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Diritti del correntista: la restituzione degli addebiti illegittimi sul conto corrente

Nella nostra esperienza abbiamo potuto notare che la consapevolezza dei clienti bancari su argomenti quali anatocismo e addebiti illegittimi su conto corrente è spesso davvero poca, così facendo il gioco delle banche. Cerchiamo, dunque, di fare un po’ di chiarezza su come sia possibile riavere indietro tali somme

di Simone Galimberti 23 gen 2012 ore 12:37

Abbiamo già definito l’anatocismo in altra guida (“Definizione di anatocismo e usura”) come la pratica delle banche di addebitare interessi sugli interessi, Ciò, nel caso del conto corrente bancario, è fatto semplicemente addebitando gli interessi alla chiusura trimestrale dello stesso. In questo modo gli interessi pagati vengono capitalizzati, ovvero sommati (in ultima analisi si potrebbe dire “confusi”) con il capitale prestato. Nella successiva chiusura trimestrale, quindi, i nuovi interessi verranno calcolati non solo sul capitale inizialmente prestato, ma anche sugli interessi precedentemente contabilizzati, generando così interessi più alti.

Peraltro gli interessi anatocistici sono solamente uno fra i tanti addebiti illegittimi che le banche sono solite applicare regolarmente sui rapporti di conto corrente bancario, in ciò seguendo le prassi stabilite dall'Associazione Bancaria Italiana (ABI), prassi che, peraltro, non hanno mai posseduto il rango di testo normativo e sono state più volte dichiarate illegali da molte Sentenze della Corte di Cassazione.
Tanto per fare un semplicissimo esempio, ci sono le commissioni di massimo scoperto (CMS) che sono altrettanto illegittime e comportano frequentemente addebiti molto consistenti e che, peraltro, molte banche si ostinano ad applicare, gonfiando non poco i costi del finanziamento.

Tali commissioni/spese spesso fanno diventare usurai gli interessi debitori praticati nei conti correnti bancari. La Legge 108/96, infatti, stabilisce molto chiaramente all'art. 1 che "per la determinazione del tasso di interesse usurario si tiene conto delle commissioni, remunerazioni a qualsiasi titolo e delle spese, escluse quelle per imposte e tasse, collegate alla erogazione del credito" e le commissioni di massimo scoperto sono a pieno titolo in tale novero.
Peraltro c’è un grosso “MA”!!
Fino ad oggi nessuna banca in Italia ha mai risarcito i clienti “spontaneamente” a seguito di una semplice lettera di messa in mora del cliente o del suo legale e non e' ragionevole attendersi che lo farà' mai in futuro. E questo perché? La risposta risiede sostanzialmente nella “legge dei grandi numeri”.

LEGGI anche: Definizione di anatocismo e usura

Come in molte altre circostanze, le banche –anche quando sanno perfettamente di essere dalla parte del torto– cercano di pagare solo i clienti che esercitano i propri diritti in sede giudiziale e tale atteggiamento e' motivato da una precisa logica economica. I clienti, infatti, che sono nelle condizioni di fare un'azione giudiziaria contro la banca sono una frazione minima del totale dei clienti che dovrebbero essere risarciti.

paese-delle-meraviglieSe le banche risarcissero i clienti a seguito di una semplice lettera di messa in mora dovrebbero pagare delle cifre enormi. Se si limitano, invece, a pagare solo dopo aver perso una causa, dovranno pagare sì delle notevoli spese legali, ma esse saranno sempre poca cosa rispetto ai molti soldi risparmiati non pagando tutti colori che hanno rinunciato a fare l'azione legale.
Come definire tale comportamento da parte delle Banche? Sicuramente squallido e censurabile da un punto di vista deontologico, ma d'altronde non abbiamo vissuto mai e mai vivremo nel Paese delle Meraviglie…!

E' bene, quindi, sottolineare che purtroppo l'unico modo per recuperare la parte di interessi e spese indebitamente addebitati e' quella di avviare una causa civile contro la banca e ciò non e' mai una cosa da fare a cuor leggero per molti motivi.
In primo luogo e' necessario avere un avvocato (e sarà bene sceglierne uno che abbia già una certa esperienza in materia), il cui patrocinio ha sicuramente un costo.


Secondariamente l'avvio di un'azione legale comporta dei costi che variano in base al tipo di causa (valore, complessità, ecc.) ed e' opportuno quindi fare una valutazione di convenienza, relativa al rapporto fra spese anticipate e risarcimento eventualmente ottenibile.
Anche grazie agli orientamenti della giurisprudenza di merito e della Cassazione, le probabilità di vincere una causa sono ad oggi molto alte, ma è bene ribadire che impostare una causa su questi temi e' molto complicato, per la qual cosa è assolutamente indispensabile farsi affiancare anche da un perito che assista il legale nella disanima degli aspetti tecnico-finanziari della causa, eventualmente assumendosi l’onere della consulenza tecnica di parte (C.T.P.).

In casi di vittoria e' molto probabile che le spese anticipate vengano rimborsate dalla parte soccombente, ma e' bene sottolineare che non vi e' certezza neppure di questo fatto perché il giudice potrebbe decidere di compensare le spese, con ciò significando che ognuna delle parti si accollerà le proprie spese sostenute durante il  procedimento. È una ipotesi improbabile, ma che non si può escludere a priori.

Nel prossimo intervento analizzeremo un po’ più in dettaglio gli aspetti tecnici da valutare prima di iniziare un’azione legale, in special modo quelli legati alla documentazione da possedere ed alla documentazione da produrre in sede di contenzioso con la banca.

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simone-galimberti-2Simone Galimberti, già consulente di primari gruppi bancari italiani ed esteri in tema di ingegneria finanziaria, trading operativo e risk management, è oggi titolare di Studio Confini (www.studioconfini.it) in qualità di Ingegnere e Analista Finanziario Indipendente con clientela eminentemente aziendale, nazionale ed internazionale.
È inoltre Docente a Contratto presso prestigiosi Masters di specializzazione post Laurea ed anche, in funzione delle sue elevate competenze professionali, Perito di molti Tribunali, spesso affiancando con perizie e consulenze le varie Procure in materia di usura e reati penalmente perseguibili su strumenti finanziari complessi.
Collabora inoltre con testate giornalistiche e riviste specializzate (oltre a SOLDIONLINE, LA FINANZA, MAGISTRA e RAGIONPOLITICA) attraverso le quali  cerca di rendere comprensibile al grande pubblico anche quei temi che, per la loro difficoltà e delicatezza, rimarrebbero inaccessibili nonostante le loro larghe e profonde ricadute sulla vita di tutti i giorni.

Per informazioni, Dott. Simone Galimberti (info@studioconfini.it)

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