I gap, quando il mercato va a vuoto
di Gianrocco MeccaIn Analisi Tecnica, un Gap è un salto nella curva dei prezzi, si ha quando non si sono registrati scambi in determinate zone di prezzo. I Gap possono essere individuati a posteriori attraverso grafici a barre o candlestick. I grafici lineari non consentono di individuare i Gap in quanto non riportano i valori di apertura, chiusura, massimo e minimo relativo ai singoli giorni di contrattazione.
Principali tipologie di gap
I price gap possono essere sostanzialmente di due tipologie: upside gap e downside gap. I primi si riferiscono al caso in cui il titolo apra sopra al massimo della seduta precedente, senza ritornarvi nel corso della giornata, lasciando quindi aperto un buco che, in questo caso, verrà definito upside gap. I secondi si riferiscono, invece, al caso opposto, ossia al caso in cui il titolo in questione apra al di sotto del minimo della seduta precedente, senza ritornarvi nel corso degli scambi, lasciando quindi aperto un buco che, in questo caso, verrà definito downside gap. Il gap generalmente inteso viene definito “common gap”. Esso si realizza prevalentemente in caso di notizie particolari ed improvvise che interessano il titolo o lo strumento in questione, oppure in casi di scarsa liquidità e quindi scarso interesse da parte del mercato.
Esistono poi altri tre tipi di gap, ognuna identificativa di una situazione specifica. Il primo è il cosiddetto “breakaway gap”, il quale si realizza in corrispondenza del breakout di prolungate zone di congestione o di figure particolarmente rilevanti nel medio termine. E’ un ottimo segnale di forza che presuppone l’inizio di un movimento forte e, molto probabilmente, prolungato. Una volta realizzato, il breakaway gap rappresenta un importante livello di supporto, al di sotto del quale le probabilità di vedere concretizzarsi il forte movimento atteso si ridurrebbero al minimo. Il secondo è invece il cosiddetto “runaway gap” ed è anch’esso un notevole segnale di forza a sostegno delle ipotesi di continuazione del trend in atto. Si verifica generalmente attorno alla metà del movimento, pertanto risulta molto utile per valutare quali potranno essere i target futuri e i tempi con i quali essi verranno raggiunti. Il terzo e ultimo tipo di gap è definito “exhaustion gap” e si verifica in prossimità della fine della tendenza.
Misurando la distanza tra il breakaway gap e il runaway gap è possibile individuare sia il probabile livello di prezzo a cui esso si verificherà sia, spesso, l’arco temporale entro cui si potrebbe realizzare. Questa tipologia di gap è la risultante dell’ultimo eccesso speculativo all’interno del forte movimento partito in corrispondenza del breakaway gap. Proprio per questo motivo, l’exhaustion gap rappresenta anche un livello piuttosto significativo per individuare la probabile inversione di tendenza: una volta che i prezzi chiudono il “buco” in esame, il movimento tecnico può definirsi concluso.
Come utilizzare i gap
La convinzione più diffusa in relazione ai gap è sicuramente quella secondo la quale essi vengono sempre “chiusi”, ed effettivamente ciò accade nove volte su dieci. I principali attori che compongono il mercato, ovviamente, sono a conoscenza di questo aspetto, al punto tale da posizionare i propri livelli di uscita (take-profit) proprio in corrispondenza del gap più vicino.
Che cosa determina tutto ciò? E’ facile intuire che, se la maggior parte degli investitori attivi su un titolo posiziona un ordine di vendita (necessario per chiudere la posizione) proprio in corrispondenza dal gap aperto, si creerà, a tale quota, una forte pressione ribassista, al punto tale da trasformare tale livello di prezzo in un’importante resistenza che determinerà, con molte probabilità, quantomeno un ritracciamento dei prezzi.
Lo stesso discorso vale ovviamente anche nel caso in cui il gap sia più in basso del prezzo attuale: chi avrà shortato il titolo in precedenza, posizionerà gli ordini di acquisto (necessari proprio per chiudere la posizione ribassista) molto vicino all’area di prezzo lasciata “aperta” dal gap, creando quindi un forte supporto ed aumentando le probabilità di un rimbalzo tecnico.
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Gianrocco Mecca
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