Genio e sregolatezza di Jesse Livermore!
Uno dei più grandi e sensibili speculatori della storia. Tanto abile quanto sventurato, compì colpi straordinari e qualche grave errore. Come trarre utili insegnamenti da una mente comunque superiore
di Mario EliaSulla constatazione che commise almeno un grave errore, vi è unanime e pacifico accordo, soprattutto in considerazione del fatto che dopo aver accumulato decine di milioni di dollari (biglietti verdi dei primi decenni del secolo!) finì impelagato in un debito rilevantissimo, che probabilmente fu causa, anche se non unica, della sua tragica fine.
Com’è noto, Jesse finì suicida nella toilette di un bar, dopo aver vergato un drammatico biglietto di addio in cui prendeva atto del fallimento della propria esistenza, costellata di grandi opportunità gettate al vento, di matrimoni sbagliati e di varie fughe nell’etilismo.
Che giudizio tentare, a questo punto, di un uomo così sventurato e abile da essere addirittura accusato di aver favorito (se non provocato!) l’immane crash del 1929 e le tutte le successive difficoltà dei mercati americani fino al 1940, anno della sua triste dipartita?
TECNICHE E QUALITA' DI JESSE LIVERMORE
Come direbbe Shakespeare, non siamo qui per indagare sul fascino letterario di uno dei più pittoreschi, vistosi e temuti investitori di ogni tempo, bensì per individuare gli errori di derivazione extra-esistenziale che lo portarono al collasso finanziario e, contemporaneamente, per analizzare le tecniche e le qualità che lo condussero a così impressionanti prese di profitto.
Iniziamo dai colossali guadagni (che gli permisero una vita dallo sfarzo talora faraonico), considerando che le ricostruzioni tecnico-biografiche derivano dal notissimo testo “Reminiscences of a Stock Operator”, di Edwin Lefèbre e da “How to Trade Stocks”, di Livermore stesso, dai quali è possibile trarre le regole base per il trader di ogni tempo e luogo.
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Livermore, a Boston, era un giovanissimo addetto alle annotazioni delle variazioni dei prezzi. Dotato di eccezionale intuito, memorizzò fin dai primi giorni quei movimenti delle quotazioni che precedevano grandi rialzi o precipitosi ribassi.
Intellettualmente padrone di queste sicure deduzioni, iniziò a sbancare i bucket shop (agenzie per scommettitori, le uniche alle quali poteva accedere a motivo della giovane età). In quella adulta, libero di esprimersi finanziariamente, si trasferì infine nella Grande Mela, primo mercato al mondo e, come un topo nel formaggio, iniziò a investire e guadagnare vertiginosamente.
Quindi, attenzione alla prima sua caratteristica: suprema intuizione dei pattern che precedono le inversioni del trend!
Ma Livermore, nelle speculazioni, ben diversamente che nella vita privata, era molto disciplinato, e non nascondeva la sua capacità di attendere i segnali buoni, senza tentare di forzare, emotivamente e vanamente, il corso dei vari trade. Sosteneva che gli investitori perspicaci e calmi sono rarissimi. E che gli altri non sono battuti dal mercato, ma “si battono da soli”, perché non riescono a controllarsi.
E qui affiora un immenso problema, proprio mentre stiamo quadrando un cerchio importante del trading! Livermore sembra ammonirci che non è difficile mettere a punto una strategia vincente! È piuttosto difficile sapersi attenere alle sue regole!
Non è difficile mettere a punto una strategia vincente? Certo, Jesse era convinto (in soldoni!) che i profitti potessero essere fatti solo all’interno dei grandi trend. Consigliava quindi di starsene fermi e quieti nelle fasi di lateralità, in agguato come insidiosi felini.
A suo giudizio, in fondo in fondo, la borsa non era in grado di riservare troppe sorprese, perché la storia della speculazione era già stata abbondantemente scritta (e “vecchia come le montagne…”). Essenziale, quindi, riuscire a considerare la finanza come una sfida intellettuale, da vincere con modestia, applicazione e carattere.
LE COSE DA NON FARE SECONDO LIVERMORE
Da tenere a bada, naturalmente, i quattro peccati dello speculatore: ignoranza, avidità, paura e speranza. Questi ultimi due concetti vanno tuttavia esaminati con particolare attenzione: se ho in portafoglio un titolo che “va male”, non devo sperare che “vada prima o poi bene”, bensì temere che peggiori ancora. All’opposto, se ho un titolo che “va bene”, non devo temere che arresti la sua corsa, bensì sperare che proceda! Vi pregheremmo di riflettere su queste considerazioni che hanno la caratteristica di suggerire il giusto impiego delle emozioni.
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Secondo Jesse, nessun suggerimento riservato (“le dritte” dei bene informati…) può portare all’arricchimento, così come nessun libro può insegnare l’arte della speculazione. Essa è ben più magistralmente illustrata dal severo studio dei propri errori. Purtroppo, questi ultimi possono anche essere pesantissimi, perché “il Destino non sempre ti permette di fissare il costo del tuo apprendimento.”
QUANDO ACQUISTARE E QUANDO VENDERE
Inoltre, l’arte della speculazione non ha nulla a che fare con la disciplina degli investimenti. Come poi condivise anche Ed Seykota (ricordate la sua teoria sul surf?), non occorre elaborare complesse spiegazioni sull’ascesa o sulla discesa di una quotazione. È piuttosto consigliabile approfittarne con il minor tempo di reazione possibile! Per Livermore “acquistare un titolo durante un rialzo dei prezzi è la tecnica migliore per acquistare.” E lo stesso discorso, ovviamente, vale per il ribassismo: vendere allo scoperto e a piene mani quando un titolo ha imboccato la china discendente!
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Quanto alla nota querelle del momento giusto per vendere, nessun dubbio: mai illudersi di poterlo fare al massimo… si proceda alla liquidazione dopo un “moderato ribasso”, se non c’è stato un recupero… Al contrario, se le cose vanno male, affrettarsi a chiudere le posizioni, evitando la diffusa quanto autentica follia di acquistare ancora “per fare media”.
SPECULARE E' UNA PROFESSIONE IMPEGNATIVA E DURISSIMA
Lo speculatore, stando al mitico Jesse, vive di una professione impegnativa e durissima. La mente e il fisico devono essere continuamente in azione. Rilassarsi può voler significare una rapida perdita del capitale.
Notate, cari lettori, che siamo alle prese con un soggetto geniale e tutt’altro che tecnicamente sregolato?
Riassumiamo le regole che lo portarono agli immensi profitti:
1) individuare i punti di svolta e stare in agguato;
2) seguire sempre i grandi trend, in entrambi i sensi;
3) liquidare le posizioni in perdita e mantenere il più a lungo possibile quelle in profitto;
4) non credere alle informazioni riservate e imparare dai propri errori;
5) lavorare e concentrarsi senza posa sull’andamento dei mercati.
Affascinante, talora insondabile Jesse Livermore…
Mario Elia
elia.mario@libero.it