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Tassazione della rendite finanziarie: gestito vs amministrato

Si può verificare una differenza di imposizione tra chi usufruisce di soluzioni di regime gestito e chi si avvale del cosiddetto regime amministrato. Vediamo perché

di Redazione Soldionline 22 gen 2019 ore 13:55

imposte-tasse-rendite-finanziarieLa tassazione delle rendite finanziarie - ossia del denaro rinveniente dall’investimento in strumenti finanziari, sia sotto forma di plusvalenze sulle compravendite che di flusso cedolare (da dividendi o da interessi) - è stata modificata l’ultima volta nel luglio 2014. Con il decreto legge 66 si è alzata l’aliquota di tassazione su alcune particolari asset class (come le azioni) mantenendo su livelli meno elevati quella su altri strumenti (come i titoli di stato). La logica del legislatore è stata quella di non trattare nello stesso modo i proventi rinvenienti dall’investimento nel capitale di rischio rispetto a quelli che arrivano dal finanziamento debito pubblico.

 

LA TASSAZIONE DEL GESTITO E QUELLA DELL’AMMINISTRATO

Quando si parla di tassazione, però, c’è un’altra importante differenza, non tanto di imposizione, quanto in termini di efficienza. Una certa disuguaglianza di trattamento, a causa del differimento di eventuali compensazioni tra plusvalenze e minusvalenze, si può infatti registrare tra chi usufruisce di soluzioni di regime gestito e chi si avvale del cosiddetto regime amministrato.

 

GESTITO E AMMINISTRATO: COSA SONO

Ma, innanzitutto, cos’è un regime gestito? E un regime amministrato? Il primo, tipico dei servizi di gestione patrimoniale, prevede che la banca (o la società di gestione) gestisca il risparmio di un cliente in modo totalmente discrezionale, previo relativo mandato. In altri termini l’intermediario decide in modo autonomo come gestire il capitale del suo cliente, entro specifici termini e modalità di impiego determinati con il cliente stesso.

Nel regime amministrato, invece, si resta comunque in totale controllo decisionale sui propri investimenti.
In entrambi i regimi è lo stesso intermediario che si preoccupa di espletare gli adempimenti fiscali per conto dell’investitore.

 

DIFFERENZE FISCALI TRA GESTITO E AMMINISTRATO

Nel regime fiscale gestito la tassazione dei proventi di natura finanziaria si applica nel momento della loro maturazione. Tuttavia è la totalità dell’investimento della gestione patrimoniale (compresi gli oneri di gestione) che ha rilevanza e non le singole componenti. Ciò significa che le movimentazioni effettuate tramite i ribilanciamenti non generano alcun tipo di imponibile fiscale. Le imposte saranno quindi applicate sono in occasione di fine anno o dopo un disinvestimento.

Nel regime amministrato, invece, ha rilevanza fiscale ogni singolo strumento. Ciò significa che plusvalenze e/o minusvalenze derivanti da ETF, Fondi di investimento, SICAV o OICR non sono compensabili. Il legislatore dà però al risparmiatore la possibilità di riportare a nuovo le minusvalenze eccedenti le plusvalenze fino a un massimo di quattro esercizi.

Ma quindi quale tra le due soluzioni è preferibile? Secondo una recente simulazione di Moneyfarm, che ha condotto un test confrontando le diverse imposizioni che avrebbe avuto una medesima attività d’investimento in un portafoglio di ETF, il regime fiscale gestito di una gestione patrimoniale potrebbe far risparmiare una quota di imposte compresa tra il 15% e il 25%.

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