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Tre cose da insegnare ai nostri figli su come investire

L’unica certezza è che non esistono certezze. Che più si vuole guadagnare e più bisogna rischiare. E che bisogna diversificare, per rischiare un po’ meno

di Redazione Soldionline 26 feb 2016 ore 12:55

Di Giacomo Saver

Siamo nel bel mezzo di un passaggio intergenerazionale del risparmio. I nostri figli entrano nel mondo del lavoro sempre più tardi, vivono di precariato, ed hanno difficoltà nel creare nuove risorse finanziarie. Presto o tardi, però, si troveranno a dover investire un capitale che arriverà loro “in lascito” dalla generazione precedente.

Ecco perché per formare i nostri figli all'investimento consapevole dobbiamo essere noi i primi a irrobustire la nostra competenza finanziaria. Iniziando da tre cose da insegnare ai nostri ragazzi per aiutarli a diventare investitori in grado di cavalcare le onde impetuose di un mercato finanziario sempre più complesso.

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LA FINE DELL'INVESTIMENTO SICURO
teach-your-childrenSiamo cresciuti nell'era dei BOT, quando i titoli di stato offrivano rendimenti a due cifre senza far correre nessun tipo di rischio. E portiamo con noi la convinzione che sia possibile ottenere rendimenti modesti, dal nostro punto di vista, senza rischiare nulla.

L'unica certezza che abbiamo oggi, invece, è che non esistono certezze. Sembra un gioco di parole ma è una innegabile verità. Se vuoi ottenere un rendimento positivo, anche se di poco considerata la situazione attuale dei tassi di interesse, devi correre qualche rischio. Se ieri era possibile guadagnare il 3% netto annuo affidandosi ai titoli di stato, oggi ciò non è più possibile; gli stessi BTP rendono poco, ormai, e comportano rischi maggiore a causa dell'indebitamento elevato del Governo.

Il punto non è “non correre rischi”, ma piuttosto “correre rischi calcolati” e dei quali siamo consapevoli.

A RENDIMENTI ELEVATI CORRISPONDONO RISCHI ALTRETTANTO ALTI
Inutile girarci intorno: quegli investimenti che pagano interessi – o che promettono guadagni – troppo elevati rispetto alla media nascondono rischi alti. Il celebre motto “nessun pasto è gratis” spiega bene il concetto. Per ottenere rendimenti importanti è necessario accollarsi rischi maggiori. Purtroppo nessuno lo dice chiaramente e il rischio passa in secondo piano, dopo che il potenziale guadagno ha abbagliato i nostri occhi.

Chi ha tenuto a mente questa regola ha evitato di scegliere conti deposito troppo allettanti, obbligazioni spazzatura finite nel cestino della carta straccia, e azioni di aziende andate in default.

La regola base da ricordare è che per investire occorre partire dai rischi che siamo disposti a correre, e non dal rendimento che vogliamo ottenere. I guadagni non sono sotto il nostro controllo, perché dipendono dall'andamento dei mercati, ma il livello di incertezza cui sottoponiamo il nostro capitale è perfettamente sotto il nostro dominio.

LA LEZIONE DELLA NONNA AL GIOVANE NIPOTINO
Le nostre nonne lo sapevano bene: non bisogna mai mettere tutte le uova nello stesso paniere. Come mai, allora, quando si tratta di investire compriamo quattro azioni italiane, un BTP e pensiamo di essere sufficientemente diversificati?

Per costruire un portafoglio ben ottimizzato comprare più titoli domestici non basta: dobbiamo anche guardare quello che succede fuori dall'Italia. Ad esempio inserendo anche delle azioni estere nel nostro “giardinetto”, obbligazioni espresse in una valuta diversa dall'euro e titoli di stato europei a fianco dei nostri amati BTP.

Inoltre è bene che lo stesso fenomeno – una crisi, ad esempio – abbia effetti diversi su ognuno dei componenti del nostro portafoglio, facendone crescere alcuni e perdere altri, in modo che il nostro portafoglio sia adeguatamente protetto. Solo inserendo strumenti finanziari che non si muovono contemporaneamente nella stessa direzione i nostri soldi saranno al riparo dall'incertezza.

Giacomo Saver
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