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La vita di un day trader non è affatto divertente

Il day trading ha preso piede tra i privati alla fine degli anni ‘90 con l’avvento del trading online e le fortune delle borse internazionali di quegli anni. Un’attività stressante, e nemmeno poi tanto remunerativa.

di Marco Delugan 22 ago 2016 ore 15:13

Si può guadagnare bene facendo day trading? Come privati, sembra difficile.

A dirlo è un post apparso su CuriousGnu il 17 agosto 2016.

Fare day trading vuol dire acquistare e vendere titoli in borsa su orizzonti temporali molto brevi, inferiori alle 24 ore, tipicamente azioni, stock option, valuta e futures; vuol dire chiudere tutte le posizioni aperte entro la chiusura della borsa su cui si opera, e almeno su questo vuol dire andare a letto tranquilli, ma solo su questo, perché il day trading è per tutto il resto un’attività molto complessa e ad alto rischio, e quindi abbastanza faticosa e stressante.

Il day trading ha cominciato a prendere piede negli anni ’90 con l’avvento del trading online e le fortune delle borse internazionali che ne hanno caratterizzato la parte finale.

La tesi di CuriousGnu – e cioè che con il day trading siano davvero in pochi a passarsela bene - si basa su dati che provengono da eToro.

LEGGI ANCHE: Se proprio volete provare con il day trading, leggete prima questo


volatilita_3eToro è una società di intermediazione finanziaria che fornisce ai suoi utenti anche un servizio chiamato Social Trading. Chi sottoscrive questo servizio rende visibili le sue operazioni agli altri utenti del servizio, e così tutti possono sapere tutto di tutti gli altri iscritti. Per quanto riguarda il trading eseguito tramite eToro, ovviamente.

L’autore del post, che è rimasto anonimo, ha scaricato e analizzato i dati degli iscritti a Social Trading di eToro disponibili al primo agosto del 2016. I dati riguardano le operazioni effettuate da più di 83mila trader nei 12 mesi precedenti. Tutte operazioni vere, fatte con soldi reali, e non simulazioni per apprendimento, dette anche paper trading.

I risultati non sono incoraggianti.

Il 79,5% degli iscritti a Social Trading di eToro ha perso soldi nei dodici mesi che hanno preceduto il primo agosto di quest’anno, e la perdita media complessiva – considerando cioè anche i risultati di chi ne è uscito bene – è del -36,3%.

L’autore del post di CuriousGnu ha dichiarato di avere utilizzato nell’analisi dei dati una definizione “larga” di day trading, considerando nella categoria, oltre alle operazioni di day trading in senso stretto, anche le operazioni in leva durate qualche giorno.

Il post non specifica su cosa abbiano operato i trader e le dimensioni delle operazioni, e non è chiaro se i risultati comprendano le commissioni oppure no.

Altre indagini avevano già mostrato in passato come sia difficile la vita del day trader. Quella condotta nel 2010 dall’Università della California, ad esempio, mostrava che solo l’1,6% dei trader risultava in positivo al netto delle commissioni.

Insomma, vivere da day trader sembra difficile. Molti consulenti finanziari consigliano l’esatto opposto, e cioè: acquistare e tenere per molto tempo, e diversificare con attenzione il proprio portafoglio piuttosto che tentare di speculare sull’andamento di singole azioni nel brevissimo periodo. Come raccomanda anche Warren Buffett.

Questo scritto è redatto a solo scopo informativo, può essere modificato in qualsiasi momento e NON può essere considerato sollecitazione al pubblico risparmio. Il sito web non garantisce la correttezza e non si assume la responsabilità in merito all’uso delle informazioni ivi riportate.