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Investire per la propria vecchiaia. Non è mai troppo tardi (o presto)

Si investe per la propria vecchiaia per colmare quello che gli esperti chiamano gap previdenziale: la differenza tra quanto ricevuto sotto forma di pensione pubblica e quanto un individuo vorrebbe avere

di Redazione Soldionline 20 mar 2020 ore 12:34

Anche nei momenti di maggiore volatilità dei mercati non va mai dimenticato quanto sia importante costruirsi un futuro finanziario oltre la vita lavorativa. Soprattutto nel nostro paese, caratterizzato da un sistema pensionistico spesso sottoposto a revisioni e modifiche. Che non permette, quindi, di avere certezze sul futuro post lavorativo.

Così, iniziare a investire pensando a quando si esaurirà il flusso dei redditi da lavoro non è mai troppo tardi. Ma neanche troppo presto. Vale il principio che “prima si inizia, meglio è”, ma anche quello che “non è mai troppo tardi per farlo”. Certo è che più tardi lo si fa, meno effetti positivi si potranno avere in futuro.

 

Previdenza integrativa e gap previdenziale

previdenza-complementareSi investe per la propria vecchiaia per colmare quello che gli esperti chiamano gap previdenziale, e cioè la differenza tra quanto sarà ricevuto dallo Stato sotto forma di pensione e quanto un individuo vorrebbe avere, per vivere, una volta terminata la carriera lavorativa. Per colmare questo differenziale bisogna rivolgersi alla previdenza integrativa, ossia a una pensione aggiuntiva rispetto a quella dell'ente di previdenza nazionale, in Italia l’Inps.

 

Quali gli strumenti per investire per la vecchiaia

Ma quali sono i migliori strumenti per crearsi una previdenza integrativa? Ci sono i classici fondi pensione (aperti o chiusi), oppure i piani individuali pensionistici (i cosiddetti PIP), che permettono di godere anche di agevolazioni fiscali rilevanti. Nel primo caso il lavoratore accantona una quota dei propri guadagni o – se dipendente - del proprio TFR (che non viene così lasciato in azienda). Sempre per i  lavoratori dipendenti può aggiungersi un contributo dell'azienda.

I piani individuali pensionistici, conosciuti anche con l’acronimo PIP,  sono invece offerti e gestiti da imprese assicurative, e sono costruiti sul modello delle assicurazioni sulla vita con la differenza che l'evento che fa scattare l'erogazione della rendita pensionistica non è un caso vita o un caso morte, ma è quando il beneficiario va in pensione.

Ma investire per la vita successiva alla fase lavorativa vuol dire accantonare e far rendere il proprio denaro, compatibilmente con il proprio profilo di rischio e difendendo l’investimento dell’erosione dell’inflazione. Il tutto con un orizzonte temporale di lungo termine. E per perseguire questi obiettivi ci sono anche altri strumenti adeguati, se usati nel modo giusto.

 

Il tempo, un alleato importante

Il tempo, in questi casi, è un alleato fedele. Capire come avere una rendita costante, per capitalizzarla nel tempo, fa la differenza tra una vecchiaia con molte risorse e una da vivere con qualche rinuncia.

Lavora per noi il sistema della capitalizzazione composta: i guadagni perseguiti nei singoli periodi vengono reinvestiti per i periodi successivi, con evidenti benefici per la crescita del proprio capitale.

 

Quindi, come investire per la propria vecchiaia?

Come per ogni scelta di investimento vale la possibilità di fare da sé. Per chi - naturalmente - ha tempo, voglia e conoscenze. Caratteristiche che non tutti possono vantare nella propria cassetta degli attrezzi.

L’alternativa più semplice è quella di rivolgersi, specie per una materia così delicata e con un orizzonte così a lungo termine, a dei professionisti, che possano garantire la miglior asset allocation possibile per il proprio profilo di rischio e le proprie esigenze. E che seguano l’evoluzione dei mercati, ribilanciando gli investimenti nel caso in cui se ne presentasse la necessità.

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