Come fare trading con le Onde di Elliott
Come fare trading con le Onde di Elliott secondo Daniela Turri, analista tecnico indipendente, e protagonista del prossimo Investment & Trading Forum.
di Marco Delugan 28 apr 2010 ore 17:20Quello che tutti i trader vorrebbero è anticipare i movimenti dei prezzi. Secondo Daniela Turri, analista tecnico indipendente, e protagonista del prossimo Investment & Trading Forum che si terrà a Rimini il 13 e 14 maggio 2010, il Santo Graal degli operatori di borsa si troverebbe dalle parti delle Onde di Elliott e della sua famosa teoria. L'abbiamo intervistata nei giorni scorsi. Ecco cosa ci ha detto.
Qual è il suo metodo di analisi finanziaria?
Applico le Onde di Elliott e l’analisi tecnica di base. Questi sono i due pilastri delle mie analisi. La teoria di Elliott dice che il mercato non si muove in maniera casuale, ma seguendo delle geometrie precise, le così dette geometrie frattali. La matematica frattale è assurta agli onori della cronaca negli anni ’80, grazie a Mandelbroth. Ma per scoprirne le origini dobbiamo andare indietro fino a Elliott e ancora fino a Fibonacci, matematico pisano del 1200.
Elliott sostiene che il mercato non si muove in maniera casuale e imprevedibile, ma segue delle strutture, che sono date da rapporti matematici. Queste configurazioni si trovano sia negli intervalli temporali più piccoli sia in quelli più grandi. E quindi si ripetono all’infinito. Sono come delle matriosche, dalla più piccola alla più grande sono identiche, e ognuna è contenuta all’interno di un’altra.
Quali sono i vantaggi delle Onde di Elliott rispetto ad altri metodi?
Le Onde di Elliott hanno il vantaggio di essere una tecnica che cerca di "anticipare" il movimento del mercato, a differenza di tutti gli altri sistemi (indicatori, oscillatori, medie, bande...) che sono sostanzialmente sistemi trend-follower, e cioè che seguono il mercato quando è già in tendenza, forniscono indicazioni sull'eventuale rallentamento o sulla pressione (in acquisto od in vendita) ma non consentono di individuare gli obiettivi di prezzo. Con le Onde di Elliott, invece, si possono ottenere le proiezioni di prezzo con individuazione degli obbiettivi più probabili, sia al rialzo che al ribasso, in base al time frame sul quale si decide di operare, consentendo così di definire una strategia.
Come si adatta il metodo che lei segue alle diverse situazioni di mercato?
Le Onde di Elliott si autoadattano. Le faccio un esempio pratico. Nelle scorse sessioni, con un mercato come il nostro che oscilla in circa 200/400 punti, le chiusure giornaliere sono state effettuate più o meno sempre sulla stessa fascia di prezzo. E quindi senza fornire sostanziali indicazioni. Osservando i grafici su intervalli temporali più piccoli (orario o 30 o anche 5 minuti) troverò le 8 onde sulle quali costruirò le proiezioni, ottenendo degli obbiettivi di prezzo anche in una fase come questa che sembra ferma ma in realtà si muove.
Se abbiamo una volatalità con titoli o un indice che fa +4% o -4% in un giorno, chiaramente possiamo passare a intervalli temporali superiori perché anche il giornaliero rileverà un’oscillazione più ampia. Alla fine è come usare un’automobile con quattro ruote e costruita in modo da poter percorrere l’autostrada, la strada di campagna, la strada sterrata e il vicolo. L’automobile e sempre quella, lei cambierà la velocità, la marcia, ma sostanzialmente sempre con l’auto si muove.
Quanto conta l’occhio, la capacità di “vedere” le onde nei grafici?
L’occhio può dare un primo orientamento, ma la certezza viene dalla matematica. Perché queste onde hanno tra loro dei rapporti matematici precisi, che debbono essere mantenuti, controllati.
Esperienza e intuizione hanno qualche ruolo nel trading?
L’esperienza conta senz’altro, perché da la possibilità di migliorare il colpo. Come nel Tennis, più ti alleni e meglio giochi. L’intuizione è invece zero in questo tipo di analisi (chiaramente per altri approcci il discorso può essere diverso). L’esperienza permette di avere una velocità di riconoscimento e di capire quale può essere uno sviluppo nell’immediatezza.
Quanto conta l’aspetto emotivo nel trading?
E importantissimo. Il trader è sempre da solo con se stesso, quindi psicologicamente e caratterialmente deve essere forte, più forte della norma. E’ come un cacciatore che deve affrontare da solo la caccia. E per ripararsi da questo tipo di difficoltà, l’unica arma è il metodo.
Come gestisce il trade, una volta entrata?
Prima si definisce una strategia, come detto sopra, e pertanto si impostano già una serie di azioni in base agli obbiettivi prefissati. Ho già individuato un livello di entrata, uno stop, degli obiettivi di prezzo, e quindi seguo questa mappa. Se ho una struttura che mi dice che avrò un certo obbiettivo al rialzo e nel frattempo avrò dei ripiegamenti su altri obbiettivi e certi livelli di supporto, allora ho già tre elementi importanti sui quali imbastire la posizione.
La posizione va mantenuta fino a quando viene innescato lo stop oppure si arriva al profitto. Lo stop non è tanto uno stop automatico, messo nel computer, quanto uno stop nella testa che scatta quando il prezzo va sotto un certo livello e la posizione non è più quella originale e per questo decido di uscire. Oppure si esce quando vengono raggiunti gli obbiettivi.
Preferisce usare lo stop loss oppure mediare quando si trova in perdita?
Chiaramente dipende dalle situazioni. Se siamo in trend, allora ho uno stop e quello è, poiché è il livello oltre il quale il trend viene meno o si modifica. Mentre nelle fasi laterali la struttura di movimento che ci si attende può assumere varie e numerose forme, così si può impostare un trade con più entrate, su più livelli, con uno stop generale che sarà più distante rispetto a quello messo in fase di trend.
Non si attua, quindi, un vero e proprio tentativo di mediare, ma già prima di entrare con la prima trance la strategia prevede di effettuare più entrate e uno stop generale, oltre ai vari obiettivi di profitto. Quindi lo stop nelle fasi di trend è chiaramente necessario. Assume molta più importanza nelle fasi di trend che non nelle fasi laterali, in quanto in una fase di trend se lo stop viene innescato significa che il trend l’ho individuato male oppure che il trend è cambiato.
Nelle fasi laterali invece si individuano delle configurazioni di pattern e su quelle si costruisce una strategia per cui lo stop loss non è così rigido. Possono esserci anche stop dinamici, dipende dai canali, dipende dalle situazioni di volatilità. E' un po’ diverso.
In che cosa consiglia di investire nei prossimi mesi?
Nei prossimi mesi mi attendo una volatilità più accentuata di quella che stiamo vedendo adesso, su tutti i mercati. Innanzitutto sul mercato azionario ritengo che ci saranno ancora delle buone occasioni, non tanto su titoli che fanno parte del listino principale quanto su titoli un po’ defilati e quindi fuori dal Ftse Mib. L’oro dovrebbe essere ancora cavalcabile, non sui livelli attuali ma dopo dei ripiegamenti, così come per il dollaro, per cui mi attendo un indebolimento del dollaro e poi una nuova crescita. Sull’azionario starei sempre fuori dai bancari e dagli assicurativi.