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Perché spread e titoli bancari sono così correlati?

Un lettore ci chiede perché quando lo spread sale forte le banche scendono così forte (e viceversa)?

di Mauro Introzzi 11 set 2018 ore 14:57

DOMANDA:

Spettabile SoldiOnline.it buongiorno.

Ho una curiosità che spero mi possiate soddisfare. Nei giorni scorsi l'andamento della borsa italiana è stato inversamente proporzionale a come è andato lo spread. Quando è salito molto la borsa è scesa molto e quando è sceso molto la borsa è salita molto. In alcune giornate ho visto che Milano ha avuto comportamenti molto diverso dalle altre borse europee, quindi penso che i motivi alla base dell'andamento del nostro mercato siano proprio legati strettamente allo spread (e comunque lo riportavano numerosi commentatori).

Ora, mi pare ben chiaro che più le prospettive di un paese siano incerte maggiore sarà la voglia di disfarsi delle azioni delle società di quel paese (e viceversa). Ma mi è meno chiara la più stretta correlazione tra andamento degli spread e performance di alcuni settori, come i bancari. Perché quando lo spread sale le banche scendono così forte? E – viceversa – perché quando lo spread scende le banche salgono così forte?

Grazie se vorrete rispondermi.

Alessandro

 

RISPOSTA:

Gentile Alessandro grazie della sua mail, che ci permette di spiegare meglio alcune dinamiche cosiddette “intermarket” (ossia come l’andamento di un comparto possa influenzare le performance di un altro asset).

Innanzitutto è corretta la sua interpretazione: nei giorni scorsi l’andamento tra lo spread Btp-Bund (ossia il differenziale di rendimento tra il titolo di stato decennale italiano e il suo omologo tedesco) e Piazza Affari è stato strettamente correlato. In modo inversamente proporzionale. Per i bancari (che rappresentano una grandissima parte dei panieri principali milanesi) questa dinamica è stata addirittura più accentuata.

 

banca_18Innanzitutto dobbiamo però capire perché lo spread si muove. Essendo il frutto di una sottrazione (il rendimento percentuale del decennale italiano meno il rendimento percentuale del decennale tedesco) il suo valore si modifica al modificarsi di uno dei termini, ossia il minuendo o il sottraendo.

In queste giornate di turbolenze per il nostro paese è stato però il rendimento del BTP decennale italiano a essere sulle montagne russe e quindi lo spread è rimasto decisamente volatile a causa di quest’ultimo. È salito in momenti di grande incertezza sul futuro del nostro paese ed è sceso in quelli di allentamento della tensione. In altre parole nei momenti di maggiore preoccupazione chi investe sull’Italia chiede al nostro paese di pagare interessi maggiori (perché il nostro paese è percepito come più rischioso). Al contrario, il cosiddetto premio per il rischio Italia registrerebbe una contrazione.

 

Ma come mai – e veniamo al nocciolo della sua domanda – un aumento del rendimento del BTP italiani ha un effetto negativo (o viceversa positivo quando scende) sui titoli del comparto bancario?

Per capirlo occorre specificare un ulteriore passaggio. Quando cambia il rendimento corrente di un titolo di stato già sul mercato cambia anche la sua valorizzazione. Semplificando un po’ (ma solo per rendere più comprensibile il discorso) se i tassi correnti sulla scadenza a 10 anni salgono - mettiamo dal 2% al 3% - tutti i titoli con quella scadenza residua che pagano il 2% avranno un valore inferiore. Al pari di un titolo azionario il loro prezzo scenderà.

E qui sta la chiave per capire perché i titoli bancari sono così correlati all’andamento dello spread (e quindi dei tassi di interesse). Rimaniamo sempre sull’esempio più nefasto: un aumento dei tassi medi fa perdere valore allo stock di titoli pubblici (tipicamente i BTP) che le banche hanno nel loro portafoglio. In altre parole il loro attivo di bilancio va a peggiorare. E le banche italiane hanno una grande esposizione verso i titoli di stato italiani.

 

Un incremento degli spread ha poi altre conseguenze, meno dirette ma altrettanto importanti. Se salgono i tassi diventa più difficile, nei mesi o negli anni successivi, operare pulizie di bilancio dai crediti deteriorati. Un peggioramento degli attivi, poi, potrebbe rendere necessario incrementare il proprio capitale. Innescando un circolo vizioso perché racimolare capitale in momenti di tassi relativamente alti è decisamente più oneroso.

Insomma, una serie di conseguenze nefaste che portano al deprezzarsi delle azioni. La buona notizia è che può anche succedere l’inverso nel momento in cui le prospettive per il nostro paese e il suo debito pubblico siano in miglioramento. Uno scenario che ci auguriamo tutti.

Spero di aver risolto i suoi dubbi.

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