Chiedersi perché si risparmia migliora la vita (non solo finanziaria)
Sarebbe la prima domanda da fare a se stessi prima di investire: perché si risparmia? Ma troppo spesso non c’è risposta, perché non c’è stata domanda. Vediamo perché sarebbe così importante saperlo, invece
di Lucio Sgarabotto 2 set 2019 ore 14:46Uno degli errori più gravi che si possono compiere nell’investire il proprio denaro è non chiedersi prima perché si risparmia. Invece, dare una risposta a questa domanda prima di dare il via a qualsiasi tipo di investimento eviterebbe tutta una serie di errori successivi. Purtroppo una gran parte degli investitori tale quesito non se l’è nemmeno mai posto.
Solitamente, dopo aver chiesto ad un risparmiatore perché risparmia, la riposta è spesso "non saprei”. Qualche altra volta un generico "per il futuro" o "per sicurezza". Già meglio, ma difficilmente si va oltre.
Eppure avere degli obiettivi per il proprio risparmio è fondamentale: si evitano errori (come quello di investire in prodotti rischiosi per poi liquidarli in perdita dopo un anno perché si deve acquistare l’auto nuova) e soprattutto si vive meglio il presente (pensiamo a quante risorse impiegate per una generica protezione futura potrebbero essere liberate e spese per migliorare la qualità della vita).
Uno degli strumenti più utili per l’emersione degli scopi del risparmio è il bilancio familiare. Proprio come per le aziende il bilancio familiare è composto da uno stato patrimoniale, diviso tra attivo (dove vanno inserite le proprietà quali l’abitazione principale, le altre proprietà immobiliari, l’auto e così via) e passivo (composto da ammontare dell’eventuale mutuo, finanziamenti vari, ecc.) e da un conto economico dove andranno inserite le entrate e le uscite annuali della famiglia.
Compilare un bilancio familiare ex novo impegna non più di due ore e tenerlo aggiornato non più di un’ora l’anno. Il piccolo impegno per la compilazione del bilancio verrà compensato da grandi e indubbi vantaggi: conoscerete a quanto ammontano la vostra capacità di risparmio, il vostro patrimonio e i vostri debiti e le variazioni annuali di tali valori, saprete se vi sono dei punti critici e, in base ai dati a disposizione, quali potranno essere in futuro i fattori che potranno modificare il vostro attuale equilibrio, ma, soprattutto, vi chiarirete le vostre esigenze e saprete perché e per chi risparmiate, di quanto risparmio avete bisogno e se potrete in futuro permettervi qualche svago in più rispetto a quelli che attualmente vi concedete.
Vediamo con un esempio quello che potrebbe succedere applicando i dati familiari ad un bilancio.
Uno schema di bilancio familiare potrebbe essere questo:
Ipotizziamo una famiglia monoreddito composta da genitori e due figli, casa di proprietà su cui grava un mutuo della durata di 15 anni di ammontare residuo di 200mila euro. Marito libero professionista con reddito netto di 50mila euro l’anno, 2 auto. Patrimonio finanziario di 100mila euro, composto al 90% da un fondo di liquidità e al 10% da un fondo azionario. Un FIP (forma individuale di previdenza) per 5mila euro l’anno intestato al marito e portato in deduzione dai redditi, una polizza ancora di 5mila euro l’anno per la previdenza della moglie. Il risparmio già accantonato e quello in formazione sono destinati alla protezione della famiglia. Per poter risparmiare il più possibile le vacanze sono ridotte ad una settimana all’anno. Il risparmio annuo non è noto: quello che rimane sul c/c a fine anno viene investito nel fondo di liquidità, scelto perché liquidabile in qualsiasi momento senza oneri. Il marito non si è assicurato per il caso morte perché sarebbero soldi tolti dal risparmio annuo.
Inserendo tali dati nello schema precedente potrebbe emergere che il risparmio annuo è di 15mila euro, assicurando l’unica fonte di reddito per il caso morte ed invalidità con 3mila euro l’anno sarebbe finanziariamente protetta l’intera famiglia, liberando così i 100mila euro investiti a scopo di protezione. Circa 20mila euro potrebbero essere destinati a coprire i futuri studi dei figli. Si potrebbe riscattare l’inutile, se non dannosa (per i troppi costi) polizza della moglie e destinare 20mila euro, a cui si aggiungerebbe l’ammontare riscattato, più 2mila euro di accantonamenti annui alla previdenza della signora. Il risparmio annuo sarebbe ancora di 15mila euro. Di questi, 5mila potrebbero essere destinati a cambiare l’auto fra 4 anni, 3mila euro per fare 15 giorni di vacanza invece di sette e i rimanenti 7mila (più il rimanente risparmio già messo da parte) accantonati per acquistare l’agognato appartamento al mare fra 6-7 anni. Con questi obiettivi si potrebbe anche cambiare allocazione al risparmio liquidando l’inefficiente fondo di liquidità, aumentando la componente azionaria e acquistando delle obbligazioni a tasso variabile o a tasso fisso con date di scadenza prossime a quelle degli obiettivi. Tutto questo senza cambiare le proprie abitudini, ma anzi migliorando la qualità della vita, con più vacanze e meno ansie ed affanni.
Naturalmente questo è solo un esempio, ma non molto lontano dalla realtà che spesso ci si trova ad affrontare.
Un invito ai lettori: se già non lo avete fatto provate a farvi un bilancio proprio, non sarà solo una perdita di tempo.