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Come eliminare la speranza e l’avidità

Il dubbio insito nel mercato induce all’emozione della speranza: si immagina un determinato scenario e ce ne si innamora a tal punto che diventa poi difficile staccarsi

di Redazione Soldionline 6 mar 2013 ore 10:18

Di Fabio Pioli, trader professionista, presidente dell’ Associazione Italiana Traders e Piccoli Risparmiatori e titolare di CFI Consulenza Finanziaria Indipendente (www.cfionline.it)


Il dubbio insito nel mercato induce all’emozione della speranza: si immagina un determinato scenario e ce ne si innamora a tal punto che diventa poi difficile staccarsi da questa immagine attrattiva e agire in base alla verità dei fatti: non sentiamo e vediamo cosa ci dice il mercato perché viviamo ora nel mondo del pensiero, non più della realtà.

Vi è mai capitato? Siete in ottima compagnia perché è capitato alla maggior parte dei trader esperti.
William O’Neil scrisse “ ( i trader perdenti) SPERANO sempre…., e confidano nelle loro SPERANZE e opinioni personali piuttosto che prestare attenzione all’opinione del mercato, che è più frequentemente giusta”

Ma che fare in proposito, come staccarsi dal meccanismo della speranza? D’altronde non si intraprende forse un’operazione di trading nella speranza gi guadagnare?

Non è propriamente così: un’operazione di trading non si intraprende nella speranza di guadagnare ma piuttosto nella prospettiva di guadagnare. E non è una differenza di poco conto, in quanto la differenza semantica implica proprio quella sottigliezza psicologica ( il diavolo sta nei dettagli ) che separa un guadagno da una perdita.
Il presupposto di un’operazione fatta nella speranza di guadagnare è infatti che non si sappia bene quello che si sta facendo ( e spesso è proprio così ), mentre un’operazione compiuta nella prospettiva di guadagnare lascia intendere che ci sia un piano ragionato dietro la nascita dell’operazione ( e spesso è proprio così! )

Infatti una delle regole esperienziali di borsa è quella di, quando ci si coglie a sperare, fare una delle seguenti 3 cose:

  1. chiudere l’operazione: in questo modo si riguadagna l’oggettività e ci si riappropria del processo analitico;
  2. inserire uno stop-loss protettivo:
  3. tornare al tavolo e studiare analiticamente le ragioni oggettive percui si dovrebbe restare nel trade.

Studiando e mettendo in atto il proprio piano di trading aiuto a stare con i piedi per terra e a programmare tutti gli esiti possibili dell’operazione, lasciando poco spazio a dubbi e speranze.
Esistono poi, più sofisticatamente, addirittura strategie per trasformare la speranza, un punto debole, in un alleato, un punto di forza.

Per chi vuole approfondire dal vivo questi concetti oltre che le tecniche operative spiegate fa FTW (Forex Trading Worldwide,la scuola di trading, con sede a Londra più quotata tra la stampa indipendente ), può partecipare al corso più completo che mi risulti sia stato organizzato in Italia, di cui ho l’onore di essere stato invitato a marzo come relatore:
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