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Cosa sono e cosa fanno i robo advisor

Il robo advisor, neologismo diventato presto decisamente diffuso nel mondo della finanza, è una piattaforma di consulenza finanziaria, fornita da sistemi automatici e sul web

di Redazione Soldionline 29 lug 2019 ore 15:02

fintechQuella dei robo advisor è una branchia del FinTech, in particolare del digital investing (ossia degli investimenti tramite il digitale). Acronimo delle prime sillabe di FINancial TEChnology, il FinTech è il segmento che raggruppa le imprese che forniscono prodotti e servizi finanziari attraverso le nuove tecnologie digitali.

 

Cos'è il robo advisor e quando è nato

Il robo advisor, neologismo diventato presto decisamente diffuso nel mondo della finanza, è una piattaforma di consulenza finanziaria, fornita da sistemi automatici e sul web, spesso (ma non sempre) da fruire in totale autonomia.

Il servizio di basa su un sistema di consulenza automatizzata, costruita su una serie di algoritmi, finalizzata a consigliare la miglior proposta di investimento per il cliente in base alle sue caratteristiche di avversione/propensione al rischio e in base ai suoi obiettivi finanziari.

La definizione robo advisor non è da confondersi con quella di robo trader. Quest’ultimo termine può essere assimilato a quello di trading system, ossia un sistema di investimento interamente deciso da una macchina in base a determinate regole e con gli ordini passati direttamente al mercato.

Per quanto riguarda il robo advisor, invece, la trasmissione del segnale è passata al cliente ed eseguita da quest’ultimo.

Nati alla fine del primo decennio degli anni 2000 negli stati anglosassoni (USA e UK in primis) i robo advisor si sono poi diffusi negli altri paesi occidentali e negli stati europei.

 

Come lavora un robo advisor

La consulenza fornita tramite un robo advisor viene personalizzata in base a una profilazione compiuta sul cliente. Questa profilazione serve a definire le caratteristiche dell’investitore, principalmente in termini di propensione o avversione al rischio, di obiettivi e/o vincoli finanziari.

Una volta che il cliente è stato “inquadrato” gli si propone un’allocazione degli investimenti congrua al suo profilo, tipicamente con gli Exchange Traded Fund.

Successivamente i digital advisor propongono servizi di ribilanciamento automatico del portafoglio nel tempo, al variare delle condizioni dei mercati e più in generale dello stato dell’economia complessiva.

Accanto a un approccio più radicalmente digitale, negli anni è nato anche un modello maggiormente ibrido, che affianca al servizio “pure robo advisor” una componente più fisica, grazie al supporto umano - magari in modalità remota – di consulenti finanziari indipendenti. Secondo molti addetti ai lavori sarà questo approccio a vedere lo sviluppo più accelerato in questi anni, con un’interazione umana (pur digitale) sempre presente.

 

I pregi del robo advisor

Il principale vantaggio per chi si rivolge a un robo advisor è quello dei costi: i modelli di produzione e distribuzione di questi ultimi, e l’utilizzo di asset poco dispendiosi come gli ETF (i fondi indice a gestione passiva) permette di tenere sotto determinate soglie le spese annue relative alle varie commissioni tipiche dell’industria dei fondi di investimento. La standardizzazione dell’offerta, che non è però sempre sinonimo di spersonalizzazione (specie nei modelli in cui la componente di interazione umana è ancora ben presente), è poi tipicamente trasparente e ben definita, anche sotto il profilo dei costi, già all’inizio dell’investimento.

Un altro dei pregi maggiori dei robo advisor è quello dell’eliminazione della componente emozionale, sia dei risparmiatore ultimo che dei suoi advisor fisici, nell’approccio all’investimento. Totalmente demandato, anche nei ribilanciamenti periodici o non, a algoritmi e supporti automatici.

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