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Trend is your friend! Il principio dell’analisi tecnica

di Pietro Paciello

Il mercato segue tendenze. Niente cammini casuali, niente imprevedibilità assoluta. Charles Dow, uno dei padri dell’analisi tecnica, rubò l’idea al mare. Per comprenderlo al meglio, questo principio, è opportuno risalire alle origini dell’analisi tecnica, che vide in Charles Dow - il “padre” del celebre indice americano Dow Jones - uno delle figure di maggior spicco.

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Secondo Dow, il primo “pilastro” dell’analisi tecnica è per l’appunto il concetto secondo cui il mercato non si muove in modo del tutto erratico ed imprevedibile (teoria del "random walk") ma segue delle tendenze, che possono essere individuate con buona probabilità di successo da un buon analista.

Il processo che portò Dow a formulare questa importante teoria partì dall’osservazione dell’andamento delle maree; difatti, Dow fu il primo ad accostare il fenomeno naturale delle maree, che avanzano, retrocedono, per poi spingersi ancora più in avanti, in un processo di continuo avanzamento fino ad un punto in cui il processo si inverte, all’andamento dei mercati finanziari, che tendono a muoversi esattamente nello stesso modo.

Anche nel quotidiano evolversi dei mercati finanziari osserviamo infatti delle fasi di trend crescente, caratterizzate da massimi e minimi crescenti, e delle fasi di trend decrescente, caratterizzate da massimi e minimi decrescenti.

Tipologie di trend


Secondo Dow esistono tre tipi principali di trend:

1) il "major" trend, ovvero il trend principale (che dura alcuni anni);
2) il "medium" trend, ovvero il trend intermedio (che dura alcuni mesi);
3) il "minor" trend, ovvero il trend minore (che dura alcune settimane).

Il major trend è assimilabile alla marea, il medium trend alle onde, il minor trend ai frangenti delle onde. E’ quindi evidente come non esista un solo tipo di trend ma differenti trend che tendono anche a sovrapporsi a seconda dell’orizzonte temporale osservato.

Si potrebbe completare l’analisi di Dow dicendo che il major trend, il medium trend, il minor trend sono di durata variabile a seconda del tipo di operatività scelta.

Operativamente per chi fa trading infra-giornaliero sul FIB30, il major trend può essere quello risultante dal grafico giornaliero, il medium trend quello del grafico orario ed il minor trend quello del grafico a 5 minuti. In ogni caso, “trend is your friend”, per cui l’investitore accorto dovrà assolutamente resistere alla tentazione di andare controcorrente per giocare sui piccoli rimbalzi e/o correzioni, posizionandosi invece correttamente nella direzione del trend principale relativo all’orizzonte prescelto.

Seguire il trend: supporti, resistenze, segnali di inversione, canali


Graficamente il trend viene evidenziato congiungendo due o più livelli di minimo crescenti (trend rialzista) oppure due o più livelli di massimo decrescente (trend ribassista) con una linea retta detta "trendline". Una trendline è tanto più forte e significativa quanto più dura nel tempo e quanto più numerosi sono i punti di contatto.

Un trend si presuppone intatto fintantoché non dia dei chiari segnali di esaurimento o di inversione (la rottura della trendline è il segnale più chiaro). La trendline rialzista individua dei livelli di supporto via via più alti, mentre la trendline ribassista individua dei livelli di resistenza via via più bassi. Si parla in tal caso di supporti e resistenze "dinamici". Ancora una volta il grafico allegato permette facilmente di comprendere l’importanza dei supporti e delle resistenze dinamiche. Le frecce rosse, infatti, evidenziano il punto in cui la trendline ribassista ha respinto i prezzi "resistendo" al rialzo. In questa zona l’offerta (vendita) esercita una pressione tale sui prezzi da superare la domanda (acquisto) respingendone, quindi, la crescita. Nel punto segnato in verde la trendline ribassista ha ceduto, è stata rotta la resistenza e, infatti, da quel punto ha cominciato a crearsi un trend orientato verso l’alto con una nuova trendline, questa volta rialzista, che nei punti indicati dalle frecce blu ha "supportato" i prezzi. In altri termini, in questi punti è la domanda ad essere più forte dell’offerta, così da determinare un rimbalzo dei prezzi. Nell’esempio sopra, quindi, la trendline ribassista rappresenta una resistenza dinamica, quella rialzista un supporto dinamico.

E’ importante sottolineare come la rottura di una trendline, pur segnando la fine – o almeno una pausa – del trend in atto, non implica automaticamente l’inversione del trend. Dopo un trend, rialzista o ribassista che sia, potrebbe iniziare infatti. una fase di congestione, un movimento laterale, in genere caratterizzato da bassi volumi.

Oltre a tracciare la trendline, rialzista o ribassista che sia, è opportuno tracciare anche la sua parallela, detta "linea del canale", in modo da contenere il movimento dei prezzi all’interno di un canale. La linea del canale rappresenta una resistenza dinamica in un trend rialzista ed un supporto dinamico in un trend ribassista. Una sua rottura rappresenta un segnale di accelerazione del trend dominante.

Spesso si traccia una nuova linea parallela in modo da raddoppiare l’ampiezza del canale originario. Si può in ogni caso tracciare una nuova trendline più inclinata di quella originaria. Un canale rappresenta un trend forte e sostenibile quando ha una buona inclinazione ed è abbastanza largo (è quindi accompagnato da volumi consistenti): canali fortemente inclinati e molto stretti rappresentano in genere accelerazioni destinate ad esaurirsi in tempi brevi, passibili di correzioni violente. Viceversa, un canale poco inclinato è segno di un trend poco deciso e che può invertirsi facilmente.

Trend rialzista, trend ribassista e movimento laterale


E’ fondamentale comprendere se il mercato è in una fase trending (rialzista o ribassista) oppure in una fase trading (movimento laterale), e non è sempre così facile capirlo: una rottura di una trendline rialzista potrebbe essere una semplice correzione o l’inizio di una pausa nel movimento principale, ma potrebbe essere anche l’inizio di un trend ribassista.

L’operatività nelle fasi trending è completamente diversa dall’operatività nelle fasi trading. Se il mercato è in trend positivo l’obiettivo è di cavalcare il trend con posizioni "lunghe" (si dice che bisogna "comprare la forza"): in tal caso ogni nuovo rialzo è un segnale di acquisto ed ogni storno un’occasione per aumentare le proprie posizioni.

Tale strategia, detta pyramiding, consiste nell’accumulazione graduale di posizioni nella direzione del trend ed è cosa ben diversa dal "mediare in perdita", ovvero dall’aumentare l’esposizione su un titolo che sta scendendo ed è in perdita potenziale per abbassarne il prezzo di carico.

Il pyramiding è un "mediare in utile" cavalcando il trend, mentre "mediare in perdita" significa andare contro il trend. Se il mercato è in un trend negativo, bisogna liquidare le posizioni lunghe ed andare "corti" (ad esempio acquistando put option oppure vendendo il future): ogni rialzo è un’occasione di vendita ed ogni nuovo ribasso è una conferma del trend ed un invito a vendere (si dice che bisogna "vendere la debolezza").

Se il mercato è senza direzionalità, in congestione laterale, bisogna cercare di "giocare" il range, acquistando nella parte bassa – il 25% inferiore -( acquistando la debolezza) e vendendo nella parte alta – il 25% superiore - ( vendendo la forza). Se la fase di congestione si protrae per un lungo periodo questa operatività può essere molto vantaggiosa.

Bisogna però ricordare che operare in tali fasi di mercato richiede ancora più esperienza che nelle fasi trending, perché più numerosi sono i falsi segnali. Quando i prezzi usciranno dalla fase di congestione – meglio se con volumi alti – potrà iniziare un nuovo trend, quindi bisognerà immediatamente chiudere le posizioni in essere e girarsi nella nuova direzione.


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Pietro Paciello
ppacie@tin.it

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