di sesso femminile piuttosto che da un investitore di sesso maschile.

Anche l’assunzione dei rischi sembra essere significativamente diversa tra investitori professionali di sesso maschile e femminile, come ha mostrato uno studio condotto nel 2001 da Olsen e Cox.

I risultati emersi depongono a favore delle seguenti ipotesi:
  1. le donne si mostrano più attente ad indici di variabilità relativi ad un possibile andamento negativo, piuttosto che ad indici relativi ad un possibile andamento positivo dei titoli;
  2. le donne tendono a giudicare come più rischiose le tipologie di investimento per le quali è maggiore la possibilità di un calo di rendimento, cioè di incorrere in una perdita;
  3. all’opposto, gli uomini giudicano più rischiose le tipologie di investimento per le quali l’oscillazione del valore è maggiore.
Uno studio ancora più recente (Gysler, Kruse, e Schubert, 2002), ha messo in evidenza come all’interno di un contesto di incertezza, ad esempio di carattere finanziario, esistano significative differenze psicologiche nella valutazione del rischio.

In particolare, sembra esistere una significativa relazione tra la percezione del rischio in condizioni di incertezza ed alcune differenze individuali nelle caratteristiche di “competenza” e di “iperconfidenza”, a sua volta caratterizzanti in modo diverso i maschi dalle femmine.

Da questa ricerca emerge chiaramente come le differenze di genere siano un fattore fondamentale nella predizione delle decisioni individuali in condizioni di incertezza.

In tutte le condizioni di incertezza, all’aumentare delle conoscenze sembra emergere una forte differenza tra maschi e femmine:
  1. nei maschi sembra essere presente una significativa avversione al rischio ed all’incertezza;
  2. le femmine, al contrario, manifestano una propensione al rischio ed all’incertezza che non muta all’aumentare delle conoscenze acquisite.
In altre parole, il genere femminile sembra dimostrarsi maggiormente propenso al rischio e all’incertezza nonostante l’acquisizione di conoscenze riguardo la situazione decisionale in questione.

I risultati fin qui riportati depongono tutti a favore della tesi secondo cui le donne risulterebbero meno inclini al rischio degli uomini.

Esistono comunque altri lavori che si discostano da questa linea di pensiero, sostenendo che se è vero che esistono differenze di genere nei processi decisionali astratti, queste sembrano scomparire del tutto quando la scelta è ambientata in un contesto decisionale di investimento reale, oppure nel caso di situazioni decisionali con un basso profilo di rischio (Schubert et.al., 1999; Kruse e Thompson, 2002).

In quelle situazioni in cui la decisione deve essere presa in una situazione di forte ambiguità, le donne sembrano tollerare peggio che gli uomini la condizione di ambiguità, sebbene sia gli uomini che le donne si dimostrano meno capaci di tollerare l’ambiguità all’interno di situazioni nuove, e quindi non familiari, rispetto a situazioni conosciute e di cui hanno maggiore familiarità (Powell e Ansic, 1998).

Concludendo, possiamo dunque affermare, in linea con le riflessioni di Schubert e collaboratori (2000), che sembrano esistere delle differenze di genere accertate e più volte confermate per quanto riguarda la tolleranza e la percezione dell’ambiguità, mentre le differenze di genere legate alla percezione del rischio in senso stretto sembrano rappresentare un campo ancora in discussione e bisognoso di ulteriori approfondimenti scientifici.

Federica Grazioli


Bibliografia
Fellner G., Maciejovsky B. (2002). Risck attitude and market behavior: Evidence fromExperimental Asset Markets.
Gysler M., Kruse J.M., Schubert R. (2002). Ambiguity and gender differences in Financial Decision Making: An Experimental Examination of Compentence and Confidence Effects.
Kruse, J. B. and M. A. Thompson (2003). Valuing Low Probability Risk: survey and experimental evidence. Journal of Economic Behavior and Organization, forthcoming Vol 50, No. 4.
Merril Lynch (1996) ‘You and your Money. A Financial Handbook for Women Investors’, New York.
Olsen R.A., Cox C.M. (2001). The influence of gender on the perception and response to investment risk: The case of professional investors. The Journal of Psychology and Financial markets, 2, 29-36.
Powell, M. and D. Ansic (1997). Gender Differences in Risk Behavior in Financial Decision-Making: An Experimental Analysis. Journal of Economic Psychology, 18 (6), 605-28.
Sunden A., Surette B. (1998). Gender differences in the allocation of assets in retirement plans. American Economic Review, 88, 207-221.
Wang, P. (1994). Brokers still treat Men better than Women. Money, 23 (6), pp. 108-10.


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