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Programmare gli investimenti: sul tempo o su altro?

Il tempo finanziario ha regole sue proprie: non serve l’orologio per definirlo, ma le esigenze da soddisfare e la struttura dei prodotti su cui investire. Si parla quindi di obiettivi di breve, medio e lungo termine

di Redazione Soldionline 22 ott 2019 ore 11:17

programmare-investimentiI tempi "breve", "medio" e "lungo" - in finanza - sono qualcosa di non perfettamente definibile. Un concetto molto relativo, anche mutato nel corso degli anni. In realtà se tale distinzione può essere utile per categorizzare le esigenze, potrebbe invece essere dannosa per individuare i prodotti finanziari che dovrebbero dare una risposta a tali esigenze. In altri termini sono gli obiettivi che potranno essere di breve, medio e lungo termine. Dove, per esempio, nel breve termine ci potrà essere l’acquisto dell’auto, nel medio la scuola per i figli e nel lungo la previdenza per entrambi i coniugi.

L’investitore che, anche tramite il bilancio familiare, avesse individuato gli obiettivi principali per il proprio risparmio si troverà successivamente ad affrontare il problema degli strumenti da approntare per soddisfarli, la cosiddetta asset allocation.

Si pensa generalmente che per ciascun tipo di esigenza ci sia il prodotto adatto. Secondo una scuola di pensiero che però non è esente da critiche, per obiettivi rigidi di un futuro lontano bisognerà rivolgersi a prodotti rigidi di lungo periodo. Ad esempio per la costruzione di una previdenza complementare o per l'università di proprio figlio ci voglia una polizza vita.

Ma se è vero che ci sono esigenze irrinunciabili, è altrettanto vero che in certi momenti della vita possono subentrare altre priorità. In questo caso uscire da strumenti come le polizze vita diventa, se non impossibile, molto oneroso. Aver garantita la pensione, ma aver perso la propria casa a favore della banca perché non siamo riusciti a pagare il mutuo non credo risulti negli obiettivi di nessuno.

Ecco perché è possibile affermare che, in un certo senso, il lungo periodo degli strumenti finanziari non esiste. Spesso è solo un’invenzione di chi tali prodotti li confeziona e li deve poi vendere.

Così, ad esclusione dei fondi pensione per i quali è lo stato ad imporre una lunga permanenza e di quei prodotti per i quali si attivano garanzie o bonus solo a scadenza tutti gli altri strumenti che vengono definiti di lungo periodo lo sono unicamente perché presentano costi d’ingresso o di uscita che possono essere ammortizzati solo in tempi lunghi. Tali strumenti (quali le polizze vita) sono doppiamente dannosi: una prima volta per la loro scarsa o nulla flessibilità, una seconda per la loro inefficienza.

Poiché le esigenze da soddisfare sono quelle del risparmiatore e non quelle dei venditori di prodotti finanziari è buona regola privilegiare, tanto per obiettivi di breve quanto per quelli di lungo termine, prodotti che siano contemporaneamente efficienti e flessibili.

Sarà solo la propensione al rischio dell'investitore, o meglio la massima perdita supportabile dal capitale di quest'ultimo (una grandezza per definizione variabile nel tempo) a guidare nella scelta tra prodotti più o meno rischiosi.

Questo scritto è redatto a solo scopo informativo, può essere modificato in qualsiasi momento e NON può essere considerato sollecitazione al pubblico risparmio. Il sito web non garantisce la correttezza e non si assume la responsabilità in merito all’uso delle informazioni ivi riportate.