5 cose da fare per scovare i titoli sottovalutati
Acquistare titoli sottovalutati dal mercato nella speranza che il loro prezzo cresca col tempo è uno di punti centrali del Value Investing. Ecco come fare per scovarle.
di Marco Delugan 7 giu 2016 ore 10:47Se poteste acquistare un biglietto da 100 euro per 80 euro, non lo fareste? Vorrebbe dire guadagnare 20 euro in un colpo solo. Ecco, il Value Investing è un po’ la stessa cosa. Non proprio la stessa cosa, però, perché il tutto risulta più complesso di così. Nelle operazioni di Value Investing entrano il rischio di sbagliare e la pazienza di aspettare, ma la sostanza è simile, e cioè acquistare aziende sottovalutate che col tempo (si spera) il mercato apprezzerà adeguatamente e farà tornare ai suoi “veri” livelli. Insomma, spendere 80 oggi per avere 100 tra un po’ di tempo.
Ne ha scritto in questi giorni The Motley Fool. Eccone una libera traduzione.Ma come si fa a capire se una azione è sottovalutata? Non c’è una risposta univoca, anche perché non c’è accordo tra gli analisti nemmeno su quale si in vero valore una azienda. Ci sono diverse scuole di pensiero, diverse formule, diversi tentativi. Ma ancora non c’è una risposta precisa. Per cui ci si deve arrangiare, considerare variabili quantitative e variabili qualitative, e imparare a farsi le proprie analisi. Benjamin Graham, ad esempio, maestro di Warren Buffett e padre del Value Investing, nella sua operatività non considerava un valore preciso, ma un intervallo di valori, e rispetto a questo intervallo decideva se una azienda fosse sottovalutata o meno.
Di seguito trovare cinque cose da sapere per iniziare questo viaggio.
PERCHE' LE AZIONI (A VOLTE) VENGONO SOTTOVALUTATE
Una delle idee centrali del Value Investing è che a volte i titoli azionari vengano sottovalutati dal mercato. I motivi possono essere molti, ma i seguenti sono i più comuni:
Aspettative mancate - Se i risultati trimestrali risultano meno brillanti di quanto il mercato si attendesse, allora il titolo può calare più di quanto le condizioni di business dell’azienda richiederebbero.
I mercati crollano e poi si correggono - Se l’intero mercato crolla, allora è possibile che nel mucchio si trovino ottime aziende sottovalutate. E di solito, dopo un crollo, ci sarà una ripresa. A meno di situazioni davvero drammatiche, come la crisi del ’29 e l’ultima recessione del 2007. In quei casi bisogna veramente armarsi di molta pazienza.
Brutte notizie - Come quando un titolo non risponde alle attese degli analisti, una cattiva notizia può avere un effetto talmente negativo da spingere le quotazioni a livelli (bassi) non giustificabili dalla reale condizione di business dell’azienda.
Fluttuazioni cicliche - alcuni settori hanno performance migliori in certe fasi del ciclo economico. E settori che nella fase in cui ci si trova non sono favoriti dal ciclo economico possono avere al loro interno azioni sottovalutate.
CONSIDERATE SOLO I MERCATI CHE CAPITE
Capita spesso che gli investitori acquistino azioni di aziende che non capiscono, di cui non comprendono il modo di guadagnare e nemmeno le dinamiche generali del settore di appartenenza. Ma una delle regole più importanti per chi voglia investire in aziende sottovalutate è proprio quello di concentrarsi sui settori e sulle aziende che comprende adeguatamente. Solo così potrà farsi un’idea di quale può essere il loro vero valore.
CONOSCERE LE METRICHE PRINCIPALI
Ci sono dozzine di metriche che si possono usare per valutare un titolo azionario, ma quelle che seguono sono alcune tra le migliori per individuare le azioni sottovalutate:
Rapporto prezzo utili (P/E) – Il rapporto P/E si calcola dividendo il prezzo “attuale” del titolo per gli utili annuali. E’ utile per confrontare tra loro i titoli dello stesso settore. Un rapporto P/E basso vuol dire che il titolo è meno caro di quelli che hanno un P/E più alto, ma non è l’unica variabile da considerare.
Rapporto tra prezzo e valore di libro (P/B) – Lo si calcola dividendo il prezzo attuale per il patrimonio per azione. Un valore di libro inferiore a uno vuol dire che il titolo viene scambiato a un valore inferiore rispetto al patrimonio aziendale. Gli investitori Value utilizzano il rapporto P/B le azioni che presentano un margine di sicurezza.
Rapporto P/E e crescita degli utili (PEG) – Lo si trova dividendo il rapporto P/E per il tasso di crescita degli utili previsto per un certo periodo di tempo, solitamente di 5 anni. Può essere utile per stimare il valore di una azienda con un rapporto P/E alto ma con utili in forte crescita.
Return on equity (ROE) – l’utile netto dell’azienda come percentuale del capitale di rischio, e cioè del capitale conferito all’azienda dai soci. Misura quanto l’azienda è capace di utilizzare i capitali investiti per generare profitto.
Rapporto tra i debiti e il capitale di rischio – Come dice il nome, è calcolato dividendo il debito totale dell’azienda con il capitale di rischio.
Current ratio – E’ il quoziente di liquidità di una azienda, è il rapporto tra le attività correnti e le passività correnti. Misura la capacità di una azienda di far fonte a impegni a breve termine.
Una volta che si comincia a utilizzare queste metriche, è bene definire col tempo i propri criteri per individuare i titoli sottovalutati. E questo perché la definizione del valore di una azienda non è chiara e univoca, ma può variare da analista ad analista. Ogni metrica è una tessera di un puzzle che non è definito a priori. Alcuni, ad esempio, vogliono un P/E inferiore alla media di settore, un rapporto tra debiti e capitale di rischio inferiore a 0,5, e un ROE di almeno il 15%. Ma è un’opzione e non una regola scritta nel marmo.
ANDATE OLTRE I NUMERI
Le metriche appena elencate sono un ottimo punto di partenza, ma ci sono molte altre cose cui guardare per capire se un titolo è sottovalutato.
Ad esempio, uno dei criteri utilizzati da Warren Buffett è il vantaggio competitivo sostenibile nel tempo. Tale vantaggio può proteggere l’azienda dai periodi di difficoltà economiche generali e dai suoi competitor. Una azienda che ha un vantaggio competitivo importante ha un valore maggiore di chi non ce l’ha.
E’ importante anche conoscere come viene valutata l’azienda dal suo interno, e cioè sapere se amministratori, sindaci o top management stanno acquistando titoli della stessa oppure li stanno vendendo. L’attività di acquisto o vendita di titoli da parti di amministratori, sindaci o top management dell’azienda si chiama internal dealing.
E PER FINIRE, ABBIATE PAZIENZA
La regola finale è avere pazienza. Ci sono periodi in cui i mercati sono sopravvalutati in generale, ed è difficile trovare titoli sottovalutati. In questi casi, l’unica cosa da fare è aspettare che le cose cambino.