Alla ricerca della felicità finanziaria
di Andrea ModenaLuglio 2009. Se si considera quello che è successo ai mercati di tutto il mondo negli ultimi otto mesi, e le conseguenze disastrose che ne sono derivate, non viene certo in mente di usare termini come felicità o contentezza per parlare dei mercati finanziari. Dovessimo associarli addirittura al lieto fine di una favola può sembrare una presa in giro, o, peggio, uno di quegli articoli – reclame di qualche prodotto finanziario rivoluzionario ed innovativo in grado di soddisfare qualunque esigenza di investimento.
Non è né l’uno né l’altro, e chiediamo scusa al lettore se il titolo è parso un po’ provocatorio. Volevamo, però, attirare l’attenzione su un argomento estremamente delicato, complesso e nello stesso tempo assolutamente fondamentale per la vita di ciascuno di noi: la gestione del proprio risparmio.
A tal riguardo abbiamo due profonde convinzioni, sulle quali basiamo il nostro lavoro e che vorremo condividere con i lettori.
1. “E’ difficile fare previsioni, specialmente sul futuro“. Lo diceva Niels Bohr, premio Nobel per la fisica nel 1922, citando un proverbio della sua terra, la Danimarca, che noi condividiamo. L’economia è infatti una scienza con limitate capacità previsionali, soprattutto quando deve affrontare le dinamiche finanziarie. Queste ultime sono per loro natura determinate da decisioni umane e pertanto risultano pervase da forti caratteristiche di irrazionalità. Come nella fisica, però, anche in economia possiamo capire e descrivere ciò che non siamo in grado di prevedere con assoluta certezza.
2. E’ possibile diventare finanziariamente felici, cioè imparare a fare scelte di investimento consapevoli, adeguate alle proprie esigenze e che, per questo, consentano di vivere con serenità anche i periodi più turbolenti dei mercati finanziari.
L’obiettivo di questo articolo e di quelli che lo seguiranno è di intraprendere un viaggio verso la felicità finanziaria, partendo dalla conoscenza di se stessi e delle proprie caratteristiche di investitore per arrivare insieme alla definizione e gestione del proprio portafoglio ottimale.
Facciamo tesoro dei punti 1. e 2. ed identifichiamo alcune regole base che devono essere sempre scrupolosamente seguite.
1. Il rischio e il rendimento. Se si vuole ottenere un rendimento superiore al cosiddetto “tasso privo di rischio” (BOT) si incorre inevitabilmente in un rischio maggiore. Più elevato è il rendimento atteso più si vedrà oscillare il valore del proprio capitale, e non sempre si è in grado di sopportare tali variazioni. Si usa spesso l’espressione fuorviante “giocare in borsa”. La borsa non è affatto un gioco, ma uno tra i diversi modi di impiego del denaro. Non bisogna dunque considerare l’investimento finanziario come un modo per diventare milionari in breve tempo - lo so, ci piacerebbe, e questo forse è il problema -, al pari di una lotteria o di una scommessa, ma come un processo strutturato e gestibile.
2. Quanto voglio guadagnare? Il rendimento deve essere un obiettivo determinato chiaramente prima dell’investimento vero e proprio. Se si fatica a quantificarlo si può considerare il tasso di inflazione come parametro fondamentale per raggiungere l’obiettivo primario: quello di mantenere il potere d’acquisto dei propri risparmi nel tempo. Ovviamente, l’inflazione dichiarata da fonti ufficiali va in qualche modo adattata all’inflazione realmente vissuta da ognuno di noi, in base ai propri modelli di consumo. Nulla poi ci vieta di ricercare eventualmente un rendimento superiore all’inflazione, facendo grande attenzione ai rischi connessi ad ogni scelta.
3. Quanto tempo ho? A priori bisogna decidere anche in quanto tempo si vuole ottenere il rendimento – obiettivo. Guadagnare molto in poco tempo è estremamente difficile, per non dire impossibile per via del principio 1. E’ necessario dunque definire l’orizzonte temporale delle proprie scelte.
4. Quanto sono disposto a rischiare? E’ assolutamente indispensabile capire quali oscillazioni si è disposti ad accettare sul proprio capitale durante il percorso, per ottenere il proprio obiettivo di investimento. Se non si è in grado di affrontare il rischio connesso ad un dato livello di rendimento allora quest’ultimo deve essere rivisto al ribasso.
Rendimento atteso, orizzonte temporale e rischio consentono di definire i confini della propria felicità finanziaria. Nelle prossime puntate vedremo come costruire, il portafoglio migliore per le nostre esigenze.
Andrea Modena
andrea.modena@email.it
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