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DEF: cos'è il Documento di Economia e Finanza

Ogni anno, il Documento Economico e Finanziario, DEF, è al centro dell'interesse nazionale. Rappresenta infatti un testo di fondamentale importanza, che consente di conoscere, entro certi limiti, le linee guida economiche che coinvolgono l'Italia. Vediamo di cosa si tratta e quali sono le sue implicazioni

di Francesca Secci 14 ago 2018 ore 15:36

In un'economia caratterizzata da rapidi e continui cambiamenti, il DEF (Documento di Economia e Finanza) ha sempre più acquisito un ruolo centrale, perché evidenzia in modo dettagliato la direzione politica economica che il paese intende affrontare per un certo periodo di tempo. Il ruolo di informazione svolto da questo tipo di documento programmatico è sia nazionale che europeo-internazionale.

 

CHE COS'È IL DEF?

Il DEF, il Documento di Economia e Finanza, è un testo programmatico, definito come il più importante strumento di pianificazione economica del governo, all'interno del quale sono contenuti gli obiettivi di politica economica a medio termine del paese e le stime sulle finanze pubbliche che il governo intende attuare. Formalmente, si tratta di un documento sulle finanze pubbliche preparato dal Ministero dell'Economia e approvato dal Consiglio dei Ministri.

mef-dipartimento-del-tesoroAl suo interno sono presenti gli aggiornamenti delle principali variabili macroeconomiche (come il PIL, il deficit, il debito, l'interesse, la disoccupazione, le condizioni di lavoro) per l'anno in corso e le previsioni per i tre anni successivi.

Il DEF è il documento fondamentale per la definizione della legge finanziaria o legge di bilancio (meglio conosciuta sotto il nome di "manovra economica"), perché deve essere presentato e approvato dal Parlamento Europeo: deve quindi rispettare la normativa prevista dall'Unione Europea.

Anche se si tratta di un testo non vincolante, è molto importante perché è il documento su cui si basa la sentenza sull'Italia da parte dell'Unione europea, chiamata a valutare la stabilità dei conti nazionali.

 

IL DEF E LA SUA EVOLUZIONE NORMATIVA

Il Documento di Economia e Finanza è stato introdotto per la prima volta nel nostro paese con la riforma della legge contabile del 1988 (l.362/1988), che prendeva il nome di DPEF, Documento di Programmazione Economica e Finanziaria.

La norma è stata successivamente modificata con la l.196/2009, e successivamente dalla l. 39/2011. Quest'ultima, oltre a spiegare cosa dovrebbe figurare ogni anno nel documento, ha adattato il documento stesso alla legislazione comunitaria, così come accade anche per gli altri paesi facenti parte dell'Unione Europea. Per questo motivo oggi il DEF risponde al calendario e alle esigenze dell'Organizzazione.

In che modo il DEF interagisce con l'Unione Europea? Ogni anno, entro il 10 aprile, il Governo deve presentare il DEF al Parlamento italiano. La scadenza del 10 aprile è fissata dalla legge del 2009, che rappresenta il primo appuntamento di programmazione per l’esercizio finanziario ed economico del nostro sistema.

La scadenza del 10 aprile è fondamentale. Perché? In conformità con l'articolo 9 comma 1 della legge 196/2009 - come modificato dalla l. 39/2011 –  due delle tre sezioni componenti il DEF devono essere sottoposte alle due più grandi istituzioni europee, Consiglio e Commissione Europea: il Programma di Stabilità e il Programma Nazionale di Riforma.

Cosa succede poi? All'inizio di giugno, sulla base dei documenti programmatici preparati dal governo italiano, la Commissione Europea elabora le raccomandazioni di politica economica e di bilancio, non solo per l'Italia, ma anche per i diversi paesi che il 10 aprile hanno inviato il proprio DEF. A giugno, spetta al Consiglio Ecofin, che riunisce i ministri delle finanze di tutti gli Stati membri, di approvare le raccomandazioni formulate dalla Commissione.

Quanto contano le raccomandazioni di Bruxelles? Nella seconda parte dell'anno, durante la redazione della legge di bilancio, l'Italia dovrà tenere conto delle raccomandazioni elaborate dalla Commissione, sempre tuttavia con un margine di flessibilità.

 

QUALI SONO LE PARTI CHE COMPONGONO IL DEF?

Nel Documento di Economia e Finanza sono presenti stime aggiornate del quadro macroeconomico e delle finanze pubbliche.
Analizziamo ora ciò che è stato anticipato nel paragrafo precedente. Il DEF si compone di tre sezioni, così denominate:

  1. Programma di Stabilità dell’Italia
  2. Analisi e tendenze della Finanza pubblica e in allegato la Nota metodologica sui criteri di formulazione delle previsioni tendenziali
  3. Programma Nazionale di Riforma

Il primo punto, il Programma di Stabilità, contiene gli obiettivi di politica economica e le previsioni per accelerare la riduzione del debito pubblico per il triennio successivo. Nel Programma di Stabilità vengono analizzate le cifre e le tendenze della finanza pubblica.


La seconda sezione comprende principalmente:

  • un'analisi del conto economico e del conto di cassa delle amministrazioni pubbliche che riguardano l'anno precedente;
  • previsioni tendenziali a legislazione vigente per un triennio;
  • conti dei principali settori di spesa, con particolare riferimento al pubblico impiego


La terza parte, infine, è rappresentata dal Programma Nazionale di Riforma (PNR), con l'indicazione dello stato di avanzamento delle riforme avviate,  le priorità del Paese e le principali riforme che il Governo intende attuare.

 

QUALI SONO LE TEMPISTICHE?

Come anticipato nei paragrafi precedenti, è previsto dalla l. 39/2011 che il DEF venga presentato dal Governo al Parlamento e che venga approvato entro il 10 aprile.

La stessa legge prevede inoltre che ogni anno, non oltre il 27 settembre, il Governo, tenendo conto dell'importanza delle disposizioni contenute nel programma, presenti la nota di aggiornamento del DEF. Nella nota di aggiornamento, il Governo può aggiornare, se ci sono, gli obiettivi del programma di stabilità e del programma nazionale di riforma. Tuttavia, data la volatilità dell'economia, è estremamente difficile fare delle previsioni macroeconomiche per gli anni a venire.

La data di scadenza del DEF è definita da Bruxelles e si applica a tutti i paesi membri. Questa è una delle innovazioni contenute nel cosiddetto "semestre europeo", una procedura concepita per facilitare il coordinamento delle politiche economiche dei diversi paesi prima dell'avvio delle corrispondenti leggi di bilancio.

Se pienamente affidate alla legge di stabilità, le regole per l'attuazione degli orientamenti del programma contenute nella direttiva Def entrano in vigore il primo gennaio di ogni anno. Se sono programmati durante l'anno, entrano in vigore quando viene pubblicato il relativo decreto legge.

 

GLI SCENARI DEL DEF

Il Documento di Economia e Finanza, introdotto in Italia nel 1988 e con notevole anticipo rispetto agli altri paesi, ha incontrato varie difficoltà legate all'inaffidabilità delle previsioni macroeconomiche e finanziarie e al debole legame tra la costruzione dello scenario di pianificazione e la preparazione di misure concrete di finanza pubblica da adottare durante le sessioni di bilancio degli anni di riferimento.

Per superare questo problema si sono rafforzate le procedure di pianificazione economica e finanziaria negli ultimi anni, con l'obiettivo di rendere più particolareggiata l'esposizione del documento, aumentandone la credibilità nelle previsioni.

 

DEF 2018: COSA SUCCEDE QUEST'ANNO

italia-bandieraNel 2018, a causa della turbolenta situazione politica italiana, la formulazione del DEF è risultata anomala. Ma andiamo con ordine.

All'indomani delle elezioni politiche del 4 marzo scorso, i risultati non hanno raggiunto il quorum necessario per nominare immediatamente un governo esecutivo. Quindi, i negoziati per raggiungere un accordo tra i due partiti di centro-destra più votati, Movimento 5 Stelle e Lega, continuarono per circa due mesi e mezzo. Il nuovo governo, che ha visto la nomina di Giuseppe Conte come Presidente del Consiglio, è entrato ufficialmente in carica il primo giugno 2018.

Per questo motivo, il governo Gentiloni, dopo aver ricevuto l'accordo di proroga dall'Unione Europea, ha comunque pubblicato il DEF, non il 10, ma il 26 aprile.

Il DEF 2018, così come presentato dal governo Gentiloni, è un report "tecnico, a politiche invariate", poiché è stato lanciato da un governo dimissionario che non godeva della fiducia del nuovo Parlamento.

Nel DEF quindi, non figurano propositi di aumenti o tagli di tasse e spese. È stato preferibile includere solo le previsioni sull'evoluzione dei principali indicatori dell'economia italiana nei prossimi tre anni, supponendo che nulla cambi nelle attuali regole fiscali ed economiche. La più importante di queste previsioni riguarda la crescita del Pil, prevista all'1,5% per il 2018, all'1,4% nel 2019 e all'1,3% nel 2020.

Altri dati importanti sono l'individuazione del deficit del 2017, fissato al 2,3% del Pil, superiore dell'1,9% rispetto alle previsioni dello scorso anno.

Il 19 giugno, al termine dell'esame del Documento economico e finanziario del 2018, l'Assemblea ha approvato, con 166 voti favorevoli, 127 contrari e 6 astensioni, la proposta di risoluzione 2, che impegna il Governo a presentare al Consiglio e alla Commissione Europea un aggiornamento del programma di stabilità e riforma, in armonia con i progretti del Governo Conte.

Entro il 27 settembre il governo dovrà pubblicare la nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza dello scorso aprile.

A ottobre, con l'introduzione della nuova Legge di Stabilità 2019, saranno annunciate nuove tasse o riduzioni di spesa.

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