NAVIGA IL SITO
Home » Guide » Lavoro

L'anticipo del TFR: quanto e quando è possibile chiederlo

Il lavoratore può chiedere al datore di lavoro anche un anticipo del TFR (il Trattamento di Fine Rapporto) mentre ancora sta lavorando per lui. La richiesta deve essere presentata per iscritto

di Carlo Sala 14 nov 2019 ore 10:24

tfr-trattamento-di-fine-rapportoIl trattamento di fine rapporto (TFR) è noto come liquidazione o buonuscita perché viene percepito dal lavoratore quando cessa di svolgere la propria attività per un datore di lavoro. In base all’articolo 2120 del codice civile, però, il lavoratore può chiedere al datore di lavoro anche un anticipo del TFR mentre ancora sta lavorando per lui. La richiesta deve essere presentata per iscritto.

Se il lavoratore ha scelto di non lasciare quanto maturato come TFR presso il datore di lavoro ma di trasferirlo a fondi pensione, la richiesta va presentata al fondo pensione.

La richiesta di anticipo può essere formulata quando occorre affrontare specifiche spese di notevole entità.

 


Quanto si può ottenere come anticipo del TFR

La somma che il lavoratore può ottenere come anticipo del TFR dipende anzitutto dall’anzianità di servizio e dalla qualifica che il lavoratore ha maturato presso il suo attuale datore di lavoro. Tanto maggiori sono gli anni di lavoro prestato e tanto più alta è la qualifica (e quindi la retribuzione), tanto maggiore sarà il TFR maturato e il TFR che può essere anticipato.

In ogni caso, il TFR che può essere anticipato dal datore di lavoro non può superare il 70% di quello che si è maturato fino al momento della richiesta di anticipo. Nel caso l’anticipo sia fornito da un fondo pensione, il limite sale al 75%.

L’anticipo del TFR chiesto al proprio datore di lavoro è soggetto a una tassazione del 23% della somma in questione. Nel caso l’anticipo sia corrisposto da un fondo pensione e serva per spese mediche, la tassazione va dal 9% al 15%, a seconda degli anni di adesione al fondo.

 

Quando si può chiedere l’anticipo del TFR

L’anticipo del TFR può essere chiesto solo per ipotesi specifiche. La richiesta di anticipo è consentita in caso di:

  • acquisto della prima casa per sé o per i figli. In questo caso il lavoratore deve documentare che sia almeno in corso una trattativa per l’acquisto; la richiesta può essere avanzata anche per estinguere un mutuo già acceso per l’acquisto della prima casa.
  • spese sanitarie per terapie e interventi straordinari riconosciuti dall’Asl, incluse le spese accessorie. Per l’anticipo non conta che le cure siano prestate da una struttura pubblica o privata né che siano già state pagate o meno; occorre invece fornire un’attestazione dell‘Asl che certifichi la malattia, la necessità di intervenire e l’entità del costo complessivo;
  • utilizzo di congedi parentali o di maternità, di formazione extra lavorativa e di formazione continua. In questo caso l’anticipo deve essere corrisposto insieme alla retribuzione del mese precedente la data di inizio del congedo. Questo anticipo sembra escluso nel caso di trasferimento del TFR a un fondo pensionistico.
  • esigenze varie di un lavoratore che abbia trasferito il suo TFR a un fondo pensioni. Questo anticipo è consentito solo per il 30% delle somme maturate e solo se si è aderito al fondo pensioni da almeno 8 anni.

Se l’anticipo del TFR è utilizzato per spese diverse da quelle per cui è ammesso il lavoratore può essere chiamato a  restituirlo e a risarcire il danno.

 

I limiti all’anticipo del TFR

L’anticipo del TFR può essere chiesto una sola volta allo stesso datore di lavoro. Può quindi essere chiesto a tutti i datori di lavoro per i quali si lavori nell’arco della propria vita. Per chiedere l’anticipo occorre però aver lavorato per almeno 8 anni per il datore di lavoro a cui ci si rivolge.
L’anticipo non può essere chiesto da lavoratori che si trovino in cassa integrazione.

Il datore di lavoro non può respingere la richiesta di anticipo del TFR. In caso di richieste di più lavoratori, è però tenuto ad accogliere le richieste entro il limite annuo del 10% dei lavoratori aventi diritto e del 4 % del numero totale dei dipendenti. In caso di più richieste, il datore di lavoro deve seguire l’ordine cronologico secondo cui tali domande gli sono arrivate.

Questo scritto è redatto a solo scopo informativo, può essere modificato in qualsiasi momento e NON può essere considerato sollecitazione al pubblico risparmio. Il sito web non garantisce la correttezza e non si assume la responsabilità in merito all’uso delle informazioni ivi riportate.