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La Borsa Valori di Milano: la sua storia

La Borsa Valori di Milano, dalle prime contrattazioni “alle grida” degli inizi del 1800 agli attuali moderni sistemi informatici di negoziazione gestiti dalla Borsa Italiana S.p.A., attraverso quasi 200 anni di storia della principale piazza finanziaria italiana

di Daniele Tortoriello

La Borsa Valori di Milano fu istituita il 16 gennaio del 1808, attraverso un decreto napoleonico del Vicerè d’Italia Eugenio di Beauharnais, e Carlo Ciani, che aveva dietro di se una grande tradizione di banchieri e uomini d’affari, ne fu il primo presidente.
Verso la fine del diciannovesimo secolo, in Italia erano presenti altre nove Borse: Venezia, Trieste, Roma, Firenze, Napoli, Torino, Genova, Bologna e Palermo; tra tutte, quella di Milano è da sempre considerata la Borsa più importante del nostro Paese.

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BORSA DI MILANO: LE PRIME SEDE

La prima sede della Borsa di Milano fu il Monte di Pietà, dove essa venne istituita. Pochi mesi dopo, a causa dell’inadeguatezza della sede, la Borsa fu trasferita per un breve periodo nel Fabbricato della piazza dei Tribunali fino al 29 settembre 1808, quando venne inaugurata la nuova sede nel Palazzo dei Giureconsulti.
In seguito, a causa di alcune ristrutturazioni del Palazzo dei Giureconsulti, la Borsa occupò tra il 1887 e il 1890 il Ridotto del Teatro alla Scala.

 

LE SEDI NEL 1900

strada-piazza-affari_1Agli inizi del ‘900, precisamente l’8 ottobre 1901, fu inaugurata una nuova sede nell’attuale palazzo delle Poste in Piazza Cordusio. Infine, nel 1932 si ebbe la sede definitiva nel Palazzo Mezzanotte, dal nome dell’architetto che lo ha progettato, situato in Piazza degli Affari. Si estendeva su un’area di quasi 6.500 mq e ospitava una galleria a portici, una vera piazza coperta per i servizi e gli operatori, un salone ovale per le contrattazioni, un servizio telegrafico e postale, un albergo diurno, un bar, un ristorante, servizi amministrativi, una biblioteca e una sala di lettura; Separati dal resto i borsini, dove vi erano gli operatori. Nel dicembre del 1987 si inaugurò una nuova sede provvisoria, il Gabbiotto, per permettere il restauro di Palazzo Mezzanotte.

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Oggi Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa Italiana S.p.A., società che gestisce la Borsa Valori, non ospita più indaffarati agenti di cambio tesi a scambiare titoli, ma dei “freddi” calcolatori sui quali si incontrano la domanda e l’offerta di operatori di tutto il mondo. Ripercorriamo insieme le tappe più importanti che hanno consentito il passaggio dal mercato “alle grida” alla Borsa telematica.

 

BORSA: PERCHE' E' "VALORI"

All’inizio le Borse ospitavano lo scambio sia di merci sia di valute e titoli. Successivamente, si assistette alla separazione tra il mercato delle merci e quello dei titoli che a Milano avvenne nel 1913. Da questo momento, è possibile parlare di Borsa Valori in termini appropriati, ossia di un mercato in cui si scambiano solo valori mobiliari.

 

BORSA DI MILANO: LE NORMATIVE

Altra tappa di transizione molto importante è rappresentata dall’anno 1991 con la direttiva della Comunità Europea sull’intermediazione mobiliare e i servizi di investimento, che ha avviato il processo di privatizzazione dei mercati finanziari: la Borsa Valori di Milano era infatti, come tutte le altre Borse, un mercato pubblico, disciplinato da leggi dello Stato e regolamenti degli organi di controllo.

La legge n. 1 del 2 gennaio 1991 istituì il Consiglio di Borsa (operativo dal febbraio 1993), al quale erano affidate tutte le competenze organizzative, tecniche e consultive dei precedenti organi locali, mentre l’attività di vigilanza, gestione e organizzazione dei mercati era rimasta alla Consob.

 

borsa-milanoBORSA: DALLE GRIDA AL TELEMATICO

Il 1991 è importante anche per quanto riguarda le modalità di negoziazione; infatti, fina ad allora, le contrattazioni avvenivano “alle grida” ed erano svolte in particolari recinti (corbeilles), nei quali gli agenti di cambio compravano e vendevano azioni, gridando e gesticolando le loro proposte d’affari. In questi recinti, erano svolte anche tutte le operazioni relative all’accertamento dei prezzi ufficiali e alla redazione dei listini: i prezzi erano trasmessi a un funzionario, che si trovava al centro del recinto, il quale era incaricato di raccogliere le notifiche e a fine giornata il comitato direttivo degli agenti di cambio definiva il listino ufficiale.

Le contrattazioni erano divise in tre fasi: l’apertura, la fase del durante e la chiusura o di compilazione del listino.

Il passaggio verso il mercato telematico si conclude nell’aprile del 1994
, con la migrazione completa delle negoziazioni a un sistema di reti informatiche interconnesse: ogni transazione viene effettuata tramite computer e ogni intermediario immette gli ordini dalla propria sede.

 

BORSA: LA PRIVATIZZAZIONE

Il Decreto legislativo 23 luglio 1996, n. 415 sancì, due anni dopo, il passaggio di consegne dell’attività di organizzazione e gestione dei mercati regolamentati dall’autorità pubblica all’impresa privata.

Il 7 febbraio 1997, il Consiglio di Borsa costituì la società Borsa Italiana S.p.A. con sede a Milano, il cui azionariato era composto da banche, Sim e altri intermediari e attori del mercato; contemporaneamente furono chiuse le preesistenti dieci Borse Valori (Milano, Roma, Trieste, Venezia, Napoli, Torino, Genova, Firenze, Bologna e Palermo) e gli scambi concentrati presso la sede di Milano.

Alla nuova società furono affidati, tra i mercati regolamentati allora esistenti, la Borsa valori, il Mercato Ristretto, l’Idem e il Mif mentre il rimanente, l’Mts, fu affidato alla Mts S.p.A.

Dal 1998, la Borsa Italiana S.p.A. è divenuta a tutti gli effetti una società di gestione dei mercati, acquisendo una certa operatività ed emanando un proprio regolamento: il Regolamento dei mercati organizzati e gestiti dalla Borsa Italiana S.p.A.

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