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Il capitale della banca: protezione e costo

Il capitale della banca è l’insieme delle risorse che le permettono di operare. E ha anche una seconda funzione: è il cuscinetto che permette di assorbire le oscillazioni di valore dell'attivo

di Valter Buffo 24 ott 2019 ore 11:11

capitale-bancaLe vicende economico-finanziarie del nuovo millennio hanno portato all’attenzione del grande pubblico il ruolo del capitale delle banche, e proprio a questo tema dedichiamo questa sezione del nostro corso, dopo avere trattato in  due guide precedenti dell’attivo (L’attivo del bilancio di una banca: le componenti principali) prima e del passivo (Il passivo del bilancio di una banca: le componenti principali) poi. Il capitale della banca, come abbiamo già specificato, fa parte del passivo della banca medesima, in quanto è il capitale di soggetti terzi che è stato versato per permettere alla banca di operare.

Net worth equals assets minus liabilities, whether we are talking about an individual’s net worth or a bank’s. In the case of banks, however, net worth is referred to as bank capital, or equity capital. (Important tip: Do not confuse bank capital and cash reserves. Capital appears on the liability side of the balance sheet, whereas reserves are an asset.) If the bank’s owners sold all its assets (without taking a loss) and used the proceeds to repay all the liabilities, capital is what would be left. We can think of capital as the owners’ stake in the bank.

Come detto, le vicende economico-finanziarie degli ultimi decenni hanno messo in evidenza un fatto: il capitale della banca, oltre ad essere l’insieme delle risorse che le permettono di operare, ha anche una seconda, e forse più rilevante, funzione. E' il cuscinetto che permette alla banca di assorbire le oscillazioni di valore delle voci del suo attivo.

Ogni banca accantona una parte dei propri ricavi allo scopo di compensare eventuali perdite sui finanziamenti effettuati: ma nel momento in cui queste perdite assumono dimensioni rilevanti, può accadere che le riserve accantonate non risultino sufficienti, ed in quel caso deve essere proprio il capitale della banca a compensare le perdite. La storia recente del sistema bancario ci dice che non sempre questo capitale si è dimostrato adeguato ai rischi assunti e questo ha generato prima una fase di instabilità profonda e successivamente una serie di interventi sulla regolamentazione del settore. 

Sempre a proposito del capitale delle banche, nella sezione che apriva questo capitolo abbiamo sottolineato il fatto che la banca è una società commerciale (Che cosa è una banca?), e come tale deve offrire una adeguata remunerazione al capitale che è stato versato: la profittabilità del settore bancario viene misurata da una serie di indicatori, dei quali il più noto è il rendimento dell’attivo o ROA (il rapporto tra i profitti e la totalità dell’attivo bancario), che misura l’efficienza con la quale la banca ha utilizzato le risorse finanziarie di cui dispone; in alternativa si fa ricorso al ROE che è il rapporto tra profitti e capitale versato.

Il primo dei due rapporti è una misura dell’efficienza aziendale, mentre il secondo è quello a cui prestano maggiore attenzione gli azionisti della banca. Una terza misura di redditività molto diffusa è il NIM o margine netto di interesse, ovvero la differenza fra il totale degli interessi pagati dalla banca sulla propria raccolta di fondi ed il totale degli interessi che la banca percepisce dai propri clienti, ed anche dagli investimenti in titoli. Questi tre indici ci aiutano a ricollegarci con ciò che si è detto in precedenza a proposito dell’adeguatezza del capitale: dobbiamo infatti tenere a mente che il capitale per la banca rappresenta un costo, e deve quindi essere remunerato, e questo contrasta con l’esigenza di avere livelli di capitale elevati per compensare eventuali perdite, come ci ricorda anche il brano che segue:

In the financial crisis, U.S. bank capital was insufficient to cushion against the market risks that surfaced. Put another way, banks were too leveraged: They had too many assets for each unit of capital, making them vulnerable to market risk. How did declines in the market value of assets arise in the crisis? The process began in 2007 when surging mortgage defaults depressed the value of many mortgage-backed securities. U.S. banks were sensitive to such declines because they held more than $4 trillion in mortgages. Even when borrowers make timely interest payments, mortgages and the securities backed by them can pose market risk. Mark-to-market accounting rules require banks to adjust the recorded value of the assets on their balance sheets when the market value of those assets changes. When the market price rises, the value of the assets is “written up.” When the price falls, the value is “written down.”
Because bank capital is the difference between assets and liabilities, writedowns reduce a bank’s capital. Why didn’t banks hold a larger capital cushion against market and other risks? The answer is that capital is costly. Financial institutions must pay for capital, compensating the investors that provide it with dividends and the like.

 

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A cura di recce-d.com

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