Valute: perché i cambi oscillano?
I cambi oscillano per una serie di fattori: dall'inflazione attese ai tassi di interesse, passando per import, export e produttività delle aree geografiche coinvolte
di Valter Buffo 9 ott 2019 ore 10:18Abbiamo chiuso la precedente guida (Cos'è il forex, il mercato dei cambi) sottolineando che è importante capire perché i tassi di cambio oscillano, e specificando che nel nostro corso analizzeremo in particolare i tassi di cambio tra le valute come variabili finanziarie, visto che le oscillazione dei cambi incidono anche sulla performance dei portafogli in titoli e fondi.
In questa guida proponiamo di scorrere uno (schematico e sintetico) elenco di fattori che influiscono sul valore di cambio di una valuta, facendolo salire e scendere:
- l’inflazione attesa - si ritiene che nella maggior parte dei casi un aumento dell’inflazione prevista in un dato paese faccia diminuire il valore di cambio della valuta di quel paese, a causa del fatto che il suo potere di acquisto interno diminuisce; ovviamente, vale l’opposto se l’inflazione attesa diminuisce;
- libertà degli scambi commerciali - si pensa che un aumento delle barriere al commercio, da parte di un paese abbia come effetto un rafforzamento di quella valuta, perché diminuirà la quantità di quella valuta in circolazione tra gli operatori internazionali; vale ovviamente l’opposto nel caso di riduzione delle barriere agli scambi;
- aumento delle importazioni - un incremento della domanda per importazioni si ritiene che faccia indebolire la valuta del paese importatore, e viceversa;
- aumento di domanda estera (export) - la valuta di un paese che esporta di più in genere si rafforza, proprio perché serve più valuta di quel Paese per pagare le merci da parte di chi le acquista e viceversa;
- aumento della produttività - un paese che vede aumentare la produttività all’interno vede al tempo stesso rafforzarsi la propria valuta all’estero, proprio epr il fatto che il proprio sistema produttivo diventa più efficiente e quindi più competitivo sui mercati internazionali; e vale l’opposto se diminuisce la produttività;
- aumento dei tassi di interesse a breve termine - come abbiamo scritto nella prima guida dedicata ai cambi tra le valute, il mercato dei cambi è in realtà (soprattutto) un mercato nel quale si scambiano depositi interbancari a vista; per questa ragione, quando la banca centrale varia i tassi ufficiali di interesse, c’è sempre una forte influenza sui tassi di cambio: perché varia in quel modo la remunerazione dei depositi bancari. Si tratta di una rapporto molto complesso, come conferma il grafico in basso, dove vedete l’andamento dei tassi nominali di interesse USA, dei tassi reali di interesse USA e del dollaro negli anni dal 1970 al 2010.
Come avete appena letto, sono numerosi i fattori che influiscono sul tasso di cambio di una valuta: ed il nostro stesso elenco potrebbe ancora essere allungato ed esteso. Quelli che vi abbiamo indicato qui sono però i fattori che hanno un peso maggiore sull’andamento di un cambio, anche se il peso di ognuno di questi fattori varia nel corso del tempo. La sola cosa certa, quindi, è che i cambi sono variabili finanziarie molto volatili, anche nel berve termine, perché è molto ampio lo spettro di dati e notizie che li influenzano, come conferma il brano che segue:
Because expected appreciation of the domestic currency affects the expected return on foreign deposits, expectations about the price level, inflation, trade barriers, productivity, import demand, export demand, and the money supply play important roles in determining the exchange rate. When expectations about any of these variables change, as they do—and often at that—our model indicates that there will be an immediate effect on the expected return on foreign deposits and therefore on the exchange rate. Because expectations on all these variables change with just about every bit of news that appears, it is not surprising that the exchange rate is volatile. (Mishkin – Eakins 2012)
Fonte: Mishkin Eakins (2012)
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A cura di recce-d.com