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Politiche attive del lavoro

Sono diversi strumenti e policy che hanno lo scopo di sostenere il livello di occupazione di un paese. Vanno dalla regolamentazione del mercato del lavoro ai sussidi per la disoccupazione, e alle politiche proattive per la ricerca del lavoro.

di Marco Delugan

Nella categoria delle politiche del lavoro ricadono diversi strumenti e policy, a loro vota divisibili in tre grandi categorie. Esistono le misure volte alla regolazione dei rapporti di lavoro, quelle che hanno lo scopo di sostenere il reddito di chi si trova in condizione di disoccupazione involontaria o temporanea, e le politiche dette proattive, che consistono nell’offerta di formazione, tirocini, periodi di apprendistato e assistenza alla ricerca di un nuovo lavoro.

Del primo gruppo fanno parte le normative che regolano i contratti, l’attivazione e l’estinzione dei rapporti di lavoro.

Del secondo gruppo fanno parte i così detti ammortizzatori sociali, che sono prestazioni economiche rivolte a chi è disoccupato. La disoccupazione deve essere involontaria e può anche essere temporanea.

Del terzo gruppo fanno parte gli interventi volti alla valorizzazione del capitale umano e all’adattamento delle competenze del lavoratore alle mutevoli necessità delle imprese. E i servizi che agevolano l'inserimento e il reinserimento nel mercato del lavoro, come quelli offerti dai Centri per l’impiego e altri servizi analoghi sia pubblici che privati.

Alcune misure, come ad esempio il sussidio NASpI, hanno elementi delle due categorie di intervento appena ricordate. NASpI è, infatti, in parte sussidio e in parte progetto di formazione e ricollocazione professionale. L’assegno di ricollocazione ricade invece esclusivamente nella terza categoria, quella degli strumenti che hanno lo scopo di facilitare il reinserimento nel mercato del lavoro.

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