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Le figure di continuazione

di Pietro Paciello

All’interno di un trend primario risulta utile identificare eventuali momenti di pausa o di consolidamento. E le cosiddette figure di continuazione sintetizzano in maniera eccellente questi momenti.

Solitamente la formazione di tali configurazioni grafiche è accompagnata da un decremento dei volumi scambiati, e, soprattutto, da un livello di volatilità ben inferiore a quello rilevabile nella fase di “trend dominante”. Da quanto sopra emerge chiaramente che la rottura di una figura di continuazione, ed una conseguente ripresa del trend dominante, è caratterizzata da un netto aumento dei volumi, a conferma della validità del segnale in atto.

Le principali figure di continuazione sono le seguenti:

  1. Rettangoli;
  2. Triangoli, sia triangoli isosceli, ovvero simmetrici, che triangoli rettangoli ascendenti e discendenti;
  3. Wedge, o cunei;
  4. Flag, o bandiere, ed i Pennant o gagliardetti.

 
Rettangoli

1_39


2_33

 

La “formazione a rettangolo” è contraddistinta da una oscillazione dei prezzi contenuta graficamente da due rette parallele, con quella superiore che rappresenta un classico “livello di resistenza statica”, e quella inferiore che identifica invece un “livello di supporto statico”.

Come evidenziato in precedenza, i volumi scambiati all’interno di questa formazione risulteranno sicuramente più bassi che durante le fasi dominanti del trend, anche se meno rispetto ad altre figure di continuazione.

In pratica, il rettangolo (rialzista o ribassista), rappresenta la classica area di congestione, o meglio di trading range, durante la quale il mercato e gli operatori che lo compongono si ripropongono di valutare attentamente le effettive potenzialità di ripresa, una volta abbandonata la congestione, della direzionalità che ha caratterizzato il movimento precedente.

A differenza di altre figure di continuazione, le formazioni a rettangolo possono durare molto più a lungo, anche alcuni mesi, e la logica vorrebbe che una volta identificata una formazione di questo tipo si dovrebbe procedere ad acquisti in prossimità della parte bassa del rettangolo (supporto statico) o viceversa a vendite in prossimità della parte alta (resistenza statica), con la fissazione di stop loss molto contenuti a protezione dell’operatività e del capitale investito che potrebbero essere validamente “piazzati” pochi tick al di fuori del rettangolo identificato.

L’eventuale rottura (al rialzo o al ribasso) di una figura di questo tipo, soprattutto se accompagnata da volumi consistenti, rappresenta un segnale operativo molto affidabile, da seguire senza esitazioni prendendo posizione nella direzione della rottura stessa senza dimenticare comunque di fissare un adeguato livello di stop-loss.

Ovviamente, a seconda della direzione primaria del trend, rialzista o ribassista, i rettangoli vengono anche definiti come "zone di accumulazione" o "zone di distribuzione; altrettanto ovvie le conclusioni che si possono trarre dopo aver osservato la “crescita in lunghezza” di un rettangolo (ovvero la durata temporale della fase di congestione) e la sua “crescita in larghezza” (ovvero lo "spessore" della fase di congestione): tanto più ampie ed estese risulteranno queste due variabili, tanto più forte e violento risulterà il movimento che ne conseguirà, il cui target/obiettivo in termini di prezzo sarà peraltro identificabile proiettando l’altezza del rettangolo dal punto di rottura individuato.

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