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Netto in busta paga, l’Italia arretra tra i paesi Ocse

Al 23esimo posto nel 2011, arretriamo di uno rispetto all’anno precedente. E’ la pressione fiscale la causa principale dell’ultimo passo indietro nella classifica delle buste paga Ocse

di Carlo Sala 16 mag 2012 ore 10:33
Lavoratori dipendenti italiani sempre più tartassati dalle trattenute fiscali in busta paga. Secondo l’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, nel 2011 – ultimo anno per il quale si hanno a disposizione dati completi su 12 mesi – l’Italia è arretrata di una posizione, dal 22esimo al 23esimo posto, quanto a netto in busta paga. Colpa della pressione fiscale, divenuta ancora più forte a marzo di quest’anno, quando è aumentata l’addizionale Irpef che ciascuna Regione può applicare sui salari.



Venticinquemila 739 dollari lo stipendio medio dei 34 Paesi Ocse – sostanzialmente l’Occidente industrializzato – secondo i calcoli dell’organizzazione internazionale a parità di potere d’acquisto – traducendo in dollari le retribuzioni di Paesi con monete differenti – il Cipputi italiano guadagna mediamente il 17% in meno di qualsiasi altro dipendente occidentale e il 23% in meno tra i dipendenti dei Paesi che aderiscono all’Euro.

Con 21.374 dollari di stipendio annuo medio, cioè 14.700 euro, il dipendente italiano si colloca non solo dietro a Germania (29.750 dollari l’anno) e Francia (26.018), ma perfino dietro a Spagna (24.632) e Grecia. La sua busta paga è infatti più leggera del 44% rispetto a quella del suo collega inglese, del 32% rispetto a quello irlandese, del 28% rispetto a quello tedesco, del 19% rispetto a quello greco, del 18% rispetto a quello francese e del 14% rispetto a quello spagnolo. Peggio di lui stanno soltanto i suoi pari grado di Repubblica Ceca (14.540 dollari l’anno), Turchia (13.849), Polonia (13.010), Slovacchia (11.716), Ungheria (10.332) e Messico (9.716).

Sorprende scoprire che è la Corea del Sud il Paese dove si guadagna meglio con un posto fisso, mentre gli Stati Uniti sono soltanto decimi in questa graduatoria. Questa infatti la top ten: Corea (39.931 dollari l’anno), Regno Unito (38.147), Svizzera (36.063), Lussemburgo (36.035), Giappone (34.445), Norvegia (33.413), Australia (31.762), Irlanda (31.337), Olanda (30.796) e Usa (30.774).

Ventitreesima per netto in busta paga, prima dei rincari delle addizionali regionali l’Italia era invece sesta e undicesima quanto a pressione fiscale sugli stipendi dei dipendenti, rispettivamente senza e con figli.  I primi hanno visto trattenuto dal fisco il 45% della propria retribuzione, i secondi il 36%.

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Carlo Sala

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