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Tornare a investire dopo la crisi: il PAC come soluzione prudenziale

L’emergenza coronavirus che ha colpito ormai non solo l’Italia ma tutto il mondo, fa del PAC la soluzione ideale per guardare avanti

di Redazione Soldionline 14 apr 2020 ore 15:23

piano-accumuloI Piano di accumulo (PAC) erano già divenuti una soluzione popolare tra i risparmiatori italiani. Ora l’emergenza coronavirus che ha colpito ormai non solo l’Italia ma tutto il mondo ne fa la soluzione ideale per guardare avanti, in quel lungo periodo che al momento appare l’unica realistica prospettiva entro la quale collocare la ripresa.

Un Piano di accumulo consente infatti un investimento nel lungo termine, tramite versamenti periodici che aumentando il capitale investito incrementano anche il montante, cioè il rendimento dell’investimento stesso. Nel contempo, questo tipo di investimento consente la massima flessibilità nelle scelte di allocazione del capitale, perché permette di creare un portafoglio tailor-made, su misura di chi decide di investire.


Perché il Piano di Accumulo è una buona scelta per l’investitore

Perché mai alzare la cornetta e chiedere un consulente in un momento in cui il mantra del paese è quello di restare a casa? Per evadere dalla routine domestica, si potrebbe dire con una battuta. Ma i motivi validi, seriamente parlando, non mancano. Eccoli:

  1.  I Pac sono una soluzione graduale, consentono di aumentare di mese in mese il capitale investito e non richiedono di investire tutto e subito. Questo consente a chi sceglie questo veicolo finanziario di tarare il Pac sulle proprie esigenze, in termini di spese correnti per la vita di tutti i giorni, e sulle proprie capacità di risparmio, al netto delle spese ordinarie. Un investimento è sempre, si spera, un buon affare, il Pac è un investimento che evita di svuotare il portafoglio in un colpo solo.
  2.  La gradualità che i versamenti mensili conferiscono al Piano di accumulo pongono l’investimento al riparo dalle fluttuazioni e variazioni del ciclo economico. Aumentando di mese in mese l’investimento, infatti, si incontreranno prezzi di mercato differenti e nel lungo periodo questo porterà a un prezzo medio di accesso al mercato che a sua volta, grazie alla tendenza dei mercati azionari a crescere nel lungo periodo, permetterà di stabilizzare e ottimizzare il rendimento.
  3.  La possibilità di versare di mese in mese anziché in una soluzione unica rende infine il Pac una soluzione alla portata di tutti, anche di chi non ha grandi risparmi iniziali da impiegare né riesce a risparmiare molto nel tempo. Oggi esistono piani di accumulo estremamente flessibili, che permettono di investire anche versando piccolissime quote mensili.

 

Quanto rende un Piano di accumulo

Se, come recita un detto, la pazienza è la virtù dei forti, il Pac è la prova del 9 della validità di tale detto. Nel lungo periodo, infatti, anche un investimento iniziale modesto ma incrementato a poco a poco, di mese in mese, offre un rendimento per nulla trascurabile.

La matematica è una scienza esatta, non può quindi ingannare. E allora i conti sono presto fatti: immaginate di investire inizialmente 5000 euro in un Pac e di aumentare quell’investimento iniziale di 100 euro al mese per 10 anni (120 mesi). Per evitare voli pindarici immaginate ora che tale investimento frutti un rendimento annuo lordo atteso del 5%, cioè una cifra conservativa inferiore al risultato delle performance storiche di una soluzione d’investimento bilanciata negli ultimi 10 anni e alla crescita media annuale storica dei mercati finanziari. Ebbene, il rendimento al netto dei costi super i 22.000 euro.
Aumentando il contributo mensile a 200 euro la simulazione produce un rendimento di 36.000 euro e con 300 euro di oltre 50.000 euro moltiplicando per 10 il capitale iniziale.

E’ superfluo dirlo, il coronavirus né è la dimostrazione evidente: il futuro non è un libro già scritto e l’imprevisto, anche grave, può entrare nella nostra vita senza bussare e senza lasciarci il tempo né di immaginarlo né di attrezzarci. Ma nulla dura per sempre, neppure intoppi ed imprevisti. Nel lungo periodo, anche in ambito finanziario, andrà tutto bene. Le sequenze storiche attestano con la forza dei fatti che i mercati a volte magari s’inceppano, ma prima o poi ripartono e tornano a crescere. Oggi si discute se Covid 19 abbia provocato un arresto della crescita a V (cioè superabile a breve) piuttosto che a L (cioè superabile dopo un po’ di tempo), ma non è in dubbio che la crescita tornerà. E in tempi di crisi, è bene non dimenticarlo, investire conviene perché la ‘fee’ da pagare, il prezzo d’accesso al mercato, è più basso.

 

Il Pac come forma di solidarietà verso i propri cari

Del doman non v’è certezza, si dice e anche se i mercati sul lungo periodo sono una scommesse vincente, la vincita può apparire troppo lontana nel tempo. Confidando, ora più che mai, nella medicina, un investimento a lungo termine come i Pac appare una soluzione ideale se non per sé verso i propri cari, una forma di solidarietà intergenerazionale nei confronti di chi è giovane e sta ancora accumulando il proprio capitale umano attraverso gli studi (che, soprattutto per l’educazione terziaria all’Università, hanno costi rilevanti). Un investimento fatto per tempo, giocando d’anticipo per così dire, per un periodo di 10-15 anni, può portare a un rendimento nominale fino al 120% (sempre presupponendo un rendimento lordo annuo del 5%). E può schiudere le porte delle migliori (retta a parte) università del mondo.

 

Nessun pasto è gratis, neppure quelli promessi dai Pac

Il mercato insegna che si può avere tutto ma nulla gratis. E questa regola vale anche i Pac. Come qualsiasi prodotto sul mercato, anche un piano di accumulo ha dei costi. E, detto senza giri di parole, sono proprio questi costi, le commissioni, a fare la differenza tra quanto si mette all’inizio e in corso d’opera e quanto si prende alla fine. Peraltro, le commissioni applicate dagli intermediari che si occupano di gestione del risparmio per conto terzi possono facilmente sfuggire all’attenzione del risparmiatore. Banche e Sim (società di intermediazione mobiliare) possono praticare sui Pac costi di transazione così bassi da passare inosservati. Ma nel tempo queste commissioni sono come una palla di neve che rotola da un pendio: acquistano sempre più volume e alla fine possono avere un impatto molto forte.

Ma se nessun pasto è gratis alla mensa del mercato è anche vero che il mercato è la casa delle concorrenza. E quest’ultima fa del mercato stesso una mensa ben fornita di ogni varietà di golosità e, fuor di metafora, di Pac.

 

Come scegliere il piano di accumulo?

Chi voglia investire in un Pac non deve fare altro che confrontare gli operatori finanziari (banche e società di gestione del risparmio) che offrono tale prodotto. Come si è detto, il Pac è uno strumento flessibile, e si adatta alle esigenze di chi punta su di esso. Ma proprio come per un vestito, occorre dire al sarto, in questo caso all’operatore finanziario, cosa si vuole. Quando e per quale occasione si intende indossare l’abito? E per quale scopo, per quale scadenza temporale, si intende iniziare un Pac? Esiste una taglia per i vestiti ed esiste una taglia anche per gli investimenti. Per gli investimenti la taglia è data dal margine di rischio che è disposti e si è in grado (anche a norma di legge) di affrontare. Esattamente come un vestito troppo grande, un investimento troppo rischioso può lasciarci in mutande. Per costituire una asset allocation che permetta di raggiungere i propri obiettivi entro un termine chiaro e con margini di rischio gestibili è bene rivolgersi a un sarto esperto, che sappia prenderci bene le misure.

 

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