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La valutazione delle attività finanziarie

Valutare un’azione o un titolo obbligazionario non comporta differenze sostanziali dal punto di vista dell’applicazione dei principi di matematica finanziaria: in entrambe i casi i flussi di cassa futuri derivanti dall’investimento devono essere scontati all’opportuno costo del capitale

di Claudio Guerrini

Articolo a cura di Evaluation.it

Nel caso del titolo obbligazionario i flussi di cassa sono rappresentati dalle cedole e dal rimborso finale del capitale nominale: se ad esempio dovessimo valutare i flussi di un titolo a cinque anni del valore nominale di 100 che paga un interesse del 5% annuo avremmo il seguente profilo di flussi.

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Per calcolare il valore corrente dei flussi di cassa occorre scontarli al tasso per titoli della stessa classe di rischio/durata: se questo ad esempio fosse il 5,5% avremmo:

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Dall’altro lato l’investimento in un titolo azionario comporta flussi di cassa derivanti dai dividendi e dal prezzo ottenuto al momento della vendita del titolo. Si potrebbe ad esempio ipotizzare la seguente successione di dividendi e prezzo di vendita ottenibile al termine dell’investimento.

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Questo profilo di flussi si differenzia dal precedente per il fatto di essere caratterizzato da un maggiore livello di incertezza, per questo motivo il tasso di sconto deve tener conto del maggiore rischio sopportato dall’investitore; si potrebbe ad esempio ipotizzare che un premio per il rischio adeguato sia del 3,5%, ciò porterebbe ad un tasso di sconto del 9% (5,5% + 3,5%) con il seguente valore del titolo.

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Se la previsione diretta del prezzo di un titolo a 5 anni può apparire troppo audace si può derivare quest’ultimo applicando anche ad esso la metodologia di sconto dei dividendi successivi all’anno 5; ad esempio, nell’ipotesi che i dividendi crescano ad un tasso costante del 4% si otterrebbe, applicando il cosiddetto modello di Gordon:

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Il concetto che è importante comprendere è che la metodologia alla base della valutazione fondamentale dei titoli azionari non si differenzia dal caso della valutazione di un titolo obbligazionario se non per l’applicazione di un tasso di sconto opportunamente rettificato per il maggiore rischio e per la durata indefinita dei flussi di cassa che rende necessaria l’introduzione di ipotesi semplificatrici sul “valore terminale”.

Negli articoli successivi si cercherà di trovare soluzioni adeguate per risolvere queste differenze e per collegare la dimensione prettamente finanziaria dello strumento “azione” (i cui flussi di cassa sono rappresentati dai dividendi e quindi mediati dalle politiche finanziarie dei vertici societari) a quella contabile del bilancio delle società che emette tali strumenti.

Le variabili alla base del valore di un’azienda

Il valore di un’impresa può essere ricondotto a tre variabili base:

flussi di cassa disponibili (Free Cash Flow o FCF): le risorse finanziarie generate dall’azienda che possono essere distribuite agli azionisti;
crescita (Growth o g): la variazione nel tempo dei flussi di cassa disponibili;
costo del capitale (Cost of Capital o kc): il tasso a cui devono essere scontati i flussi di cassa.

Questi parametri possono essere inseriti in una formula che li riassume sinteticamente.

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La formula sopra esposta permette di focalizzarsi su ciò che influisce direttamente sul valore dell’impresa, tuttavia non sempre è possibile avere una stima diretta di flussi di cassa, crescita e costo del capitale: il più delle volte si vuole poi stimare la variazione del valore dell’impresa in risposta ad altre variabili che influiscono a loro volta su flussi di cassa, crescita e costo del capitale (es. crescita del fatturato, margini sulle vendite, costo del debito) ed hanno quindi un ruolo indiretto sul valore; in altri casi ancora le variabili che entrano in gioco sono a livello macroeconomico ed hanno un effetto ancora più mediato (es. crescita dell’economia, andamento delle materie prime, livello dei cambi, tassi di interesse).

Per avere un’idea delle variabili che, a vari livelli, influiscono sul valore di un’impresa è possibile consultare la figura 1 che mostra un quadro, sicuramente non esauriente, dei fattori che a livello micro e macroeconomico possono influire a vario titolo sul valore di impresa.

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Figura 1: determinanti alla base del valore di impresa

Nei prossimi interventi saranno spiegate le tecniche per meglio definire i componenti base della formula del valore vista sopra a partire da quelle che sono informazioni elementari quali i bilanci storici e le condizioni prevalenti sui mercati finanziari (tassi, premio per il rischio ed altro).


Claudio Guerrini
claudio.guerrini@evaluation.it
http://www.evaluation.it
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