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Introduzione ai titoli azionari

L’investimento in titoli azionari rappresenta per antonomasia l’investimento in Borsa. Il fascino di questi strumenti risiede soprattutto nel fatto che in essi è possibile identificare la società in cui si sta investendo poiché, in effetti, se ne sta acquistando un “pezzettino”

di Daniele Tortoriello

Lo sviluppo dei titoli azionari va di pari passo con lo sviluppo degli emittenti di azioni, ossia, genericamente, le società per azioni. Non è mia intenzione fornire un’accurata ricostruzione storica, tuttavia conoscere alcuni dati potrebbe essere comunque interessante.

Secondo un filone minoritario di studiosi, le prime società per azioni sarebbero le Maone genovesi, associazioni tra i proprietari delle galere del XIII secolo; secondo altri la prima S.p.A. sarebbe il Banco di S. Giorgio di Genova del 1408.

L’opinione più diffusa pone invece l'origine delle società per azioni all’inizio del XVII secolo con le grandi compagnie di commercio olandesi, inglesi e francesi. Più precisamente si considera il 1602 come l'anno ufficiale di nascita delle S.p.A. con la fondazione della Compagnia Olandese delle Indie Orientali (in olandese Vereenigde Oostindische Compagnie, abbreviato in VOC), società che effettuava collegamenti navali con l'India e la Cina, importando spezie orientali, zucchero, seta, cotone e avorio.

Alcuni anni dopo la sua fondazione, nell’anno 1606 la VOC effettuò ad Amsterdam quella che si ritiene la prima emissione di azioni nella storia delle finanze. Infatti, i titoli più antichi conosciuti sono proprio le azioni emesse nel 1606 da questa compagnia, delle quali uno dei rari esemplari è custodito nella Borsa Valori di Amsterdam. In questa occasione si utilizzò per la prima volta anche il termine “Aktie” ovvero “azione”.

Ammetto di non essere uno storico e in effetti questa è la prima occasione in cui mi pongo il problema della prima emissione di azioni. Quanto sopra esposto è il frutto di una veloce ricerca e pertanto i dati riportati potrebbero non essere corretti. Se qualcuno ha avuto occasione di affrontare l’argomento in maniera più scientifica e vuole dare il suo contributo per correggere e approfondire quanto affermato è il benvenuto.

Un’azione può essere definita come l’unità minima in cui si suddivide il capitale sociale. Il possesso di azioni, essendo titoli partecipativi, attribuisce al titolare la qualifica di socio e, di conseguenza, una serie di diritti economici, di partecipazione, di informativa e di controllo. A differenza di quanto accade per le obbligazioni, non si sta facendo un prestito all’impresa, ma si sta fornendo capitale di rischio.

Nei prossimi articoli approfondiremo i vari aspetti tecnici e legislativi dei titoli azionari, le tipologie ammesse nel nostro ordinamento e quant’altro. In questa sede vorrei focalizzare l’attenzione dei lettori su un aspetto, a mio parere, di fondamentale importanza: operando attraverso sistemi di negoziazione telematici viene sempre più assottigliato il collegamento tra titolo ed emittente.

La facilità con cui è possibile scambiare azioni, effettuando anche operazioni speculative intraday, e la valutazione di tali titoli attraverso sistemi complessi basati sui movimenti di prezzo del titolo portano spesso a non considerare il fatto che dietro una certa azione c’è pur sempre un’impresa che produce un certo prodotto, la cui bontà è comunque valutata dal mercato e si determina così la fortuna o meno dell’impresa stessa. Un esempio su tutti: da quando FIAT ha ricominciato a produrre automobili valide, ha recuperato importanti quote di mercato con tutto quello che ne è conseguito e gli effetti sul prezzo del titolo FIAT in Borsa sono sotto gli occhi di tutti.

Ammetto, la mia visione forse è un po’ romantica, tuttavia questo non mi impedisce di vedere anche altre realtà dove azione e società emittente sono su due mondi distinti…


Daniele Tortoriello
danitorto@hotmail.com

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