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Il rischio dell'analisi tecnica

Nel precedente articolo ho bollato come "sciocchezze" i supporti e le resistenze, così come definiti dall'analisi tecnica. Ma non pensiate che io consideri degli "sciocchi"coloro che impiegano questi indicatori

di Giancarlo Marcotti

Considerato che al momento non esiste alcuna procedura "tecnica" di previsione dei corsi borsistici, preferire una di queste metodologie d'investimento ad un'altra rientra nel campo delle scelte individuali.

Ne consegue che una persona, intimamente convinta dell'efficacia del metodo, bene fa ad impiegarlo se questo poi gli è d'aiuto nel prendere delle decisioni di acquisto/vendita in maniera meno emotiva (tecnica appunto!).

Sull'esistenza o meno dei supporti e delle resistenze occorre in ogni caso fare chiarezza.

L'analisi grafica di un titolo in un arco di tempo definito, un anno ad esempio, evidenzierà un punto di massimo, magari raggiunto o avvicinato più volte, ed un punto di minimo, anch'esso raggiunto o avvicinato più volte.

Possiamo pure definire tali valori come "resistenze" e "supporti", non dobbiamo però dimenticare di aver eseguito una analisi a posteriori.

Gli stessi indicatori nulla ci dicono in sede di analisi a priori, in quanto  non possono essere impiegati per un' analisi "previsionale". E questo non mi pare cosa da poco.

A questo punto quindi... che c'è di male? Vale a dire... una volta dimostrato che l'analisi tecnica non funziona, vi sono altre controindicazioni? Purtroppo sì!

Il rischio insito nell'analisi tecnica, paradossalmente ma non troppo, cresce con l'aumento della sua diffusione. Ricorriamo ad un esempio.

Supponiamo che un sedicente analista (meglio se statunitense) pubblichi un libro nel quale sia teorizzata una sua innovativa tecnica di investimento: l'Analisi Alfabetica.

Questa consiste nell'acquistare il primo giorno del mese i titoli che iniziano con la lettera A, il secondo con la lettera B e così via fino alla Z. Certo è un metodo bizzarro e privo di qualsiasi logica. Supponiamo in ogni caso che, per quelle strane combinazioni della vita, ci sia un numero sempre crescente di persone che lo utilizzi.

Ciò comporterà che i titoli i cui nomi iniziano con le prime lettere dell'alfabeto tenderanno a crescere nei primi giorni del mese e quelli con lettere finali negli ultimi, avvalorando in questo modo questa astrusa teoria.

Supponiamo ora che io sia Morgan Stanley, Schroeder, JPMorgan o....insomma avete capito, uno di quegli organismi che manovrano miliardi di dollari.

Siamo all'incirca a metà mese, e mi trovo in corpo una gran quantità di Alitalia di cui voglio assolutamente liberarmi. Che fare?

E' chiaro... attenderò una quindicina di giorni, l'inizio del nuovo mese. In quella data infatti un bel numero di sprovveduti, seguendo le indicazioni fornite dal metodo, acquisterà queste azioni solo perché iniziano con la lettera A.

E' chiaro ora il rischio dell'analisi tecnica e il paradosso che ne consegue?

Nata con lo scopo di prevedere cosa farà il mercato (ossia coloro che non la utilizzano), rischia di essere preda del mercato che conosce in anticipo come si muoveranno gli analisti tecnici.

Giancarlo Marcotti
giancarlo.marcotti@finanzainchiaro.it


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