Le 7 regole d'oro di Benjamin Graham
Benjamin Graham è stato uno degli esponenti più importanti dell'analisi fondamentale, l'approccio all'investimento finanziario che parte dai dati di bilancio di una azienda
di Gianluca MarzoliBenjamin Graham è stato uno degli esponenti più importanti dell'analisi fondamentale, l'approccio all'investimento finanziario che parte dai dati di bilancio di una azienda per capire se è il caso di inserire i suoi titoli nel proprio portafoglio.
L'altra grande scuola di investimento è l'analisi tecnica, che fonda le sue scelte sull'andamento del valore del titolo nel tempo.
Benjamin Graham è stato un investitore di successo e autore di libri fondamentali per chi si interessa di investimento finanziario. Tra i suoi seguaci e allievi c'è Warren Buffett, il più grande investitore vivente.
LEGGI ANCHE: Le 7 regole d'oro di Warren Buffett
INVESTIRE COME BENJAMIN GRAHAM
"When in Doubt, Stay Out", quando non sei sicuro stai fuori, è uno dei consigli più "saggi" per il mercato azionario. E intanto che sei fuori, ci sono letture che possono aiutare non tanto a capire meglio i mercati, quanto a capire meglio come investire. E tra queste c'è Benjamin Graham.
Benjamin Graham è considerato il padre indiscusso del “value investing”, cioè la filosofia di investimento che considera i dati fondamentali dei titoli, nonché il maestro ispiratore di Warren Buffett, il più grande investitore vivente.
I due libri principali nei quali esprime il suo pensiero e le sue strategie di investimento sono “The Intelligent Investor” e “Security Analysis”, considerati la base dell’investimento “value”.
Il suo approccio assolutamente razionale e logico all’investimento azionario sicuramente risulta estraneo rispetto all’approccio della maggioranza degli investitori, però le performance registrate dalla sua gestione (e soprattutto da quella del suo discepolo Buffett) sono state straordinariamente superiori a quelle dell’indice Standard & Poor 500, non solo nell’entità, ma anche per la costanza nel tempo.
LE 7 REGOLE D'ORO DI BANJAMIN GRAHAM
Nel libro “The Intelligent Investor”, Graham enuncia le 7 regole base dalle quali non discostarsi mai nella scelta dei titoli azionari.
Le seguenti regole sono dettate per essere sicuri di ottenere dall’investimento:
L'altra grande scuola di investimento è l'analisi tecnica, che fonda le sue scelte sull'andamento del valore del titolo nel tempo.
Benjamin Graham è stato un investitore di successo e autore di libri fondamentali per chi si interessa di investimento finanziario. Tra i suoi seguaci e allievi c'è Warren Buffett, il più grande investitore vivente.
LEGGI ANCHE: Le 7 regole d'oro di Warren Buffett
INVESTIRE COME BENJAMIN GRAHAM
"When in Doubt, Stay Out", quando non sei sicuro stai fuori, è uno dei consigli più "saggi" per il mercato azionario. E intanto che sei fuori, ci sono letture che possono aiutare non tanto a capire meglio i mercati, quanto a capire meglio come investire. E tra queste c'è Benjamin Graham.
Benjamin Graham è considerato il padre indiscusso del “value investing”, cioè la filosofia di investimento che considera i dati fondamentali dei titoli, nonché il maestro ispiratore di Warren Buffett, il più grande investitore vivente.
I due libri principali nei quali esprime il suo pensiero e le sue strategie di investimento sono “The Intelligent Investor” e “Security Analysis”, considerati la base dell’investimento “value”.
Il suo approccio assolutamente razionale e logico all’investimento azionario sicuramente risulta estraneo rispetto all’approccio della maggioranza degli investitori, però le performance registrate dalla sua gestione (e soprattutto da quella del suo discepolo Buffett) sono state straordinariamente superiori a quelle dell’indice Standard & Poor 500, non solo nell’entità, ma anche per la costanza nel tempo.
LE 7 REGOLE D'ORO DI BANJAMIN GRAHAM
Nel libro “The Intelligent Investor”, Graham enuncia le 7 regole base dalle quali non discostarsi mai nella scelta dei titoli azionari.
Le seguenti regole sono dettate per essere sicuri di ottenere dall’investimento:
- un minimo di qualità riguardante le passate performance e la attuale condizione finanziaria dell’azienda;
- un minimo di quantità in termini di guadagni e mezzi propri ottenuti per ogni dollaro pagato.
1. Adeguata dimensione dell’azienda
Fatturato non inferiore ai 100 milioni di dollari per le aziende industriali e non meno di 50 milioni per le utility (il contesto è la borsa Americana dei primi anni ’70). L’idea di base è quella di escludere le piccole aziende, perché potrebbero essere soggette a vicissitudini in maniera superiore alla media. Per cui non c’è motivo di inserire nel portafoglio dell’investitore difensivo tale tipologia di aziende.
2. Situazione finanziaria sufficientemente solida
Il totale degli assets deve essere almeno il doppio dell’indebitamento (rapporto debiti/mezzi propri inferiore a 0,5).
3. Stabilità dei guadagni
Almeno “qualche guadagno” mostrato dall’azienda con continuità negli ultimi 10 anni.
4. Dividendi
Pagamenti ininterrotti per almeno gli ultimi 20 anni.
5. Crescita degli utili
Un aumento minimo di un terzo degli utili per azione negli ultimi 10 anni, usando medie a tre anni.
6. Moderato rapporto prezzo/utili
Il prezzo corrente non deve essere superiore a 15 volte gli utili, considerando gli ultimi tre anni. Il consiglio di base per l’intero portafoglio è di avere un rapporto complessivo di utili/prezzo, l’inverso del p/e, migliore del tasso corrente dei bond a lungo periodo ad alto rating (Graham include l’esempio p/e 13,3 = bond al 7,5%).
7. Moderato rapporto del prezzo sugli asset
Il prezzo corrente non deve essere superiore a 1,5 volte il valore di libro (rapporto prezzo/mezzi propri).
Un rapporto prezzo/utili superiore a 15 può essere giustificato da un rapporto prezzo/mezzi propri inferiore al massimo consigliato.
La regola consiste nel non superamento del valore di 22,5 come risultato della moltiplicazione del p/e con il p/mp. Il valore 22,5 è appunto dato da 15 (p/e) moltiplicato per 1,5 (p/mp). Quindi risulta ammesso, ad esempio, un p/mp di 2,5 con un rapporto p/e di 9.
BANJAMIN GRAHAM E IL "FATTORE DI SICUREZZA"
Queste regole sono naturalmente dettate per il temperamento dell’investitore difensivo, o “value investor”, e sicuramente eliminano dal range della possibile scelta la grande maggioranza delle azioni quotate (specialmente per la regola dei dividendi).
Da un lato escludono quelle aziende che sono (1) troppo piccole (2) in relativamente debole situazione finanziaria (3) con qualche deficit negli ultimi 10 anni di attività e (4) senza una lunga storia di pagamento di dividendi.
Gli ultimi due criteri richiedono invece più guadagni e più assets per ogni dollaro pagato rispetto alla media.
Tutti queste regole servono per creare un buon “fattore di sicurezza”, concetto introdotto da Graham che serve ad escludere gli acquisti quando una troppo grande porzione del prezzo pagato dipende dagli utili previsti sempre crescenti in futuro, fattore che aumenta di molto i rischi dell’investimento.
Graham afferma che il lettore dovrà decidere su questa importante questione da solo, dopo aver pesato attentamente gli argomenti a favore dell’investimento sui fondamentali o della speculazione.
Il consiglio finale di Graham per l’investitore difensivo è di acquistare un portafoglio molto diversificato composto dai migliori titoli azionari e da bond con un alto livello di rating.
Consigli preziosi e senza tempo...
Gianluca Marzoli
Questo scritto è redatto a solo scopo informativo, può essere modificato in qualsiasi momento e NON può essere considerato sollecitazione al pubblico risparmio.
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5. Crescita degli utili
Un aumento minimo di un terzo degli utili per azione negli ultimi 10 anni, usando medie a tre anni.
6. Moderato rapporto prezzo/utili
Il prezzo corrente non deve essere superiore a 15 volte gli utili, considerando gli ultimi tre anni. Il consiglio di base per l’intero portafoglio è di avere un rapporto complessivo di utili/prezzo, l’inverso del p/e, migliore del tasso corrente dei bond a lungo periodo ad alto rating (Graham include l’esempio p/e 13,3 = bond al 7,5%).
7. Moderato rapporto del prezzo sugli asset
Il prezzo corrente non deve essere superiore a 1,5 volte il valore di libro (rapporto prezzo/mezzi propri).
Un rapporto prezzo/utili superiore a 15 può essere giustificato da un rapporto prezzo/mezzi propri inferiore al massimo consigliato.
La regola consiste nel non superamento del valore di 22,5 come risultato della moltiplicazione del p/e con il p/mp. Il valore 22,5 è appunto dato da 15 (p/e) moltiplicato per 1,5 (p/mp). Quindi risulta ammesso, ad esempio, un p/mp di 2,5 con un rapporto p/e di 9.
BANJAMIN GRAHAM E IL "FATTORE DI SICUREZZA"
Queste regole sono naturalmente dettate per il temperamento dell’investitore difensivo, o “value investor”, e sicuramente eliminano dal range della possibile scelta la grande maggioranza delle azioni quotate (specialmente per la regola dei dividendi).
Da un lato escludono quelle aziende che sono (1) troppo piccole (2) in relativamente debole situazione finanziaria (3) con qualche deficit negli ultimi 10 anni di attività e (4) senza una lunga storia di pagamento di dividendi.
Gli ultimi due criteri richiedono invece più guadagni e più assets per ogni dollaro pagato rispetto alla media.
Tutti queste regole servono per creare un buon “fattore di sicurezza”, concetto introdotto da Graham che serve ad escludere gli acquisti quando una troppo grande porzione del prezzo pagato dipende dagli utili previsti sempre crescenti in futuro, fattore che aumenta di molto i rischi dell’investimento.
Graham afferma che il lettore dovrà decidere su questa importante questione da solo, dopo aver pesato attentamente gli argomenti a favore dell’investimento sui fondamentali o della speculazione.
Il consiglio finale di Graham per l’investitore difensivo è di acquistare un portafoglio molto diversificato composto dai migliori titoli azionari e da bond con un alto livello di rating.
Consigli preziosi e senza tempo...
Gianluca Marzoli