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Opzioni e sottostanti

Le opzioni possono essere classificate in funzione dell’attività sottostante. Vediamo le tipologie di opzioni presenti sui vari mercati, nazionali e internazionali, regolamentati o non regolamentati

di Daniele Tortoriello

Le opzioni sono strumenti derivati che possono essere classificati in funzione dell’attività sottostante. Quest'ultima può essere reale o finanziaria e si parla quindi di opzioni su merci o di opzioni su strumenti finanziari.

Nei vari testi di finanza è possibile rintracciare diverse classificazioni delle opzioni che vanno oltre la semplice differenziazione tra call e put o tra americane ed europee, a cui è stato dedicato ampio spazio nei precedenti articoli. Prima di analizzare i singoli sottostanti effettuiamo una suddivisione preliminare tra opzioni plain vanilla (o standard) e opzioni esotiche (contratti che esulano dalle classiche forme), per chiarire che la nostra attenzione sarà dedicata soprattutto alle prime, ma, nel seguito della trattazione, non mancheremo di descrivere anche le seconde.

In base al fatto che l’attività sottostante sia costituita da attività reale o da attività finanziarie si parla rispettivamente di commodity options (opzioni su merci) o financial options (opzioni su strumenti finanziari). La nostra analisi si concentrerà sulle seconde, che rappresentano quelle con cui abbiamo più familiarità.

Le financial option più conosciute (le uniche quotate sul mercato regolamentato italiano IDEM), sono quelle che hanno come attività sottostanti singole azioni e indici azionari. Le prime, opzioni su singole azioni, sono le cosiddette ISOa (Individual Stock Option con la lettera alpha che indica genericamente il nome di un’azione) o stock options le cui negoziazioni si svolgono prevalentemente su mercati regolamentati, italiani ed esteri. Analogo discorso vale per le opzioni su indici o index option; in genere si tratta di opzioni sugli indici dei mercati azionari delle maggiori borse mondiali.

Queste tipologie non esauriscono il campo delle attività sottostanti; infatti accanto a esse si hanno anche:

  1. currency options: opzioni su valute (detto più correttamente foreign currency options, opzioni su valute estere), generalmente trattate in mercati over the counter;
  2. interest rate options: opzioni su tassi di interesse, negoziate in mercati over the counter; anche se, come vedremo nei punti seguenti, possono rientrare in questa categoria altre opzioni, si considerano tipicamente opzioni sui tassi i seguenti contratti: interest rate cap, interest rate floor e interest rate collar;
  3. bond options: opzioni su titoli obbligazionari, anch’esse negoziate over the counter, vengono definite anche come opzioni sui tassi di interesse perché si considera come sottostante il tasso di rendimento del titolo obbligazionario;
  4. swaptions o swap options: opzioni su interest rate swap, negoziate sempre over the counter, possono anch’esse essere incluse tra le opzioni su tassi di interesse;
  5. futures options: opzioni su futures, sono trattate in diversi mercati regolamentati internazionali; tra queste, le opzioni su interest rate future vengono considerate opzioni sui tassi;
  6. credit spread option: opzioni su differenziali creditizi, ossia sullo spread tra due tassi di rendimento; rientra nella categoria dei derivati di credito.

Infine, per completare il quadro, citiamo anche le real options, opzioni reali, che sono opzioni su un investimento in attività reali, dove per attività reali si intendono, ad esempio, terreni, edifici, impianti e macchinari.
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